inceneritore. QUELLO CHE NON VI DICONO I POLITICI, PARTE SECONDA

Franceschi sputa il rospo sulla questione del famigerato lodo arbitrale “incompiuto”: una botta da 4,6 milioni di euro (3+1,6) per i cittadini, tutti inconsapevoli pagatori. Vannuccini è diretto e auspica l’arrivo di Hera-Comm per la gestione futura del gioiellino che sarà convertito alla pirolisi rimanendo strategico e altrettanto inquinante…


 

“Uniti e forti”, se non vivi mezzi morti

 

AGLIANA-MONTALE. La relazione alla commissione è stata “desolante”, ha detto un consigliere di opposizione; e non possiamo che essere d’accordo con lui, avendo udito un Franceschi monotonale e chiaramente impacciato nel fare la parte dell’ottimo pater familias.

Abbiamo smesso di contare dopo le cinquanta locuzioni “…possiamo dire” [1] intercalate nel rosario rassicurativo sulla crescita del patrimonio, con l’ottima copertura del baloon, cioè la maxirata del mutuo per la sua estinzione anticipata. [1] Nel metalinguaggio, il Franceschi cercava di concupire la stima dei consiglieri e blandire la loro comprensione, per evitare l’emersione di molte criticità latenti, effettivamente rimaste all’oblìo.

Perruccio, Franceschi e il Sindaco Mazzanti. Il primo prendeva 240 mila € annui. Così ha detto Franceschi

Fabrizio Nerozzi. Non gli hanno mai consegnato il lodo arbitrale nonostante l’accesso agli atti

Franceschi andava forte con la narrazione dell’incremento della produzione di corrente (2 milioni nel 2021), il risanamento dei conti da lui rinvenuti nel 2010 (immaginatevi che cosa succedeva al Cis nei decenni precedenti in cui era sull’orlo del fallimento) e altre amenità che gli hanno permesso di distrarre i commissari sulle criticità correnti come – ed è solo un esempio – la fantastica somma scritta dai soci a “stralcio” del lodo arbitrale indeterminato: Franceschi ha detto che hanno dato nel mezzo, e infatti ci saremmo quasi, visto che il lodo in origine aveva una forbice che andava da 700 mila a 4,7 milioni di euro.

Il consigliere Riccardo Coppini (Agliana civica) ha esordito con la peccaminosa domanda sul lodo della vergogna da 4.6 milioni, aprendo una breccia su ciò che era “indicibile”. I nostri complimenti per il distinto  e coraggioso intervento

In realtà non l’ha detta tutta, dimenticandosi dell’altro lodo, fatto come replica alla Ladurner e del valore di 1,6 milioni di euro; una somma che, abbiamo capito bene, non sarà mai incassati dalla società partecipata dai Comuni, perché stralciata a babbo morto (tanto paga Pantalone).

La vicenda è molto imbarazzante per la società Cis, visto che ha negato la consultazione del lodo firmato dalla Bujani a un consigliere di opposizione che ha fatto anche ricorso al difensore civico regionale per un atto che gli era dovuto come dice il testo unico enti locali. Roba da paesi erdoganizzati: una vergogna per tutte e tre le amministrazioni che hanno alzato una cortina fumogena sulla questione, negando la trasparenza. Perché non dare i documenti se c’era correttezza e buona gestione della lite con la Ladurner?

Anche Vannuccini ha parlato, ma avrebbe fatto meglio a tacere: l’esponente piddìno ricorda con sofferenza le carenze da sempre assicurate dalla Regione Toscana che, dell’inceneritore di Montale, ha fatto la cloaca dell’intero Ato, come voluto dal Pd.

Non si è indignato per il lungo periodo di tempo impiegato da Giani per redigere il “bando di interesse” per la formulazione di progetti alla riconversione dell’impianto che ha visto i funzionari “ponzare” per oltre 9 mesi?

Vannuccini, auspica un ingresso della multi utility Hera-Comm, sponsorizzando così la linea d’indirizzo nazionale del partito che vede applicare l’incenerimento dei rifiuti ovunque. Niente di nuovo sotto il sole, possiamo dire: il sistema di raccolta differenziato spinto è un miraggio nella Toscana democratica di Giani.

Il buon Guercini (già con una lista all’opposizione del Pd, oggi sua concubina) osserva compiaciuto che l’impianto ha delle potenzialità che potranno essere sfruttate e così lusinga il Franceschi che, rassicurato da tali smancerie, ha finalmente scoperto, oggi, di dover temere ben altri commissari, ma che però non l’hanno poi affatto “bastonato” [2]. [2]. Inteso in senso metaforico, altrimenti, Pedrito chiama l’Avv. Elena Augustin che si consiglia con l’Avv. Meoni e ci querelano. Poi in Procura chiamano i CC della PG che dicono che a loro “sembra” chiara la minaccia e “ritengono” dimostrata la volontà aggressiva e, così in soli 90 giorni fanno il rinvio a giudizio d’accordo con il Gip. È già successo.

Non doveva forse indignarsi – il compagno Guercini – per la dimostrata inerzia della Regione demokrat che ha eluso la corretta programmazione impiantistica da anni, e che oggi userà questo ritardo in modo conveniente e strumentale per scongiurare l’emergenza di accumulo dei rifiuti?

Massimo Vannuccini vive in un pesante conflitto: si può “sparare su un figlio” qual è l’impianto del Cis per il PD?

In altri termini, lo userà per sollecitare una “conversione capestro” che non prevederà rinvii o eccezioni sul progetto, risultando urgente e decisiva in soddisfazione delle richieste di qualche multi-utility che si prenderà il “gioiellino” per rilanciarlo all’uso intensivo per altri 40 anni. Fantapolitica? Ci rileggeremo tra un lustro.

Chiudiamo, rendendo onore a Bartoli che ha richiamato la drammatica vicenda della famigerata “indagine epidemiologica”, avviata nel 2010 di cui nessuno ha più saputo niente (la Biagioni nel 2010 era studente universitaria e non conosceva la prise de cul: Pedrito ha detto che “non sapeva nulla”, ma che si informerà per le eventuali novità. Ma  ci saranno? E se ci sono, perché non le hanno riferite ai sindaci?

Insomma, le contraddizioni e le illogicità emergono a ogni svolta e l’inceneritore viene confermato come una risorsa e applaudito anche da questa amministrazione – distintasi, infatti, non per il cambiamento, ma per la politica del consociativismo in salsa diccì –. Una realtà tanto cara a Magnanensi e alla Ciampolini che ne apprezzavano i fatturati, ma non le diossine e le polveri fini, ignorandole.

Come del resto ha sempre fatto anche la procura della repubblica, sempre tenutasi in disparte secondo il principio universale dei «bassi profili» del dottor Dell’Anno.

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]


Print Friendly, PDF & Email