L’Assessore regionale Monia Monni conferma le nostre storiche intuizioni: l’inceneritore resterà aperto! Ridicola la posizione di Alberto Fedi che propone le sue indignate proteste, con una ennesima “interrogazione” di circostanza, dopo anni di reticenza e paludata collusione con gli inceneritoristi demokrats.
PIANA. L’uscita dell’Assessore regionale all’Ambiente Monni apparsa sulla Nazione del 6 scorso, non ci ha sorpreso.
Noi avevamo denunciato – e da sempre, anche recentemente – registrando le struggenti uscite di Franceschi in Commissione ambiente ad Agliana – che l’ipotesi della “chiusura” era una menzogna: una sfacciata falsità.
Nel 2023 l’inceneritore non sarà infatti chiuso e ridicola è stata la cantilena dei vari partiti che hanno assecondato le ipotesi di revisione impiantistica del “gioiellino” per convertirlo in un analogo impianto per la produzione di syngas (con i medesimi effetti di ricaduta ambientale).
Una ipotesi utile ad allungare il brodo della menzogna.
Dunque, niente di nuovo sotto il sole, ma è davvero significativa la posizione del consigliere di opposizione montalese Alberto Fedi, un politico di “rispetto” al Cis e parimenti alla Ladurner, società impiegata nella gestione dell’impianto vista la vicenda dell’impronunciabile (dagli amministratori tutti, non dai due “finti” litiganti) lodo di arbitrato che vede ipotecati tre milioni di euro per le Amministrazioni comunali proprietarie che porteranno il conto ai cittadini.
Dov’era Alberto Fedi, quando l’inceneritore è stato “bloccato” dal ridicolo corto circuito del 20 Agosto del 2018, motivato con la più surreale causa di ceneri svolazzanti da un incendio sull’argine dell’Agna in diverse commissioni congiunte?
E dov’era quanto la Procura di Pistoia, ha proceduto alla richiesta di archiviazione al Gip dei numerosi illeciti (secretati alla consultazione di Legambiente e il Comitato antinceneritorista)?
Non dubitiamo che il N.h. di centro destra era bene consapevole dei fatti denunciati, ma anche per la vicenda della ridicola relazione della srl Desmos e delle contraddittorie dichiarazioni di Usl Toscana Centro e Arpat, fatte in seguito all’inchiesta e da lui conosciute come commissario. Ma perché fece silenzio?
Il Fedi era anche uno dei sottoscrittori dell’esposto che è stato proposto all’archiviazione, dopo un lustro (sono 5 anni, per chi non lo sapesse) di defatiganti indagini, con migliaia di atti non facilmente consultabili e razionalmente comprensibili.
Sull’argomento, i referenti di Legambiente e del Comitato antinceneritorista hanno già proposto le loro ardenti proteste, proprio contro l’atteggiamento di “basso profilo” che a Pistoia è prassi consolidata: lo disse anche il Procuratore Canessa alla commissione parlamentare!
Il silenzio e la riservatezza sono massicci come si usa nella città dei sepolcri imbiancati: qui la Procura non ci risulta che abbia avviato le utili intercettazioni telefoniche come, per le vicende del glifosate, del cloruro di vinile monomero, il Cassero e altre facezie.
Dunque i cittadini, si rassegnino: la Monni ha spiegato chiaramente che sull’incenerimento dei rifiuti “non ha pregiudizi” ma l’Assessora si è mai chiesta per quale motivo “è difficilissimo realizzare nuovi inceneritori”?
Vuole che glielo spieghiamo noi?
PS: per il SIndaco di Agliana. In chiusura dell’ultima Commissione Ambiente, si impegnò a fare una verifica dei lavori avviati nel 2010 per l’indagine epidemiologica sullo stato di salute della cittadinanza. Che cosa gli hanno risposto a 8 mesi dalla richiesta? Forse non lo dice se non ha una richiesta specifica? Gli piace anche a lui il silenzio e il “basso profilo”? Non si ricorda di quando protestava – come consigliere di opposizione – contro le “autorità costituite” care alla Martucci – per l’inerzia sulle vicende del gioiellino?
Alessandro Romiti