inceneritore. IL COMITATO CONTRO L’ARPAT

Anticeneritoristi
Anticeneritoristi

PIANA PISTOIESE. Riceviamo e pubblichiamo:

Il Comitato per la chiusura dell’inceneritore di Montale replica con disappunto alle dichiarazioni dello Stato Maggiore dell’Arpat Toscana, presentate in una recente trasmissione locale e propone – con buona dose di indignazione – le sue controdeduzioni: sull’attività di Arpat, incombe costante la mancanza di un autentico e paritetico contraddittorio, ma inoltre viene esclusa ogni considerazione al contributo di causa con la polluzione dei precursori gassosi, ovvero il Pm secondario (Nox), proveniente dall’inceneritore.

Le amministrazioni si fanno oggi scudo del parere di Arpat che è da classificare come parziale, autoreferenziale e tipicamente low profile (come si conviene sull’impianto di incenerimento): spiace infine aver saputo che Arpat, ovvero, l’agenzia regionale Toscana di “protezione” dell’Ambiente, opera sotto diffida dall’Avv. Cinzia Silvestri di Mestre, che gliela ha recentemente notificata in relazione a recenti prese di posizione – istituzionalmente previste – sull’impianto di via Tobagi (vedi: ladurner-arpat).

L’avvocata Silvestri contesta l’agenzia e la taccia di “personalismi” che dovrebbero essere, altresì, espressione di uno studio indipendente fondato su una libera ricerca, non certo di risultati ad hoc farciti da suggestioni o coercizioni.

Il Comitato, sbalordito da tale iniziativa del legale della società di gestione dell’impianto, condivide dunque e ripropone purtroppo in senso ribaltato, la medesima diffida dell’Avvocato della S.r.l. Ladurner.

In un recente articolo, un ente locale predicava: “I fenomeni di inquinamento acuto dovuti al particolato fine si verificano usualmente nel periodo autunnale e invernale, a causa delle condizioni climatiche e meteorologiche sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti in atmosfera, e dell’incremento di emissioni dovute agli impianti di riscaldamento e alla combustione di biomassa (abbruciamento residui vegetali, utilizzo di legna o pellet in impianti di riscaldamento)”.

Orbene, se è vero che il fenomeno si è verificato in autunno e fino a tutto il dicembre scorso, è vero altresì che i caminetti non sono stati usati in conseguenza della congiuntura meteoclimatica, con temperature assai superiori alle medie stagionali e tali da far addirittura parlare i meteorologi di “falsa primavera”.

Per quanto riguarda il mito – decisamente suggestivo quanto infondato – degli “abbruciamenti di vegetali”, giova ricordare alla dott.ssa Sargentini di Arpat della sussistenza in vigenza piena, dall’autunno scorso, delle ordinanze sindacali di divieto di qualunque abbruciamento, in annullamento alla liberalizzazione consentita ope legis dalla Regione Toscana.

Il Comitato ha peraltro inutilmente posto una taglia (5.000 $, con scritto wanted) a chi porterà l’immagine e il nome di qualche sventurato colto in flagranza di “abbruciamento all’aperto”.

Queste pragmatiche considerazioni dovranno essere qualificate in senso tecnico prima di redigere un qualsiasi parere che, diversamente, il Comitato non potrà che riconoscere come surrettizio a consentire di scaricare le responsabilità delle amministrazioni sui cittadini residenti, fatti cornuti e mazziati.

Si auspica infine che le forze politiche di opposizione provvedano a sollecitare le amministrazioni con delle dirimenti azioni di inventariazione dei caminetti effettivamente presenti nell’area di Stazione (sui Comuni di Montale, Montemurlo e Agliana), per la dimostrazione delle incongruenze protestate.

Montale/Agliana/Montemurlo, 4 febbraio 2016.

Comitato Chiusura Inceneritore di Montale

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