inceneritore. «QUALE SALUTE PER LA PIANA?»

Anticeneritoristi in corteo

PISTOIA-PIANA. Il Comitato per la chiudura dell’inceneritore di Montale registra con sbigottimento la solo accennata e parziale risposta del capo Dipartimento di Prevenzione, Renzo Berti, al Sindaco Ferdinando Betti sull’autentico Usl-pensiero nella conclamata minaccia per la Salute della cittadinanza.

La risposta di Berti è stata almeno reticente: nel confermare la pericolosità dell’impianto, esclude un parere categorico e marcato, ma indulge in eventualità, peraltro dimostrate.

La lettera è omissiva perché evita di trattare l’argomento in modo scientificamente autonomo e indipendente: Usl non fece – dopo l’episodio di sforamento del 2015 – le verifiche delle eventuali “concentrazioni di inquinanti” come nella gestione dell’emergenza del Cassero, e oggi si fa schermo di una relazione di Arpat per escludere un evento mai misurato nei laboratori.

Berti elude la risposta richiesta e ripone il “cerino acceso” al mayor montalese che palleggia nella propria area di porta cercando di resistere, ignorando l’evidenza documentale. Le criticità sanitarie dell’inceneritore, sono notoriamente trattate in due moratorie e un autorevole convegno dall’ordine dei Medici pistoiese, oltre che suffragate dai documenti depositati dai due organi preposti al controllo.

Forse, l’Ordine dei Medici avrà qualcosa da aggiungere, anche considerate le discrasie che hanno appalesato i due pareri di due associati (Berti e Aldo Fedi, soliti lavorare in tandem), competenti della prevenzione (la parola spiega tutto) per i territori di Montale/Agliana e Montemurlo.

La Presidente del Comitato, Paola Gelli

Curiosamente, nei primi due comuni, sembra sussistere la priorità decisionale di Usl Centro, mentre nell’altro, sembra preminente la valutazione empirica del Sindaco Lorenzini vero fac totum sanitario, come dispone la legge.

Il Comitato è stato negativamente impressionato dalla cautela del dott. Andrea Poggi che, il 18 gennaio, sembrava argomentare in modo assai più attenuato gli elaborati di Arpat manifestamente critici e con tanto di segnalazioni alla Procura per omissioni di rilevanza penale.

La seconda relazione, svolta in un gruppo specializzato a distanza di 14 mesi ha confermato le pesanti criticità dell’autunno 2015 che appaiono sistematiche, continue e ignote nella loro consistenza per la inefficienza dei sistemi di controllo.

Il Comitato, si chiede se gli organi di controllo preposti sono provvisti della necessaria indipendenza e autonomia nelle valutazioni di merito o sono eterodiretti: le relazioni scritte anche da Usl Centro sono farcite di preoccupanti criticità esplicitamente descritte nei numerosi default funzionali (termocoppie, Smce, carboni attivi, polverimetro linea 1 e dimensionamento delle camere di abbattimento diossine).

Cosa altro serve per la chiusura del pericoloso impianto?

Comitato per la Chiusura dell’inceneritore

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