
AGLIANA. Surreale, scoppiettante e contraddittoria la sessione, conseguente alla fuoruscita delle diossine, della Commissione ambiente: con numerose esternazioni e di vari attori. Ha fatto fatica la Presidente Salaris a contenere il pubblico e, infatti, ha imposto e impedito l’uso dell’impianto microfonico della sala consiliare, con una dura reprimenda di un cittadino debole di udito.
Si inizia dalla categorica risposta del commissario Fragai, che ha respinto le denunce del consigliere Ciottoli, sulla dimostrata (a suo giudizio) “piena indipendenza gestionale” della Spa Cis rispetto ai Comuni proprietari che anche noi abbiamo più volte proposto all’attenzione dei lettori.
Fragai – che di queste cose se ne intende –, ha ribadito che i tre Sindaci sono anche, “di fatto”, padroni dell’impianto e ne indirizzano la gestione e il controllo in modo consapevole e diretto – specie quando auspicano, vi viene da chiedere? Lasciamo stare i dettagli sulla reticenza di Marco Mazzanti (lui, il giorno 1 settembre era intenzionato a non fare uscire notizie che avrebbero dato inquietudine alla cittadinanza, ma non certo di Quarrata) e che, il primo lancio della notizia è avvenuto sul nostro giornale in anteprima, cosa che li ha costretti democraticamente all’outing.
Le motivazioni sulle cause dello sforamento? “Non le chiedete a noi – dicono i dirigenti del Cis –, le possiamo solo supporre: ce le dovrà spiegare Ladurner. Anche noi aspettiamo una relazione e niente sappiamo dirvi di esatto”. Loro non sanno mai nulla.
Il blocco della linea 1? “Mica è stata chiusa: l’Arpat non l’ha mai detto di chiuderla e noi, attendiamo solo per un ragionevole principio di prudenza e sicurezza”.
Se i carboni attivi erano stati verificati al loro ingresso? “Certo. Però noi non possiamo sapere sul punto, data la sovrapposizione di diverse partite, confuse e non riconoscibili!”. Insomma: è tutto un teatrino delle marionette. Inutile dire che sulle chiare incongruenze gestionali delle “corrispondenze” (tardive) tra il laboratorio Ecolstudio e la Ladurner, il bravo e attento ingegner Perruccio non ha saputo che dire, allargando le braccia sorpreso di tanta acutezza critica nella lettura dei documenti.
La gestione del Cis è trasparente e corretta, però i cittadini (e soprattutto i giornalisti) devono fare delle domande corrette, evitando di divagare su questioni che possono essere oscure o imbarazzanti: insomma, secondo l’ottica del consenso, “giornalisti, statevene zitti e non disturbate!”.
Riepiloghiamo: Ladurner S.r.l. è ospite in casa del Cis Spa ma, quest’ultima, non è Ladurner e Ladurner non è il Cis; ed entrambe non sono i tre Comuni proprietari che le devono controllare e far gestire l’ambaradàn.

Le comunicazioni tra gli attori? Non sono “orali” (ai nostri, non piace usare il telefono!): viaggiano sulla rete telematica, anche se la notizia dello sforamento/incidente/anomalia viene dalla scrivania della stanza accanto. Questioni di formalità che non sono state scelte dagli uomini chiamati a governare l’impianto a tre teste (fumanti e pensanti), una per ogni linea di combustione.
Non sono certi delle cause, ma tutti insieme non hanno escluso di intraprendere un’ulteriore azione di risarcimento nei confronti della Carboitalia S.r.l. che avrebbe fornito una partita “difettosa”, da cui si è scatenato il finimondo luglio-agostano.
Insomma, un’autentica “Babele parlamentare” dove ognuno poteva dire tutto e il contrario di tutto, smentendo quello che aveva detto poc’anzi il potente e indiscutibile commissario Fragai e suscitando le chiare irritate proteste della platea, nauseata, e ormai intollerante delle evidenti reticenze che permeano da decenni l’ambiente dell’inceneritore (e non, come dicono loro, del termovalorizzatore: perché, che cosa valorizzerebbe? La cacca mortale che esce dai sui sfintèri in aria?).
Almeno la presidente Salaris – vivaddìo – parlava a voce alta facendosi bene capire e ha richiamato un consigliere dell’opposizione che aveva impertinentemente osservato di rivivere la supercazzola del celebre “Amici miei”: questa si è materializzata sul botta-e-risposta tra il consigliere Guercini e Franceschi, per una contestazione di una prescrizione tratta da una lettera di Arpat.
La commissione non ha capito se l’Arpat vuole che la linea 1 sia chiusa o riapra e probabilmente, l’integerrima Salaris ne chiederà una estrinsecazione al direttore il dott. Claudio Coppi.
Vedremo: serve un’interpretazione autentica della proposizione cifrata per sapere se il forno deve stare aperto o chiuso. Lo spieghi Coppi, in modo chiaro. Mangoni ha fatto una dichiarazione tesa a rassicurare e scongiurare il ripetersi d’incidenti e questa volta è stato attento: non ha auspicato proprio un bel niente. Ci ha confermato che lui, è la massima autorità sanitaria sul territorio.
Finalmente, questo è un dato certo e confermato – ma speriamo che serva a qualcosa!
5 thoughts on “INCENERITORE, SFORAMENTI & COMMISSIONE AMBIENTE: COSÌ “LA COLPA MORÌ FANCIULLA””
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