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MAL NON FU MAURIZIO CIÒTTOLI,
MA OR S’È PERSO NE’ VIÒTTOLI
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Ciottoli si è fatto togliere la pubblicità del suo autonoleggio dalla testata del nostro giornale. Ha fatto bene perché poteva infettarsi di una grave malattia: la coerenza, dimenticata da quando è assessore e deve mediare.
CHE IN ITALIA siano più i dementi che le persone normodotate è ormai evidente dal fatto che 60 milioni di bischeri accettano che un non-presidente della repubblica imponga, sulla scia di Napolitano, governi del cazzo non eletti da nessuno e lasciati lì apposta a far marcire gli italiani con frontiere aperte e imbarchi di Africa da fare schifo.
Se gli italiani fossero davvero nazi-fascio-leghisti come dice Enrico Rossi l’Illuminato di Bientina, presidente della Toscana rosso-dittatura, pattuglie bene organizzate di SS antimmigrazione, e di squadristi di pura razza ariana, rastrellerebbero tutte le risorse che la minEstra Lamorgese fa entrare nel piatto-Italia a metà prezzo ogni giorno: e tanto che, checché ne dica il sindaco di Lampedusa, le barche dei neri non sarebbero state date alla fiamme dalla gente che ne ha i coglioni pieni di essere invasa.
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Il cretinismo senza limitismo delle minoranze radical chic che s-governano solo perché qualche pseudo-presidente ce le tiene a forza, almeno finché non avranno consegnato l’Italia alla Germania e all’Olanda davvero naziste, ce ne dà esempi concreti[ni] ogni giorno, ora che la bigotteria catto-com ha omogeneizzato al Plasmon del politically correct perfino molti di coloro che storicamente non apparterrebbero alle «brigate rosse degli imbecilli».
Parlo di certa destra meloniana, in questo caso. Quella destra che, arrivata al governo di Agliana, ha iniziato a s-governare perché le si è rotto il freezer e il cervello, che aveva quando era all’opposizione, ha fatto come un gelato alla crema sotto il sole del 15 agosto a Mondello: gocciole appiccicose e puzzolenti d’uovo sparse dappertutto.
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Ovviamente la colpa è di noi di Linea Libera che siamo più appestati dei cinesi di Wuhan e rompiamo i coglioni più di uno schiacciasassi.
Almeno così dicono loro, cioè l’assessore Maurizio Ciottoli, il sindaco Luca Benesperi e la gerarchia comunale, dalla signora Aveta all’ultimo bidello rosso di Agliana. E questa sì che è una potenza di fuoco, non le pisciate della ripartenza e le promesse del Conte del Kazakistan, amico delle plebi docili!
Niente di più sbagliato, signori omologati, intimiditi e stracotti dalla sinistra di Rino[ceronte] [nau]Fragai, dal minestronaro Paolo Magnanensi, dalla vìspola Eleanna Ciampolini e dal suo entourage in cui non manca un iperattivo tuttologo come Guido Del Fante, che sa andare in scooter e si crede già novello Carlo Marx del “nuovo ordine mondiale accogliente” caro alla chiesa aglianese filopakistana sostenuta da sua Eminenza Paolo, SREC sanctae romanae ecclesiae cardinalis Tofani.
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Fra scariche di diarrea causate dalla paura dei comunisti-postBaranowski (che, se non mangiavano i bambini nel 50, figuriamoci se possono masticare e digerire costole coriacee come un sindaco o un assessore che si dichiara indignado alla spagnola) e tanta segatura quanta ce ne può essere in un’officina meccanica dopo che si è rovesciata a terra una zàngola di olio usato, la soluzione migliore per una giunta incapace di muoversi (o forse già paralizzata) come quella di Agliana, è dire, come morte a Salvini (frase canonica per il Cardinal Tofani), morte a Linea Libera.
La verità è, purtroppo, un’altra: che dall’alto Kommandantur pistoiese l’ordine è chiaro. E quest’ordine, impartito da Patrizio La Pietra, è: «Niente procure, per carità! Sono un barbiere di qualità!». In altre parole: concertazione, (Costa) concordia, vivi e lascia vivere, non svegliare il can che dorme, «amico caro, fatti li cazzi (alla Razzi) tua!» e così via.
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A questo punto, cari amminEstratori (proprio così) di Agliana, avete una sola via da battere: tagliatevi i coglioni e appendeteli al lampioncione dinanzi alla Cattedrale Paolina.
Sarete – così – sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento. E al prossimo turno preparatevi all’arrivo della troika, che ad Agliana è incarnata nella trinità Pd-Chiesa-Misericordia.
Miserere nostri, Domine, miserere nostri!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Un dollaro d’onore (film, 1959)
Spesso mi chiedevano: «Preferisci uno stronzolino d’oro o una statua di merda?».
Voi cosa preferireste?