inceneritore. SI LEGGE LA RELAZIONE ARPAT E LA FRATONI SI INQUIETA

Inceneritore. Tavolo istituzionale a Montale. 1
Inceneritore. Tavolo istituzionale a Montale

MONTALE-PIANA.  Il silenzio è la vera e unica soluzione per l’impianto di incenerimento del Cis.

Infatti non s’era mai vista l’Assessore regionale all’ambiente, Federica Fratoni, andare su tutte le furie rimproverando – e  questo con toni velatamente minacciosi – un dirigente medico dell’Usl (la dott.ssa Lidia Marino Merlo) che aveva semplicemente consultato la relazione dell’Arpat di Pistoia, elaborata  in un team di super specialisti.

Maria Sargentini e Andrea Poggi di Arpat
Maria Sargentini e Andrea Poggi di Arpat

L’Arpat, nella relazione, si duole di dover ammettere che neanche il gruppo di lavoro specialistico (creato con Dg. 77 del 6/5/16 e proprio con il contributo dell’esperto di impianti Gianfilippo Gubinelli) è riuscito a cavare un “ragno dal buco” e a dare risposta univoca, congrua e condivisibile all’evento dello sforamento dell’estate 2015.

La relazione dell’Arpat (che potrete trovare nel link in basso e non ancora – o forse mai – nel sito istituzionale del Comune di Montale) è davvero calda, perché conferma la presenza di persistenti anomalie che rendono l’impianto incontrollato e incontrollabile.

Federica Fratoni
Federica Fratoni

Una delle più gravi è che il sistema di campionamento (Sme) non funziona quando il forno si svuota e la camera di post-combustione scende al di sotto degli 850 °C; l’altra è la completa incomprensione delle cause dello sforamento del 2015 a distanza di 18 mesi: questi due motivi sono molto gravi e rilevanti, tanto da far pensare a richiedere una nuova Aia.

Ma non solo: la relazione è molto critica e lamenta la mancanza di trasparenza sulle attività di studio dell’impianto, condotto in modo niente affatto agevole dal team regionale di esperti appositamente nominato.

La dott.ssa Marino Merlo ha sostituito il dott. Michelangelo Bolognini, compianto da cittadini, colleghi medici e Comitati (Paola Gelli dice che sarebbe lassù, in Paradiso, a ispirare i suoi colleghi, sopravvissutigli in costanza di silenzio istituzionale nell’organico del Dipartimento prevenzione di Usl). La Merlo altro non avrebbe detto che quello che emerge dalla relazione di Poggi.

L’atto è preoccupante per come rappresenta numerose criticità denunciate in modo diretto e indiretto dalla super analisi di un team specialistico dell’Agenzia di Protezione dell’Ambiente.

A parere della presidente del Comitato antinceneritorista, Paola Gelli, e dell’Associazione Abc, Rosanna Crocini, siamo giunti a una svolta storica, viste le evidenze di atti che sono dimostrativi di omissioni e silenzi che, avendo anche una chiara rilevanza penale, farebbero smuovere i vari dirigenti e funzionari pubblici a “scrivere” e bene in chiaro. A chi “resterà in mano la scopa” in questo ballo di “non vedenti, non udenti e non parlanti”?

CoppiA Federica Fratoni sono saltati i nervi non certo perché le evidenze di malagestione della società Ladurner apparirebbero nero su bianco nella recente relazione firmata da Andrea Poggi – che, purtroppo conferma quella del 2015, firmata dal dott. Claudio Coppi – ma perché qualcuno lo ha evidenziato in una pubblica commissione.

L’assessora ha tentato di soffocare un genuino parere reso in libertà dalla funzionaria dell’Usl che avrebbe coraggiosamente fatto una lettura completa, in scienza e coscienza, delle numerose  denunce sulla malagestione dell’impianto di incenerimento di Montale.

Avremo anche a Pistoia un altro caso Fabio Zita, magari in nome delle pari opportunità di genere?

[Alessandro Romiti]

Scarica: http://www.arpat.toscana.it/documentazione/report/indagini-arpat-sulla-anomalia-allinceneritore-di-montale-pt-dellestate-2015

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