inceneritore. PERCHÉ LA LADURNER PREMIATA CON L’EMAS?

Ferdinando Betti

ROMA-MONTALE. La certificazione Emas è una sorta di premio alla “buona diligenza”, più esattamente un Sistema comunitario di ecogestione e audit (Emas = Eco Management and Audit Scheme) cui possono aderire volontariamente le imprese e le organizzazioni, sia pubbliche che private, aventi sede nel territorio della Comunità Europea o al di fuori di esso, se desiderano impegnarsi nel valutare e migliorare la propria efficienza ambientale.

Il Comitato antinceneritorista ha denunciato al competente Ispra (Ist. Sup. Ricerca Ambientale) una clamorosa incongruenza: ovvero che la Ladurner srl, già condannata dal Tribunale per i fatti del 2007, oggi avrebbe conseguito il riconoscimento Emas, peraltro bene rappresentato alla pagina dedicata dal sito istituzionale di Ispra; il mondo alla rovescia! La Ladurner dovrebbe essere tutt’altro che premiata, viste le pesanti accuse di mala gestio che le sono state addebitate, per ben due volte in 14 mesi, dalla Agenzia Regionale per l’Ambiente (Arpat) nel recente evento di commissione Ambiente del 18 gennaio.

Questa la nota di segnalazione della grave incongruenza che il Comitato ha inviato all’Ispra di Roma e, per dovuta conoscenza, al Sindaco Betti che dal 19 di gennaio, dopo aver udito le gravi accuse di Arpat e Usl Centro è corso a scrivere al suo ex-Sindaco (oggi riposizionato) e Capo Dipartimento Prevenzione dell’Usl Centro, Renzo Berti, chiedendogli lumi, ovvero passandogli il cerino.

La lettera inviata all’Ispra dice così: Il Comitato per la chiusura dell’inceneritore di Montale riscontra che la società Ladurner spa è iscritta nell’elenco delle aziende certificate Emas, come si evince dal seguente collegamento link e, nel contempo, la detta azienda è posta sotto la lente di ingrandimento dell’Arpat Toscana che in una recente relazione, consultabile nel sito istituzionale del Comune di Montale, riscontra quanto segue, nei confronti della soc. Ladurner che gestisce l’impianto, nella relazione del 12/ott/2015  e cioè che: “L’impianto di incenerimento di Montale e, in particolare, la linea 1 continua a mostrare preoccupanti condizioni di scarsa affidabilità”.

La valutazione dell’Arpat è ancora più grave nella relazione dedotta dopo oltre un anno di studio con addirittura un gruppo di lavoro specificamente dedicato, visto che stabilisce pedissequamente (pag. 17):

L’ex-Sindaco Renzo Berti

“…l’acquisizione di informazioni durante i sopralluoghi è risultata per gli aspetti di maggior interesse (interblocchi, procedure di avviamento e fermata, dati di impianto, architettura) molto difficoltosa, spesso soggetta a diverse versioni fornite durante lo sviluppo dei sopralluoghi ed in alcuni casi inefficace.

“Inoltre, l’invio di documentazione richiesta nei sopralluoghi in termini di relazione tecniche volte a spiegare e/o chiarire in modo univoco la gestione di alcuni aspetti (dimensionamento Cpc, tempi di ritardo dei forni, certificato di conformità, interblocchi) è risultata essere di scarsa qualità ed inutile nell’ottica degli approfondimenti dovuti”.

Per quanto sopra visto e consultato, il Comitato osserva che non è possibile che la soc. Ladurner disponga della suddetta certificazione Emas (questo paradossalmente proprio per l’impianto di incenerimento di Montale, dichiaratamente noto per essere malgestito!), per questo motivo chiede di aprire un audit urgente dedicato alla verifica delle contestazioni dedotte a fronte delle relazioni ufficiali di Arpat e alla riqualificazione corretta di Ladurner ai fini della certificazione Emas attestata.

Mentre l’Ispra è stata sollecitata a rispondere (sono passate due settimane), il Sindaco Betti, attende la risposta del Direttore del Dipartimento Renzo Berti (che non è dato a capire come potrà fornirla), considerando che a noi ebbe a dire nello scorso novembre che, sull’impianto di incenerimento di Montale “non sapeva”.

Saranno questi Misteri della fede o della ditta?

[Alessandro Romiti]

Leggi: Betti a Berti

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