PRATO. Ancora una settimana, poi, il Settembre Pratese calerà il poker. Il primo asso, tutto da decifrare, ma comunque già apprezzato ovunque, piazza del Duomo a Prato compresa, probabilmente, sarà quello di cuori, rispettando la cronologia delle carte (come quando fuori piove), quello che hanno in tasca gli statunitensi degli Interpol, gruppo che non ha alcuna origine legata alla polizia, ma al nomignolo, dato agli esordi, al bandleader, Paul Banks.
È vero, di nuovo, gli Interpol non hanno fatto praticamente nulla: ad ascoltarli, più che sentirli (mai visti, solo per questo, eh!), si ha sistematicamente l’impressione di assistere ad un mega reunion dei Cure, senza non ricevere istigazioni a ricordare dei Joy Division, passando per i Chameleons e fino ad arrivare ai Television.
La scorpacciata dietrologica è terminata: bisogna guardare avanti e stabilire cosa abbiano da dire, gli Interpol. Probabilmente, senza essere particolarmente acuti, i ragazzi di New York sviolineranno la loro quinta incisione, El Pintor, il primo album fatto nei paraggi delle loro abitazioni, dopo esordi e consolidazioni carrieriste strettamente legate al Regno Unito, da dove partì la loro prima torunée, subito dopo essere nati, nel 1998.
Non sappiamo nemmeno da chi e quanti membri sia composta la band che arriverà a Prato il prossimo martedì, 1° settembre; di sicuro, il terzetto base, con Paul Banks alla chitarra e alla voce, Sam Fogarino alla batteria e Daniel Kessler alla chitarra, senza escludere che per questo battesimo pratese la formazione newyorkese si avvalga anche della strumentazione, non nuova, di alcuni vecchi compagni di live, come Carlos Dengler al basso, che forse non guasterebbe.