
MONTALE. Pubblichiamo il documento inviatoci dal Comitato per la chiusura dell’inceneritore di Montale.
Distinto Dott. Roberto Biagini,
Le scriviamo quale Direttore di U.O. Igiene e Sanità pubblica e per questo, anche quale “dipendente pubblico” rinnovando la richiesta di un colloquio, alla luce delle incresciose vicende dell’inceneritore di Montale. A tale proposito, Le facciamo apposita raccomandazione di far assistere all’auspicato incontro anche la responsabile Dott.ssa Paola Picciolli, certamente interessata alla trattazione delle nostre richieste di chiarimento per status aziendale.
In questi giorni, abbiamo attentamente riletto la Sua lettera pubblicata (pag. 29) sull’organo di informazione del suo Ordine dei Medici di Pistoia: non ci sono mancate delle controdeduzioni, proprio alla luce delle mirabili relazioni emesse dagli organi di controllo a seguito dell’incidente industriale dell’estate scorsa. Ci scusiamo dunque, se torniamo a disturbarla dal Suo – non preminente – compito di coordinatore di vari ospedali (ci perdonerà ma noi, del Comitato, siamo degli inguaribili romanticoni): non abbiamo però dubbio che vorrà riconoscere priorità alla “salute della cittadinanza” ad altri còmpiti.
La Sua lettera è stata da noi stigmatizzata per il “basso profilo”, ben conosciuto dal Comitato e dunque viene da chiedersi se ritiene di poterla nuovamente sottoscrivere ai giorni d’oggi. Non mancheremo di far seguire a questa esercitazione di esegesi, alcune domande, facendoci rispettosamente titolari del ruolo di cittadini erogatori di lavoro e stipendio (a Lei, e non solo) e della qualifica di soggetto giuridicamente riconosciuto dalla Legge. Questa la sua lettera di risposta alla relazione del compianto Dott. Michelangelo Bolognini, inviata ai sanitari nel 2010, provvista di un titolo davvero azzeccato, per come premonitorio:

Un problema vero: l’inceneritore di Montale. [1]
È ormai noto che gli episodi di superamento dei limiti di emissione in atmosfera di diossine e furani dall’impianto di incenerimento di Montale, verificatisi nell’estate 2007, hanno indotto l’amministrazione provinciale di Pistoia ad attivare un tavolo istituzionale che ha coinvolto anche l’Ordine dei Medici.
Il tavolo istituzionale ha attivato un gruppo di lavoro tecnico costituito da Arpat e Azienda Usl, con il compito di predisporre ed attuare un piano di monitoraggio ambientale e sanitario, piano a cui l’Ordine dei medici ed i medici/pediatri di famiglia stanno fornendo un prezioso ed insostituibile contributo.
L’obiettivo generale del progetto scaturito dal tavolo tecnico è stato di acquisire adeguate conoscenze relative allo stato dell’ambiente circostante l’impianto di incenerimento, nonché di valutare lo stato di salute della popolazione che risiede nell’area di ricaduta delle sue emissioni.
Ad Arpat è stata affidata l’analisi di suoli, licheni ed aghi di pino (ampliata in un secondo tempo anche con le analisi di acque e sedimenti) mentre all’Ausl 3 è stata affidata l’indagine sulle matrici biologiche di origine animale e l’indagine epidemiologica basata sull’approfondimento dei dati di mortalità e morbilità. I campioni di matrici animali prelevati nelle diverse postazioni individuate sono stati sottoposti ad analisi per la ricerca di diossine e Pcb da parte dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, Sezione di Roma.
Secondo il Laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Toscana e del Lazio, in base a questa prima campagna di campionamenti, si può asserire che nell’area di ricaduta di Pistoia “possano essere invocate due cause per spiegare la contaminazione riscontrata, una legata all’impianto Cis, che sembra essere minoritaria rispetto ad un’altra, responsabile dell’elevato livello di contaminazione da PCBs dl in alcuni campioni, e della quale non è facile definire l’origine se non attraverso la conoscenza approfondita delle pregresse dinamiche ambientali della zona” [2].
Le acque (anche quelle della rete acquedottistica), analizzate sia da Arpat sia da Publiacqua, sono risultate nei parametri previsti dalla normativa vigente [3].
È iniziato anche un confronto diretto con l’Istituto Superiore di Sanità sia sui dati già acquisiti sia per ottenere indicazioni, conferme o correzioni in relazione al progetto avviato. Il Dipartimento di Prevenzione si è attivato attraverso la struttura di Igiene e Sanità pubblica per la ricerca di ulteriori possibili fonti pregresse o attuali di Pcb [4].
Per l’anno 2010 sono stati programmati altri 30 campionamenti di matrici animali ed eventuali mangimi a livello provinciale. Anche l’Ausl 4 di Prato ha programmato altri 12 campioni fra matrici animali e mangimi. I mangimi testati saranno solo quelli prodotti in loco ed inoltre il tavolo tecnico ha deciso di abbinare su tutti i campioni la ricerca di Diossine/Pcb con quella di metalli pesanti allargati in questa fase alla ricerca del mercurio. L’indagine epidemiologica viene condotta in collaborazione con l’Ordine dei Medici di Pistoia e con i medici ed i pediatri di famiglia, attingendo dati sanitari sia dagli stessi sia dai Registri regionali [5].
