Non dobbiamo stupirci se i giornalisti pistoiesi non raccontano mai nulla di ciò che è davvero importante per la vita dei cittadini e se – come dinanzi a un caso-Mancini – fingono di non sapere ciò che c’è sotto. Se parlano, infatti, rischiano di finire in aula al posto dei veri colpevoli. Ma tutto questo è ammissibile? È costituzionalmente corretto? Ed è giusto e morale chinare sempre e comunque la testa, a danno, soprattutto, dei «cittadini comuni» e delle loro vite rese da schiavi?
di ALESSANDRO ROMITI
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GENOVA-PISTOIA. La Procura generale di Genova rinvia a giudizio 59 soggetti diversamente riconosciuti responsabili per la tragedia del Ponte Morandi, con solo 6 tecnici che vedono stralciata la loro posizione di indagati.
Negli stessi giorni, a Pistoia, la Procura della Repubblica del signor Tommaso Coletta ha disposto il rinvio a giudizio per i giornalisti che hanno denunciato le omissioni del fu comandante Andrea Alessandro Nesti per la omessa procedura di sicurezza del Ponte di via Matteotti ad Agliana.
Un caso emblematico, che spiega chiaramente – se mai ve ne fosse bisogno – l’uso delle querele bavaglio che tanto piacciono (questa è la nostra convinta impressione) ai Pm di Pistoia: al titolare delle indagini, il signor Claudio Curreli, sembra non piaccia leggere i nostri documenti on line. È forse troppo impegnato, come coordinatore di Terre Aperte, a seguire e favorire i clandestini che entrano in Italia senza alcun diritto? (Neretto del direttore Bianchini – n.d.r.).
Tutto questo è stato inoltre compiutamente realizzato con l’intervento ammorbidente (senza Perlana) della Polizia giudiziaria della Procura.
I due sottoufficiali Panarello (Roberto e Placido) produssero, sull’argomento, una relazione parziale e perciò fuorviante, riportando unicamente le opinioni dell’oste (in metafora il dottor Nesti, già noto a loro in quanto vicepretore onorario della stessa procura) sulla qualità del “vino servito a tavola”.
A Pistoia, del resto, usa così: si fa parlare l’indagando e si omette di soddisfare a pieno la norma che impone all’inquirente di raccogliere tutte le prove e non solo quelle utili ad una sola parte (violazione dell’art. 358 del codice di procedura penale?) [capoverso del direttore Bianchini – n.d.r.].
Non è questo un esempio di “mondo alla rovescia” dove i giornalisti che denunciano le storture vengono perseguitati e non incoraggiati? Valutate voi, lettori, i link che abbiamo introdotto permettono di ripercorre le varie vicende.
I due luogotenenti della pg-carabinieri si “dimenticarono” di chiedere ai colleghi carabinieri di Agliana se le ordinanze di limitazione del traffico sul ponte dell’A11 le aveva emesse la polizia municipale o l’ufficio lLavori pubblici guidato dall’ing. Massimo Giorgi (fino al 2019) o altri. La risposta sarebbe stata decisiva e illuminante, ma la domanda non venne mai posta. Il signor Curreli, e con lui il signor Coletta, se lo sono mai posto il problema del perché di questa emozionante svista? [Neretto del direttore Bianchini – n.d.r.].
L’integrazione – a indagini concluse e rinvio a giudizio avvenuto – la abbiamo fatta noi, sentendo il dirigente del settore, Giampaolo Pacini, che chiaramente ha confermato la pubblicazione di 7 ordinanze di limitazione del traffico emesse dai vigili e nessuna dai Lavori Pubblici.
Se questo è giustizia, terzietà, imparzialità e legge uguale per tutti, ce lo assicuri ora la procura.
Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]
di cambiare strada?
Non dobbiamo stupirci se i giornalisti pistoiesi non raccontano mai nulla di ciò che è davvero importante per la vita dei cittadini e se – come dinanzi a un caso-Mancini – fingono di non sapere ciò che c’è sotto.
Se parlano, infatti, rischiano di finire in aula al posto dei veri colpevoli.
Ma tutto questo è ammissibile? È costituzionalmente corretto?
Ed è giusto e morale chinare sempre e comunque la testa, a danno, soprattutto, dei «cittadini comuni» e delle loro vite rese da schiavi?
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
One thought on “indagini & polizia giudiziaria. GENOVA RINVIA A GIUDIZIO 59 INDAGATI: LA PROCURA DI PISTOIA CI MANDA I GIORNALISTI CHE HANNO SEGNALATO IL CASO DEL CAVALCAVIA DI VIA MATTEOTTI”
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