ipocrisia a fette. NON È VERO CHE TUTTI GLI UOMINI HANNO UN’ANIMA E UNO SPIRITO: ALCUNI DI LORO NASCONO TRANQUILLAMENTE SENZA

Pistoiesi dormienti, che il segno dell’Acquario – con un altro diluvio universale – possa spazzare dal mondo tutta l’insopportabile iniquità contro il genere umano, fatta passare per giustizia, rispetto della legalità e rifiuto delle mafie. Amen!


Né gli uomini sono tutti uguali né la legge è uguale per tutti


I CITTADINI CON FUNZIONI PUBBLICHE

HANNO, OPPURE NO, IL DOVERE

DI ADEMPIERLE CON DISCIPLINA ED ONORE?


 

Che ne dite, lettori? A Pistoia queste disposizioni di legge vengono rispettate o, al contrario, c’è chi fa come vuole nel silenzio generale di tutti: colleghi, dirigenti di tribunale, avvocati e Camere Penali? E perché dobbiamo tacere su chi, al cittadino, fa perfino la pelle del pidocchio financo inventandosi reati che non esistono nel nostro codice penale?

 

Qualche giorno fa un amico mi ha segnalato un articolo del Resto del Carlino: Pesaro, trovata morta la giudice Francesca Ercolini.

Apparentemente poco significativa per i pistoiesi, a un certo punto nella notizia si legge che la magistrata «Aveva scelto di lavorare al tribunale di Ancona per l’incompatibilità con la professione del marito che è del foro di Pesaro. Aveva assunto l’incarico alla seconda sezione civile, quella delle imprese, facendosi valere per la qualità del suo lavoro. Era impegnata soprattutto da un anno a questa parte nel coordinamento del lavoro ma per casi particolari in tema di fallimenti assumeva il ruolo di giudice della causa ed esecuzioni immobiliari».

Ecco allora che già si poteva intravedere una qualche assonanza (o forse meglio dissonanza) con la nostra bellissima Pistoia, degna tana di Vanni Fucci e soprattutto Sarcofago City.

Perché Pistoia ha una peculiarità ben precisa: quella di tombare (verbo adatto per fosse, fiumiciattoli e fogne) anche persone, animali e cose nel più assoluto e profondo silenzio, da tutti piamente accettato senza battere ciglio dato che la mafia – e ormai è chiaro – e l’omertà non sono solo appannaggio delle terre del commissario Montalbano.

Questa giovane magistrata, dotata di anima, di spirito e – evidentemente – di piena coscienza morale, aveva scelto di lavorare al tribunale di Ancona per l’incompatibilità con la professione del marito che è del foro di Pesaro.

Non staccate gli occhi da queste parole. Perché, per chi non lo sapesse – e lo scrivo anche per i magistrati e il personale tutto del tribunale di Pistoia – l’art. 101 comma 2 Cost. recita: «I giudici sono soggetti soltanto alla legge».

Ma quel soltanto, che per il non discutibile Vocabolario Treccani – opera tutta di sinistra e politically correct – significa solamente, solo, non autorizza nessun magistrato (lo capite il senso di nessuno?) a pensare che il giudice sia soltanto lui la legge: e che, al di sopra di lui, non esista altra legge all’infuori di sé e il cielo delle stelle fisse.

E dal momento che qualsiasi magistrato – compreso il primo magistrato: oggi il residente non-legittimo Sergio Mattarella – gode dei diritti politici e vota, ed è evidente che è anche cittadino italiano: in virtù dell’uguaglianza costituzionale individuata dall’articolo 3 («Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge») il cittadino-magistrato è tenuto a rispettare fedelmente e rigorosamente quanto disposto dall’art. 54 della Costituzione più bella e meno rispettata del mondo:
1. Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.
2. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.

Aristotele, il filosofo male interpretato con l’ipse dixit, ma assolutamente logico e inconfutabile anche in punto di diritto

Ne discende, per sillogismo aristotelico, che:

  1. se tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi; e se i cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore;

  2. ove Claudio Curreli e sua moglie Nicoletta Maria Curci siano, del pari, cittadini e magistrati, e in quanto tali, sia devono essere fedeli alla Repubblica che osservarne la Costituzione e le leggi; ed ergo, in quanto magistrati, essendo loro affidate funzioni pubbliche, hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore;

  3. consegue che la loro da anni compresenza nella stessa sede (il tribunale di Pistoia), in violazione delle norme di legge sulle incompatibilità ambientali (art. 29, decreto legislativo 23 febbraio 2006, n. 109) li rende, ex lege, infedeli alla Repubblica e censurabili sotto il profilo del dovere di adempiere le funzioni pubbliche, loro affidate, con disciplina ed onore.

