informazione & bavagli. CANTIERI COMUNALI CHIUSI, DIPENDENTI A BRACCIA CONSERTE E RISCHIO-PROCURA IN ARRIVO: MA I GIORNALI ORGANICI NON SEMBRA SI SIANO ANCORA SVEGLIATI DAL LETARGO

L’assessore Alessio Bartolomei ha i cantieri bloccati, ma la stampa cittadina non lo sa?

 

Da oltre un mese una cinquantina di dipendenti pubblici sono agli «arresti cantierali»: non lavorano, riscuotono e nessuno “si muove per darsi una mossa”. Si parla di esternalizzare i lavori e intanto sono scintille fra l’assessore Bartolomei e l’architetto Silvetti

 

È PASSATO circa un mese da quando il comando Carabinieri Nucleo Tutela del Lavoro effettuò (a seguito di esposto) il primo sopralluogo al cantiere comunale di Pistoia, dove ebbe modo di contestare varie violazioni alle normative; fra le tante la mancata effettuazione dei corsi sulla sicurezza previsti dal D. Lgs. 81/2008 più volte richiesti dai lavoratori (e dalla Rsu); ambienti non a norma e in condizioni fatiscenti; gabinetti non a norma (e vergognosi è stato riferito da alcuni lavoratori); impianti elettrici fuori norma, tetti di eternit talmente vecchi da costituire un reale pericolo per la salute dei dipendenti.

A seguito del primo sopralluogo fu disposto l’immediato blocco dell’utilizzazione del cantiere per evidente inagibilità, con il risultato di fermare l’attività di tutti gli operai (circa 50 persone). Fu anche intimata la messa a norma della struttura e l’effettuazione dei corsi.

Da tenere presente che la normativa sulla sicurezza del lavoro prevede che se vengono rispettate le prescrizioni, la procedura si conclude con la contestazione di un semplice illecito amministrativo e il pagamento delle sanzioni: ma se invece le prescrizioni non vengono rispettate, nei tempi concessi, ogni violazione si trasforma in illecito penale con conseguenze facilmente immaginabili.

Dopo circa un mese la situazione sembra essere la seguente:

  1. una cinquantina persone ogni giorno si presentano inutilmente al lavoro e rimangono per sei ore nel piazzale sotto l’ombrellone a fare niente, non potendo neanche cambiarsi: si stanno lamentando di questa vergognosa inerzia
  2. i lavoratori di cui sopra sembra che riscuotano anche la reperibilità, che però non esiste, per le condizioni in cui versano i cantieri
  3. nessun lavoro di messa a norma è stato effettuato. Per rendere tutto nuovamente agibile, occorrerebbero diverse migliaia di euro. Dal momento che la situazione era stata totalmente lasciata andare, sembra che non sia stato fatto neppure il minimo possibile per iniziare ad affrontare il problema
  4. a questo punto si sta addirittura ragionando di chiudere tutto e di esternalizzare il lavoro. Qui, tuttavia, sorge una domanda: perché di recente sarebbero state assunte dieci nuovi dipendenti?

Il dirigente responsabile è l’architetto Silvetti di Prato; l’assessore di riferimento è Alessio Bartolomei, più volte – sembra – ascoltato sul tema.

Al secondo sopralluogo dei carabinieri è stato rilevato – così si dice – che nessuno ha fatto niente per mettere a posto la situazione: e immediatamente sarebbe iniziato il classico scaricabarile fra dirigente (che non avrebbe avuto a bilancio le risorse per realizzare l’operazione) e amministrazione (che alzerebbe l’indice verso il dirigente).

Radio Scarpa riferisce, inoltre, che vi sarebbe stato un litigio fra dirigenti circa le problematiche di formazione, situazione che alla fine si sarebbe potuta affrontare e risolvere, e che costituisce una delle violazioni più gravi fra quelle contestate.

L’arch. Silvetti avrebbe accusato Chiara Pierotti (dirigente del personale e che gestisce la formazione di tutto l’ente) di non aver provveduto gestendo direttamente lei il capitolo di spesa. Di contro la Pierotti avrebbe risposto di non aver avuto richieste da parte di nessuno.

E la colpa morì fanciulla

In definitiva la situazione finisce per ricadere, come al solito, sulle spalle del contribuente: 50 persone a far niente per 6 ore al giorno pagate anche per la reperibilità che non effettuano, il tutto ormai da 30 giorni.

Dunque in questo momento la cifra si aggirerebbe su circa 135.000 euro già buttati al vento; ma che in tre mesi potrebbero diventare 405.000; e con lo stallo di una situazione che nessuno sa come risolvere.

Dopo le sanzioni amministrative dei carabinieri arriveranno anche quelle penali dalla procura della repubblica o no? E, dulcis in fundo, visto lo spreco e l’inerzia forzata dei lavoratori a carico dei contribuenti, scenderà in campo anche la Corte dei Conti?

La cosa che sembra più interessante, è il silenzio ermetico che la stampa locale attovagliata – quella, per intendersi, che non rischia mai di finire agli arresti domiciliari per stalking giornalistico – ha riservato a questo non secondario problema.

Tutto silenzio in Pistoia-Sarcofago e dannunziana città del silenzio

[redazione@linealibera.it]


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