QUARRATA. Il social network più famoso al mondo, a volte, fa fare incontri bizzarri e “ravvicinati”. È quanto è successo recentemente tra Daniele Manetti, noto esponente di Legambiente e Simone Benelli, anche lui quarratino, scrittore di romanzi gialli.
“Ho conosciuto Daniele Manetti tramite facebook, e dire – spiega Benelli – che abita a pochi metri dove io cinquant’anni fa sono nato, ad Olmi di Quarrata. Dopo la memorabile alluvione del 1966 i miei genitori decisero di traslocare mentre Daniele è rimasto lì e in tutti questi anni ha lottato e continua a lottare per l’ambiente”.
Simone Benelli è uno scrittore di romanzi gialli, ha esordito lo scorso anno con “Una rosa nera” che Daniele Manetti ha letto e criticato positivamente ritenendolo un romanzo giovane e frizzante. È da allora che è iniziata la conoscenza reciproca tra l’ambientalista e lo scrittore. “Dopo alcuni incontri telefonici e di scambi culturali e professionali – spiega Simone Benelli – Daniele mi ha raccontato la sua passione per tutto ciò che riguarda l’ambiente, problematiche ambientali e prevenzione luoghi di lavoro con Legambiente e Gart (Gruppo Accademica Regione Toscana). Abbiamo fissato un incontro sempre ad Olmi. Il luogo è il Bunker Partecipativo. Un nome che sinceramente mi aveva fatto preoccupare. Arrivato all’appuntamento, ho suonato il citofono aspettando – aggiunge in modo ironico – che mi aprissero la porta uomini con maschere antigas e tute anti-batteriche. Non è stato così. Al dì la della porta si è materializzato un signore entusiasta di incontrarmi e in un ambiente del tutto opposto ad un bunker, accogliente e alla mano. Mi ha detto che quello era un sito aperto a tutti i cittadini, ai comitati, disponibile per riunioni e incontri”.
L’incontro con Daniele Manetti è stato anche l’occasione per parlare nuovamente del mio lavoro ad un anno dalla sua pubblicazione. “La prima domanda che mi ha fatto era finalizzata a sapere cosa pensassi realmente del mio libro. Una domanda quasi a bruciapelo…”. “Non è stato facile rispondergli, anche perché non è stato un libro studiato a tavolino o in modo razionale. Mi ricordo che poco più di un anno fa, come un fulmine a ciel sereno mi era entrata in testa tutta la trama del libro, senza un motivo logico, senza una ragione. Ho iniziato a scriverla capitolo dopo capitolo, personaggi dettagliati, alcuni di mia invenzione altri conosciuti personalmente. Anche sul luogo dove svolgere la trama non ci sono stati dubbi: Firenze. La città nobile, indiscutibilmente la culla del Rinascimento, tra monumenti, palazzi ed arte; è li che si nasconde un male che inquieta e angoscia. La protagonista è l’ispettore Gemma, istintiva e dagli anticonvenzionali metodi di indagine cerca di fermare il più terribile serial killer degli ultimi tempi… Quando il manoscritto era finito, l’ho fatto leggere ad alcuni amici e le mie intenzioni erano di fare una singola copia da tenere nella mia libreria. Così, senza ambizioni, ma la cosa come al solito è andata esattamente all’opposto. Gli amici mi hanno convinto di pubblicarlo, il manoscritto meritava di essere portato al pubblico. Così è stato”.
E adesso? “Adesso è un anno dall’uscita di Una rosa nera. In questo periodo ho scritto dei racconti per il concorso “Biblioteche in giallo” organizzato dalla biblioteca San Giorgio di Pistoia con esito di un quarto e primo posto. Adesso sto scrivendo un giallo svolto interamente allo zoo di Pistoia. Un giallo che appassiona sia ragazzi che adulti. La trama è articolata: parlerò della convivenza tra animali e uomini, della salvaguardia delle specie, degli uomini corrotti e dell’ambiente, tutte situazioni che ci riguardano”.
Daniele Manetti ha illustrato a Benelli in cosa consiste il suo impegno che svolge come volontariato sull’ambiente. “In particolare – conclude – sono rimasto affascinato da quello che mi ha detto a proposito di un oggetto di cui avevo ho letto qualcosa sul libro di Dan Brown “Inferno”. Mi ha parlato del Drone, un piccolo elicottero telecomandato munito di telecamera con un raggio di 25 Km. Utilizzato un tempo dalla C.I.A. e F.B.I. per ricognizioni militari, adesso utilizzato al servizio degli enti pubblici per un controllo del territorio. Daniele è stato uno dei collaboratori di questa nuova tecnologia e la mia collaborazione con Daniele Manetti sarà sicuramente fruttifera”.
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