Il contributo dei medici e dei pediatri di famiglia è centrato sulla conferma e l’integrazione dei dati correnti disponibili (Registri di mortalità, tumori) e sul recupero di elementi conoscitivi aggiuntivi concernenti, in particolare, l’esposizione a fattori di rischio. L’obiettivo è quello di descrivere lo stato di salute, rilevando eventuali differenze fra la popolazione residente nei Comuni di Montale e di Agliana e la popolazione di altri Comuni. Sono stati indagati i dati sanitari relativi a malformazioni congenite, alla mortalità generale e specifica per le singole cause di morte ed a specifici casi di malattia presenti nella popolazione residente, con la collaborazione dei medici e dei pediatri di famiglia (patologie oncoematologiche – leucemie, linfomi, mielomi, mielodisplasie – ed i sarcomi).
Secondo le informazioni ricevute dallo specifico osservatorio regionale, non emergono, allo stato attuale, dati significativi relativi alle malformazioni neonatali. L’analisi della mortalità del periodo 1987-2008 (ultimi dati disponibili, ricavati dal Registro della Mortalità Regionale) ha evidenziato, nell’ambito della riduzione complessiva della mortalità per tutte le cause, anche una riduzione di quella determinata dai tumori; tale riduzione è più accentuata nei maschi [6].
Si ritiene, comunque, opportuno proseguire il monitoraggio della patologia oncologica avvalendosi anche di altri strumenti ed in particolare del contributo dei medici e dei pediatri di famiglia. I dati ricavati con la sorveglianza attiva verranno messi a confronto con i dati sanitari dei cittadini residenti in Comuni diversi, anch’essi affetti da patologie oncoematologiche e da sarcomi. Nell’analisi dei dati è prevista la valutazione della durata di esposizione sia residenziale, sia lavorativa, sia comportamentale/ familiare ai fattori di rischio più rilevanti per le patologie indagate; a tal fi ne sono utilizzati appositi questionari individuali, compilati con la collaborazione dei medici e dei pediatri di famiglia [7].
L’analisi dei dati raccolti prevede la georeferenziazione dei casi, riportati su mappe comunali. L’indagine non è conclusa e troverà completamento con la rendicontazione complessiva del progetto prevista per i primi mesi del 2011 [8].
Emerge con sempre maggiore chiarezza che i dati raccolti dovranno essere oggetto di una lettura integrata [9].
Occorre distinguere fra ciò che viene evidenziato dalla ricerca “attuale” degli inquinanti (nelle matrici ambientali e biologiche) ed un quadro epidemiologico che affonda le sue radici anche nel passato di un’area ormai ampiamente post-industriale di cui l’inceneritore è parte integrante dalla fine degli anni settanta [10].
Per approfondire i vari temi si possono consultare gli atti dell’incontro pubblico tenutosi ad Agliana il 29.05.10 sul sito ufficiale della Provincia di Pistoia http://www.provincia.pistoia.it (ambiente > informazioni ambientali > termovalorizzatore).
Queste le nostre domande, ovviamente attuali al lustro di eventi trascorso:
- Il titolo è una constatazione o l’effetto della suggestione indotta dalle preoccupazioni dei cittadini?
- In questo lustro di tempo trascorso, sono state approfondite le “pregresse dinamiche ambientali”?
- E quali sarebbero stati “parametri vigenti”, fatto che il Ministero della Salute (Iss), ci ha riferito che il protocollo del 1988 è anacronistico e non è più scientificamente valido?
-
Federica Fratoni Quali sono stati i risultati dell’attivazione del “Dipartimento Prevenzione” sulla problematica dei PCBs?
- Ci risulta che i “registri regionali” non hanno dati sanitari inventariati sulla “morbilità” e dunque, qual è stata la ratio di tale argomentazione?
- Queste deduzioni rassicuratorie, sono state poi smentite dalla delibera di Usl 3 numero 62 del 19/2/2013. Non ritiene forse opportuno “aggiornare” il periodo dedotto?
- Dall’esito della sessione del 5.10.15 del Tavolo tecnico, sembra che l’indagine epidemiologica sia meramente descrittiva e manchi, infatti di uno studio di coorte. Non avevate contezza di queste anomalie o carenze?
- Sul punto, la risposta non serve. Sarebbe retorica e noi, siamo intolleranti a essa.
- Ci potrà spiegare qual è il significato autentico di “lettura integrata” viste le iniziative di pilotaggio intraprese dai sindaci dei Comuni interessati e le dichiarazioni chiaramente “nebulizzanti”, formulate dall’Assessore regionale Fratoni?
- Questa proposizione – ci perdoni l’ardire – assume il sapore di una excusatio non petita, ciò non per la nostra irrispettosa interpretazione…
E dunque, un’ultima domanda, fuori elenco: Lei sottoscrive e condivide il parere tecnico del Suo ordine professionale redatto a seguito dell’evento di sforamento dell’estate scorsa o si dissocia e dunque, abiura?
Comitato per la chiusura
dell’inceneritore di Montale
2 thoughts on “inceneritore. DIECI DOMANDE AL DIRETTORE DELLA SANITÀ PUBBLICA EX USL 3”
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