ipocrisia a fette. OGNI VOLTA CHE SI RICORDA È PERCHÉ SI È SCORDATO O PERCHÉ NON SI È MAI SAPUTO COSA DIRE SE NON MISERE BANALITÀ

La shoah è una cosa seria e per questo ho lasciato che la retorica del Romitino avesse liberamente il suo corso, senza sentirmi dire che sono un cinico rompipalle arruffapopoli e matto. Mi piacerebbe però assai interrogare approfonditamente gli amministratori di Quarrata su questi temi di cui ripetono e fanno ripetere le solite frasi fritte e rifritte imparate a pappagallo in una “casa del popolo” (pardon: in un circolo Arci)…



MENTRE SI PARLA A SBAFO DI SHOAH

SI GHIGLIOTTINA LA LEGALITÀ


 

Ma i due gemellini siamesi (sindaco reale e sindaco apparente) lo sapranno cos’è stato Auschwitz o lo avranno sentito rammentare e basta?

 

Shoah, “tempesta devastante” in ebraico. Oggi la sinistra sbava per fare a chi più rammenta, ricorda, parla, sproloquia, scazza su questo tema che i comunisti di allora (i russi di Stalin), dopo aver liberato il campo di Auschwitz, continuarono a trattare con “provvedimenti siberiani antisemiti”.

Shoah e mafia sono temi tipici della sinistra in salsa-radical da oltre 75 anni. E se vedo sacre rappresentazioni come quella di ieri a Quarrata, patrocinata da un’amministrazione di diversamente abili sotto il profilo della preparazione storico-letteraria (Mazzanti leggeva solo libri di avventure; Romiti non avrà superato – dato il silenzio sul tema – i livelli degli album di Paperino), mi scappa da ridere per non lasciarmi andare a una lacrimosa “shoah dei quarratini appecorati al pensiero unico superficiale” che si ritrovano, e per loro libera scelta, alla guida della decaduta “capitale del mobile (a pezzi)”.

Immaginate soltanto che razza di palle ci farà il Pd – o il Padel o come altro cazzo si chiamerà – se Bonaccini verrà sodomizzato dalla Schlein, a cui – stando alle sue stesse dichiarazioni, invero un po’ contraddittorie – non manca un apposito e rodato membrum virile (per essere continenti, come vogliono i magistrati pistoiesi: il pisello). Sarà tutta una propaganda shoahica da mane a sera. Aiuto, gente!

In realtà della shoah non è mai interessato una minchia a nessuno che non sia finito in un Lager ed abbia vissuto anche un solo giorno da deportato. Cosa che non è capitata, specie al Mazzanti e al Romiti, uno impegnato a giocare a burraco per gran parte della sua vita; l’altro a pigiare bottoni alla ex Cassa Rurale e Artigiana di Vignole.

Quando Levi – poi, io credo, suicida per l’insostenibile leggerezza dell’essere sopravvissuto – cercò di pubblicare quel Se questo è un uomo di cui non saranno mancati ieri, a Quarrata, dotti riferimenti: tutti gli chiusero la porta in faccia. E gliela riaprirono solo dopo che la pubblicazione “a pago” era avvenuta e aveva avuto troppo successo perché l’allora Pci non ci mettesse la zampa sopra onde rivendicarne il copyright.

Allora Levi, il massimo testimone della shoah, fu anche iscritto del e al Pci. Da cui, tuttavia, si staccò sdegnatissimo dopo i fatti di Sabra e Shatila, dato che, da persona umana e razionale, si rese conto che non esiste un popolo di Dio: in primo luogo perché Dio non esiste (Levi apparteneva agli ebrei non credenti); in secondo perché anche gli ebrei, facenti parte della razza umana, erano uomini, feroci al pari dei nazisti stessi.

Primo Levi

E notate, cari fringuelli di Comune e procura, che i miei nonni e mia madre (quella che, anche grazie a Renzo Dell’Anno e a Giuseppe Grieco, non è più potuta tornare a casa sua dal 2008, quando il Comune di Quarrata concesse illegalmente, al ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, di chiudere le piazzole di pubblico uso a parcheggio su via di Lecceto), avevano ospitato in casa loro una famiglia ebrea da salvare; e mia madre, Bruna Lapini, accompagnava uno dei ragazzi ebrei a Pistoia dal dentista, fingendo che fosse un suo fratello minore, su un calesse della fattoria Baldi-Papini di Montorio con alla guida un giovane militare tedesco. Tenete inoltre presente che il mostro di stalker che sta qui scrivendo, cioè io, ha molti amici ebrei: anche in Israele e non solo al circolo Arci di Forlimpòpoli…

Chiedere all’amministrazione di Quarrata di sapere queste cose è come pretendere che un quadrupede mono-ungulato, ancorché bellissimo e di razza amiatina, possa ottenere la tesi di laurea specialistica con 110 e lode: nemo ad impossibilia tenetur, nessuno è tenuto a fare miracoli.

