islamici. IL RAZZISMO AD ALTERNANZA

Un cartello antirazzista

FIRENZE. L’episodio dell’uccisione di Idy Diene ci ha sinceramente turbato, non solo come giornalisti adusi alle miserie umane ma anche – permetteteci di dirlo, se questa non è considerata una provocazione – come cristiani. L’analisi dei fatti è icastica: l’italiano Roberto Pirrone, completamente impazzito esce di casa e uccide un senegalese che lo ha sciaguratamente incrociato; quando si dice il fato, mescolato alla follia.

I media tutti, lanciano proclami di rassicurazione, escludendo la causa per razzismo, ovvero dei fascisti ricordando tutti l’episodio del pistoiese Casseri di sei anni fa con due morti e feriti, sempre senegalesi.

I fascisti sono una specie politica praticamente estinta, risultando meno dello 0,5% dei cittadini italiani, come hanno dimostrato le recenti elezioni.

Il Sindaco Nardella rasicura: non è un episodio di razzismo.

Ci chiediamo se l’omicida avrebbe avuto lo stesso impulso assassino – sfogo della follia più estrema – se, al posto dello sfortunato Idy, ci fosse stato qualche autoctono fiorentino o pistoiese, (come chi scrive).

La risposta datela voi lettori, ma non fate come il direttore Mentana che ha posto la domanda più retorica che tanto piace ai benpensanti: “Cosa sarebbe successo se fosse stato un nero a uccidere un bianco?”.

Il noto collega, sembra abbia già dimenticato il triplice omicidio di Kabobo a Milano e, dunque, noi glielo ricordiamo sommessamente con un link dedicato.

Intanto che Nardella si è recato sul lungarno dove si è indignato per le volgari insinuazioni di inospitalità e chiusura di Firenze da parte della comunità senegalese, l’imam Izzedin Elzir è intervenuto con parole di conforto e serenità dicendo che “nel momento del lutto, di fronte al morto si può solo piangere, non alzare la voce e figuriamoci le mani”.

L’Imam Elzir, interviene per sedare le proteste

Bene, bravo, per oggi, ma dopo?

Un dopo che non è lontano, visto che sabato prossimo è prevista una manifestazione nazionale, sicuramente partecipata da folte schiere di antifassisti de nojantri, promossa in difesa dei diritti dei senegalesi a Firenze e che sarà sicuramente condivisa dal Pd fiorentino che non ha ancora compreso il significato autentico della disfatta del 4 scorso.

La rappresentante del governo senegalese, giunta appositamente per le proteste sul delitto, ha rivendicato i diritti per la sua comunità chiedendo giustizia, quella vera, senza sconti, andando finanche in Procura della Repubblica, dove è stata subito ricevuta!

Bene ha fatto; noi siamo al suo fianco e in un afflato di solidarietà, la vogliamo rassicurare della nostra condivisione sugli intenti che rinforziamo fattivamente con una proposta inedita: mandiamo Pirone a scontare la pena in Senegal e poi, con lo stesso volo e altro scalo, rimpatriamo anche i quattro nigeriani che hanno violentato e macellato Pamela, paracadutando il Kabobo in Ghana al rientro.

Fra i tanti gemellaggi, quello sulle carceri ci sembrerebbe sicuramente vantaggioso. O no?

[Alessandro Romiti]

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