inquinamento. POLVERI FINI NELL’ARIA, A VIGNOLE–BOTTEGONE QUATTRO VOLTE SOPRA IL LIMITE

La presentazione dei dati

QUARRATA. Svariate volte Legambiente Quarrata ha denunciato la pessima qualità dell’aria nelle zone della piana pistoiese. È tornato a farlo nell’assemblea svoltasi recentemente presso l’auditorium della Banca di credito cooperativo Alta Toscana e nei giorni scorsi con la pubblicazione dettagliata di una relazione che comprende, come convalida dei dati raccolti dai volontari, anche il report prodotto dalla Regione Toscana Analisi polveri fini e superamento dei limiti nel comune di Quarrata redatto dal Dott. Furio Forni del Settore Servizi pubblici Locali, Energia e Inquinamenti Direzione Ambiente ed Energia della Regione Toscana.

Sia i “polverometri” (analizzatori sperimentali del Cnr) installati da Legambiente a Olmi e a Stazione di Montale che le centraline ufficiali dell’Arpat hanno evidenziato la presenza di polveri fini nell’aria quattro volte sopra il limite medio annuale a Vignole (nel comune di Quarrata) e a Bottegone (nel comune di Pistoia).

Dalle misurazioni e dal report redatto emergono dati allarmanti sul territorio della piana pistoiese e proprio per questo Legambiente torna di nuovo a lanciare il proprio appello perché si intervenga il prima possibile per salvaguardare la salute dei cittadini.

L’area di superamento piana Pistoia Prato

“È fondamentale che i risultati analitici e sperimentali siano utilizzati e finalizzati a migliorare la qualità dell’aria nella nostra piana”, ha detto Daniele Manetti, presidente di Legambiente Quarrata.

Le misurazioni riguardano i dati del mese di febbraio 2018 ed inizio del mese di marzo, periodo particolarmente sensibile alla problematica dell’inquinamento dell’aria. Mentre gli analizzatori ufficiali Arpat fanno un’analisi ponderata sulle 24 ore (un filtro viene pesato e poi ripesato dopo il passaggio dell’aria per 24 ore, in base alle leggi vigenti), gli analizzatori sperimentali Cnr effettuano un’analisi ogni 5 minuti, in modo tale da rilevare i picchi con breve durata, nell’arco di una giornata. I valori di concentrazione sono espressi in microgrammi/metro-cubo e riportano l’andamento nell’arco del periodo di analisi

Per gran parte del periodo analizzato, le concentrazioni di polveri fini nell’aria risultano al di sopra del valore limite medio annuale, fissato per legge a 25 microgrammi/metro cubo, soprattutto per quanto riguarda le misurazioni effettuate dalla centralina sperimentale Cnr – Legambiente Quarrata presso Olmi –Vignole, in pieno accordo con i risultati ufficiali delle analisi effettuate dalla Regione Toscana (progetto PATSO2 e similari).

La mappa delle differenze medie di concentrazione Pm10

Il particolato fine nell’aria, risulta largamente al di sopra di tale limite, con picchi addirittura intorno a 100 microgrammi/metro cubo

Il superamento in tale periodo è imputabile ad una serie di fattori, in particolare: condizioni meteo sfavorevoli (persistenza di alta pressione con inversione termica e assenza di vento: aria schiacciata al suolo), traffico veicolare intenso (legato anche alle festività), consumo di biomasse per il riscaldamento (caminetti/stufe/caldaie a legna, pellet, cippato o similari), abbruciamenti all’aperto (nonostante le ordinanze che vietano tali operazioni).

Di contro la centralina sperimentale Cnr-Legambiente Quarrata installata presso Montale, a fianco della stazione di rilevamento ufficiale Arpat, ha restituito risultati delle concentrazioni di particolato fine PM2.5 del tutto comparabili con quelli ufficiali ricavati dal sito Arpat

I grafici resi disponibili da Regione Toscana e Legambiente sintetizzano i dati raccolti: le zone di colore marrone scuro (Bottegone) sono quelle con più concentrazione di polveri sottili, mentre le zone colorate giallo chiaro (Pistoia e Montale) sono quelle più pulite, passando da zone intermedie colorate con le varie sfumature del giallo e del marrone, come le zone di Stazione e di Agliana.

“L’inquinamento da polveri – scrive Daniele Manetti — non riguarda solo gli agricoltori, ma anche per esempio i genitori che portano i figli a scuola in auto provocando pericolose e copiose emissioni di polveri sottili, proprio di fronte a siti sensibili quali gli edifici scolastici”.

Le differenze rispetto a Montale

Sempre per quanto emerso dal report, le principali sorgenti di emissione nel periodo più critico (autunno-inverno) sono imputabili ai seguenti fattori:

– Combustione di biomasse: 42.4 %;

– Traffico: 15.9 %;

– Secondari da combustione: 11.4 %;

– Suolo locale: 7.9 %;

– Inceneritore: 4.8 %.

Per risolvere il problema Legambiente Quarrata come anticipato più volte propone la strada della energia rinnovabile con l’installazione di un parco fotovoltaico all’interno delle casse di espansione. “L’inquinamento da polveri fini deriva in larga misura dalla combustione della biomasse. Pertanto le contromisure per la riduzione di tali fonti di inquinamento – aggiunge Manetti — comprendono il divieto di utilizzo di biomassa per il riscaldamento nelle nuove costruzioni o ristrutturazioni nelle aree critiche, accordo con le associazioni di categoria per buone pratiche di smaltimento e potature, incremento ritiro gratuito di piccoli sfalci ai cittadini, incremento numero centri di raccolta, incremento diffusione compostaggio, prescrizioni efficienza minima di 4 stelle per impianti termici a biomassa ad uso civile nelle aree critiche, potenziamento controllo sugli impianti domestici..

La crescita del solare fotovoltaico poi rappresenta una prospettiva di fondamentale importanza per contribuire a ridisegnare il modello energetico in Italia. Legambiente tiene di conto la difesa del paesaggio e la lotta al consumo di suolo, che sono scelte strategiche condivise e che anche il nostro comune persegue in linea con le norme emanate dalla Regione Toscana. L’associazione auspica una stretta collaborazione tra amministrazione comunale e cittadini”.

Un parco fotovoltaico porterebbe una riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dalla combustione di biomasse per il riscaldamento, in quanto l’energia elettrica prodotta potrebbe essere utilizzata per impianti domestici a pompa di calore o similari, che sfruttano appunto l’energia elettrica, riducendo l’impatto ambientale e le polveri. Per realizzare il progetto l’idea è quella di un azionariato popolare con la possibilità di accedere ai finanziamenti della Regione Toscana.

[Andrea Balli]

quarrata. PARCO FOTOVOLTAICO AD AZIONARATO POPOLARE SEMPRE PIÙ VICINO?

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