Così il tutto resta nel limbo dell’ipocrisia a fette né più né meno di quando la Sabrina Sergio Gori, sindaca inutile, non ha inteso far rispettare le norme del suo Comune, da lei stessa disastrato, sulla salvaguardia della collina del Montalbano; né più né meno del Mazzanti dagli occhiali a culo di bicchiere, quando si è rifiutato di fare il suo dovere rispettando la Costituzione, le leggi d’Italia e i regolamenti del Comune di Quarrata; o del Romiti, il più fragile, improvvisato e impreparato, tramutatosi in uomo-ragno/sindaco, che continua a rifiutarsi, in maniera demenziale, con i suoi tecnici, di fare quel che deve e, da sciocco, si limita a ripetere le cazzate tipiche della sinistra come un disco rotto.

Del resto cosa volete che facciano gli amministratori della terra pistoiese se, spesso, a malapena sanno fare la propria firma? E poi, oltretutto, hanno illustri Mèntori, che li orientano bene, nei pubblici ministeri della procura/tribunale penale di Pistoia.

Il sostituto Claudio Curreli è sempre molto impegnato. Ecco perché forse a volte lascia le sue indagini in mano ai vice procuratori onorari come nel caso dei maltrattamenti a quattro disabili della Maic

Per chiarezza:

  1. il procuratore capo Tommaso Coletta che, con la sua circolare 574/2 del 14 marzo 2022 vieta di fatto il diritto di difesa della sua amata «gente comune»; e, a quanto pare, lascia condannare me che chiedo la fedele applicazione di leggi e regolamenti, ma protegge (questo è uscito e questo riferisco) la Lucia Turco, sorella del suo ex procuratore aggiunto di Firenze, Luca Turco, mentre con certi provvedimenti emanati (la circolare 574 citata) sembra andare d’accordo in perfetta calettatura con la Cecilia Turco, cugina della Lucia e del Luca citati, e presidente dell’ordine degli avvocati pistoiesi;

  2. il sostituto Claudio Curreli, sempre in giro a indottrinare il popolo con gli “alberi di Falcone”, i corsi scout-Agesci, le conferenze sulla Costituzione, di cui non sembra avere alcuna pallida contezza o se ne starebbe zitto;

  3. il sostituto Giuseppe Grieco che, violando ogni norma e regola – sia dell’ordinamento giudiziario, che del codice etico dell’Anm, associazione nazionale magistrati – entra in aula e offende la giustizia e gli imputati mischiando, e facendo mischiare a certi avvocati, le accuse con i fatti della vita di persone, animali e cose che non sono oggetto in discussione. Ma a Pistoia in aula, e per sommo spregio della correttezza logico-giuridica, si giunge anche a chiedere alla gente perché non si è iscritta a un certo partito politico piuttosto che a un altro, oppure [vedasi caso Romiti] si domanda spudoratamente perfino “con che coraggio si può stare a fianco di uno squalificato come Edoardo Bianchini. Già, perché a me è stata cucita, comunque, la stella di David sulla giacca…

  4. È tutta e solo retorica a cui i magistrati fanno finta di credere insieme ai nostri beneamati politici dei più disparati colori…

    il giudice Luca Gaspari che non legge alcun documento, ma, acriticamente, dà ascolto e ragione a un falsario impenitente come Iuri Gelli, servo sciocco del Mazzanti; e ignora che costui ha fornito falsa testimonianza sotto giuramento in aula a un illustre giudice della repubblica che s’è fatto menare per il naso, a mio parere, per motivi di opportunità di colleganza onde non smentire il castello di sabbia delle accuse ammassate sotto forma di abigeato di querele raffazzonato da Claudio Curreli;

  5. la giudice Patrizia Martucci, che decreta personalmente le regole che devono essere rispettate e subito dopo, a prescindere (irragionevolmente o ad hoc?) commina 104 giorni di arresti domiciliari a chi, come me, non ha violato alcuna delle sue profezie da Pizia di Delfi seduta sul trìpode (la capiranno la metafora o no, in Piazza Duomo 6?).

Se non è – mutatis mutandis: si comunichi, come scrivono i magistrati imperiosi, la traduzione all’avvocata Elena Giunti che non sa il latino) – una variante, questa, di obbrobrioso nazi-fascismo liberal-democratico, come una sorta di Gryphon o Cerberus varianti-covid, che cos’altro è, signori delle vite altrui lasciati liberi e allo stato brado?

«Guerra è sempre», dice Mordo Nahum in La tregua.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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