SERRAVALLE. Lo scorso anno è stato introdotto dal Governo Renzi il nuovo sistema di calcolo per l’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente utile per usufruire di prestazioni sociali o tariffe agevolate. Le regole più stringenti però, che avrebbero dovuto scovare i “furbetti”, si sono rivelate una vera e propria beffa per i disabili e le loro famiglie, poiché includono le pensioni di invalidità e le indennità di accompagnamento nel calcolo del reddito totale del contribuente.
Si tratta di una novità che mette seriamente a rischio la possibilità, per molte persone con disabilità di accedere gratuitamente o a prezzi scontati a tutta una serie di servizi pubblici come la social card, i contributi per l’assistenza indiretta (vita indipendente), gli assegni di cura, i contributi per l’abbattimento delle barriere architettoniche o per il trasporto personale.
Le ultime disposizioni inoltre pongono un tetto alle franchigie, considerando detraibili fino a un massimo di 5.000 euro le spese sanitarie per il familiare disabile, ma solo se indicate in dichiarazione dei redditi. Ciò con una doppia conseguenza negativa: chi utilizza le dichiarazione dei redditi forfettarie non può beneficiare di queste detrazioni; le spese sanitarie per le persone con disabilità documentate oltre il limite detraibile di 5.000 euro l’anno non potranno essere detratte, ma paradossalmente saranno considerate nella sostanza reddito disponibile.
Il nuovo modello opera anche un discriminazione tra disabili maggiorenni con nucleo familiare a sé, disabili maggiorenni e disabili minorenni, per le prestazioni agevolate di natura socio-sanitaria, inserendo nel calcolo della certificazione solo nel primo e nell’ultimo caso il reddito familiare, con conseguente disparità di trattamento tra persone con lo stesso problema.
Il Tar del Lazio, a cui hanno fatto ricorso alcune famiglie, con tre consecutive sentenze ha definito illegittimo l’inserimento delle pensioni di invalidità e delle indennità di accompagnamento nel computo dell’Idee sulla base della volontà originaria del legislatore, che aveva introdotto questi aiuto economici a titolo indennitario.
Il Governo ha fatto appello al Consiglio di Stato chiedendo vergognosamente la sospensiva della decisione del Tribunale Amministrativo; ma lo scorso 17 settembre il Consiglio ha dato torto all’Esecutivo e negato la sospensiva delle sentenze, che devono essere quindi applicate.
Quando circa un anno e mezzo fa presentammo in Consiglio Comunale l’Ordine del Giorno a favore della introduzione del Quoziente Familiare, come strumento correttivo da applicare al vecchio modello a favore delle famiglie con disabilità, la maggioranza – compatta – informò che era in preparazione il nuovo Isee, maggiormente attento alle necessità di queste ultime e, pur respingendo il documento, si mostrò disponibile a un confronto in materia dopo la sua entrata in vigore. Adesso che, contrariamente alle sue aspettative, è chiaramente attestato il danno causato dal Governo alle famiglie con disabili, ci sembra arrivato il momento opportuno per ritornare sull’argomento.
Pertanto con un nuovo Ordine del Giorno impegnamo il Sindaco e la Giunta a sollecitare la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministro del lavoro perché apportino le necessarie correzioni al Dpcm n. 159 del 2013, secondo le tre sentenze del Tar del Lazio; a rispettare queste sentenze, diventate immediatamente esecutive, e a adottare di conseguenza provvedimenti in merito alle prestazioni sociali agevolate di competenza comunale, in particolare a determinare adeguate soglie di accesso ai servizi rivolti alle persone con disabilità grave e non autosufficienti, affinché esse possano continuare ad usufruire di quei trattamenti che sono essenziali per la loro sopravvivenza e la loro dignità di vita; e a coinvolgere in questa iniziativa anche le Amministrazioni Locali limitrofe al fine di garantire tale accesso nel territorio provinciale.
Ci auguriamo che tutta l’attenzione e la sensibilità ostentate dalla maggioranza e dalla Giunta nei confronti dei diversamente abili del nostro Comune non rimangano come sempre parole gettate al vento.
Elena Bardelli
Consigliere Comunale Fdi-An