PISTOIA. L’imam di Bari Sharif Lorenzini, intervistato da una giornalista di Repubblica adeguatamente velata, si è sentito in diritto di denunciare la presenza di “sciacalli” che fanno i giornalisti e che “dicono falsità, concetti corrotti, pur di ottenere le loro finalità”. Ha fatto pure i nomi: Mgadi Allam, Filippo Facci, il Partito Anti Islamizzazione e Noi con Salvini.
Il versetto 33 della sura V del Corano prevede espressamente per coloro che gettano corruzione sulla Terra, la crocifissione o l’amputazione delle mani. Ha dunque fatto riferimento ad un passaggio del loro Libro per condannare l’attività di persone libere che esprimono le proprie opinioni facendo politica o giornalismo.
A Pistoia non siamo messi molto meglio. Abbiamo voluto intervistare l’imam della nostra città, che conduce la preghiera il venerdì nella moschea a Sant’Agostino, così da poter avere il parere di una voce eminente all’interno della comunità pistoiese. Il nostro intento consisteva nel porre domande sui contenuti “forti” del Corano.
I nostri primi due interlocutori si sono limitati a prendere le distanze dall’ultimo attentato terroristico islamico avvenuto a Barcellona, ripetendo che l’islam è una religione pacifista. Uno dei due (essendo entrambi rimasti anonimi), dopo avergli chiesto la sua interpretazione dei fatti riguardanti lo Stato Islamico, ha iniziato sviluppare la sua idea su come gli Stati Uniti, coadiuvati dagli ebrei, hanno installato in Medio Oriente i gruppi terroristici così da poter poi invadere quei paesi.
Lo stesso Bin Laden, e l’attentato alle Torri Gemelle del 2001, secondo il suo parere è stato pilotato “da chi ha interessi”. L’altro fedele, accortosi della disinvoltura con cui il suo amico snocciolava queste perle, gli ha intimato di andarsene, lasciandogli però il tempo per affermare che non sono presenti termini violenti all’interno del Corano e della Sunna. Al contrario, l’islamologo Laurent Lagartempe, nel suo libro Il Corano contro la Repubblica. I versetti incompatibili, ha individuato oltre quattrocento versetti che incitano a commettere crimini e delitti contro la persona, in particolare contro gli ebrei, le donne e i cristiani.
Ma finalmente arriva l’imam. È doveroso precisare che non si è presentato come imam, ma è altrettanto vero che tutti lo aspettavano per iniziare la preghiera in quanto la avrebbe condotta lui. La polizia ci ha inoltre confermato quanto da noi supposto.
Immediatamente, dopo averci confermato la natura buona dell’islam, cade in una palese contraddizione: i terroristi non sarebbero islamici ma il Corano ha precisi contenuti violenti. Il dubbio è che costoro ritengano deprecabili solo i singoli attentati, e non tutte le altre prescrizioni di cui ci ha poi parlato.
La discussione si è concentrata principalmente, per motivi di tempo, sulla questione del rapporto tra marito
e moglie e la libertà sessuale. L’imam ha dato per certo che nel Corano sia prescritta l’inferiorità della donna rispetto all’uomo, cosicché quest’ultimo possa esercitare su di essa uno stretto controllo. Ha fatto un esempio semplice: verrà accordata alla moglie la libertà di uscire “per fare cose da donna come fare la spesa” ma, nel momento in cui lei chieda di uscire per altri motivi, allora lui interverrà negandole tale permesso.
Allo stesso modo nel Corano è prescritto che le donne possano mostrare solo le mani ed il volto, con la possibilità anche di imporle l’uso del burqa, il quale però, con sommo rammarico del nostro interlocutore, è vietato in Italia perché copre interamente i connotati di una persona. Dopo avergli domandato se una donna può decidere di utilizzare abiti diversi, l’imam ci ha risposto che, laddove si decida di applicare la legge coranica, lo si deve fare nella sua integralità, accettandone gli interi dettami.
Le adultere? Semplicemente, laddove il tradimento si sia consumato durante il matrimonio e ci siano quattro testimoni dell’accaduto, la pena prevista è la lapidazione, mentre se ciò avviene tra due fidanzati la pena consiste in un pestaggio con successiva espulsione dalla città per due anni. Tutto questo dovrebbe valere anche per gli uomini, peccato che essi abbiano già il diritto ad avere quattro mogli più tutte le schiave che possono permettersi.
Dunque le leggi coraniche sono brutali. A proposito di gay, ciò che accade in Iran è prescritto dalla Sharia: l’omosessualità è peccato e reato (i due concetti sono molto spesso sovrapponibili), dunque è punita con la morte. L’imam, dopo aver affermato che è anormale che un uomo sia attratto da un altro uomo, rimane stupito quando gli rispondo che tenderei ad infischiarmene della vita sessuale di ognuno di noi. Il concetto di libertà, però, non è conosciuto nel testo sacro dell’islam, il quale non è modificabile né interpretabile poiché è esso stesso Allah, in quanto questa è la religione del dio che si fa testo e si “incarta” nel Corano.
Il finale è col botto: cosa accadrebbe se vincesse le elezioni politiche italiane un partito islamico? Assolutamente niente di tutto ciò, almeno fin quando la maggioranza della popolazione non si sarà convertita: a quel punto accetterà di buon grado la nuova e sorprendente cultura, evitando di tenere certi comportamenti come l’essere omosessuale, perché saprà che i gay “finiscono subito all’inferno”.
Fate attenzione a non confondervi: loro condannano il terrorismo e quindi sono islamici moderati.
[Lorenzo Zuppini]