Se i termini della questione giuridica sono errati, mi si spieghi – cosa che i giudici dirigenti del tribunale di Pistoia rifiutano categoricamente di fare da sempre – il perché e il per come lo siamo, e in cosa consista l’errore.

Le ambiguità pistoiesi ci sembrano davvero troppe e intollerabili. Nella terra dei fornai sono tutti non vedenti pensionati dall’Inps?

Il medesimo imbarazzo, dinanzi al sostituto Claudio Curreli, ogni cittadino pistoiese lo prova quando scopre che, invece di far rispettare le norme che vietano gli ingressi dei clandestini in Italia, quel magistrato ignora le leggi della Repubblica e si schiera – quale responsabile della realtà nominata Terra Aperta – dichiaratamente a favore dell’illegalità degli arrivi dei senza-passaporto: in solare collisione con i suoi doveri d’ufficio.

E tale imbarazzo è ancor più forte e grave in chi, ragionando “in punto di diritto”, è costretto ad osservare che nessuno dei colleghi – sia di Curreli che della di lui coniuge –, tutti magistrati togati, vincitori di concorso pubblico della Repubblica e non delle proprie opinioni, tacciono senza rilevare certe evidenti violazioni di legge: sicché risultano, essi stessi, in collisione con le norme costituzionali, con quelle penali e con quelle regolamentari dell’ordinamento; nonché con quelle deontologiche della categoria magistraturale e della Anm, Associazione Nazionale Magistrati, a cui il 96% dei giudici è iscritto, e di cui Pistoia ha, come antesignano, lo stesso Claudio Curreli, e, come segretario, il sostituto Luigi Boccia.

Lo stesso vale per la pletora di avvocati e di Camere Penali che, pur bofonchiando, sottovoce e fra i denti, per queste illecite anomalie, accettano l’insofferibile discrasia (non l’unica) in terra di Pistoia, forse perché – come afferma il famoso don Abbondio manzoniano davanti al Cardinal Federico Borromeo – «Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare».

Perché nessuno osserva da vicino le attività del sostituto Claudio Curreli? È forse autorizzato a servire sia lo stato che l’immigrazione clandestina?

Ma il fondo del pozzo lo si raggiunge quando il sostituto Claudio Curreli, preso da heroici fuori quale un vero e proprio Giordano Bruno, pontifica
– dando indicazioni di retto comportamento;
– esponendo le sue inderogabili dottrine morali nel tentativo di ricostruire la coscienza e il buon costume del popolo pistoiese con il combattere senza tregua i «disegni criminosi», compresi quelli inesistenti e senza base di indagine, da lui scelti e rinviati a giudizio;
– imponendo una strana ed elasticissima Weltanschauung (o visione del mondo) che esime e assolve, lui stesso e la sua consorte, dal dovere di essere cittadini irreprensibili e rispettosi della Repubblica e delle sue leggi, ancor prima che ferrei e rigorosissimi censori degli altri.

Oggi gli auguri Linea Libera li fa espressamente a chi compie 63-630-6300 etc. anni ed è nato il primo giorno dell’Acquario. Che tale segno – con un altro diluvio universale – possa spazzare dal mondo tutta l’insopportabile iniquità contro il genere umano, fatta passare per giustizia, rispetto della legalità e rifiuto delle mafie. Amen!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


 

«TRAVI & PAGLIUZZE»

DI ISPIRAZIONE CATTOLICA

Matteo 7

 

1 Non giudicate, per non essere giudicati; 2 perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. 3 Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio?
4 O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave?
5 Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.


Osservare, analizzare e commentare la realtà non è né segno di pazzia – come qualcuno crede e vorrebbe far credere – né reca offesa ad alcuno. È invece segno di consapevolezza professionale montanelliana, di dignità personale e di profondo rispetto dell’art. 21 della Costituzione, che a Pistoia è ignota o allegramente ignorata


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