La relazione del Febbraio 2018 fatta dal Procuratore capo Paolo Canessa è stata categorica sul destino dell’impianto di via Tobagi. In assenza di quello di Case Passerini, ha spiegato alla Commissione parlamentare, rimarrà in funzione quello di Montale. Franceschi però non lo ha mai detto e così ha ingannato i Commissari dei Comuni proprietari rinviando sine die
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AGLIANA-MONTALE-QUARRATA. L’inceneritore di Montale è stato oggetto di una serie di esposti/querele del 2015 e 2016 per degli sforamenti e blocchi di impianto. Esposti firmati da Legambiente, dal Comitato antinceneritorista e da altri 15 politici, con la partenza di una inchiesta richiamata dall’allora Procuratore Capo della Repubblica di Pistoia, Paolo Canessa in una audizione alla Commissione Parlamentare sui rifiuti.
In tale audizione che riportiamo nel link sopra, Canessa, spiegava ai parlamentari che l’impianto di Montale aveva delle belle grane con un chiaro “rischio ambientale”, ma rassicurò il consesso spiegando che presto, esso sarebbe stato chiuso, non appena fosse stato inaugurato – era dato per imminente nel 2019 – l’inceneritore di Case Passerini.
Ora che però abbiamo la certezza che l’impianto fiorentino non sarà mai aperto, è confermato (ahìnoi) il mantenimento in servizio di quello di Montale e ciò sine die, cioè senza data di termine: ma di questa stagionata narrazione del procuratore capo Canessa, nessuno riferisce nelle commissioni ambiente o bilancio delle amministrazioni proprietarie dei Comuni di Agliana, Montale e Quarrata. Siamo solo e sempre noi i malvagi, dopo quattro anni di desolanti supercàzzole a tutti i consessi politici.
Data l’autorevolezza del referente più istituzionale (il procuratore capo Canessa parlò così dopo aver ricevuto le informazioni dai vari iindaci e segnatamente dal Franceschi, non certo per le sue intuizioni…) si registrano i primi rinvii da parte del Cis spa che ha già sostituito la data del 2023 con quella del 2025, subliminata nelle relazioni ai commissari e nei consigli comunali, essendo chiaro che:
1) l’impianto di Montale è e rimarrà aperto a tempo indeterminato nonostante i deprecati (dal Canessa) 40 anni di inquinamento;
2) tutte le narrazioni sulla sua imminente “conversione”, mai spiegata e illustrata in modo tecnicamente comprensibile e compiuto, sono delle favolette per addormentare i referenti politici nelle varie audizioni e commissioni;
3) i sindaci Benesperi, Betti e Mazzanti – soci proprietari – hanno preso in giro i cittadini dei Comuni amministrati e da loro guidati, e questo dalla data di bocciatura dell’impianto di Case Passerini, che arrivò tre mesi dopo gli eventi narrati, guardatevi l’articolo dedicato;
4) Anche il Presidente Franceschi ha eluso tali scomodi argomenti che sono la chiara conclusione di un sillogismo argomentativo impeccabile «non più impianto di Case Passerini, non più chiusura impianto di Montale/Agliana»;
5) per conseguenza automatica i commissari e i cittadini dei tre Comuni proprietari sono stati sistematicamente ingannati da sindaci e presidente del Cis, che – in questi quattro anni – hanno udito “menzogne politiche” e colorate supercàzzole sulle riconversioni impiantistiche.
Al Cis parlano da tempo un impianto per il trattamento di materiali sintetici, da farsi sempre a caldo e non a freddo, ovvero mantenendo le criticità della combustione che il procuratore capo definì come un probabile “rischio ambientale” sussistente.
Una manovra gattopardesca questa, che era già stata annunciata su queste pagine dove escono notizie documentate, dato che disponiamo di un ricco e accurato archivio sull’impianto di via Tobagi.
Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]