iustitia bendata, vita caecata. E SPUNTA UN’ALTRA ANOMALÌA INACCETTABILE NEL SISTEMA-PISTOIA

C’è un Gip che, se ti convoca in camera di consiglio, può perfino accadere che tiri fuori la sua decisione già presa ancor prima di ascoltare le parti, per leggerla lì seduta stante…


Sul sito ufficiale del Ministero, colei appare bendata…


LA GATTA FRETTOLOSA

FECE I GATTINI CIECHI


 

Giletti indagato per diffamazione, querelato dal mafioso Graviano. Il giornalista: «V​iviamo in un Paese all’incontrario» e dichiara di aver fiducia nella magistratura.

Probabilmente, però, le sue parole vanno lette come un’affermazione di principio astratto; come sono astratti, nell’amministrazione concreta della giustizia in Italia, i concetti di terzietà e imparzialità; o il dovere, per i magistrati fatti di carne e sangue, di esercitare le proprie funzioni con «disciplina ed onore» (art. 54 Cost.).

«L’òmo nun è de legno!», Nino Manfredi in Vedo nudo/Udienza a porte chiuse (1969). Ed è su questa “non-legnità dell’òmo” che è necessario star sempre con gli occhi bene aperti, dato che la santità, nella dimensione di comuni mortali, è riservata a una piccola parte di scelti da dio; mentre la viltà, come caratteristica antropologica, è sempre dietro l’angolo e spunta, s’appalesa e combina danni irreparabili.

A Pistoia, ad esempio, c’è un Gip che, se ti convoca in camera di consiglio, può perfino accadere che, in maniera spudorata, faccia parlare l’avvocato del tuo offensore; faccia intervenire l’avvocato della parte offesa e poi, senza neppure fare la mossa di Ninì Tirabusciò, senza vergogna, tira fuori la sua decisione già presa ancor prima di ascoltare le parti, per leggerla lì seduta stante. A indecente prise de cul.

Ma ormai in questo paese non c’è da meravigliarsi di niente. Lo ha dichiarato lo stesso Giletti. E personalmente aggiungo: con un non-presidente (perché Mattarella non è tale in quanto eletto da un parlamento da lui stesso definito illegittimo) che non rispetta la divisione dei poteri, entrando a gamba tesa anche dove non è suo; che si è incollato al Colle; che niente ha fatto, dopo Palamara, dinanzi a una crisi ormai genetico-funzionale della magistratura, di cui lui stesso “sarebbe” il capo (dio ci liberi!); che preferisce farsi selfie a Sanremo con la Ferragni piuttosto che sorvegliare su sua sorella (l’ha detto Benigni…) la Costituzione;

con tutte queste cose che scendono, come nel pesce, giù dalla testa, pretendere la legalità è un sogno da disperatissimi irriducibili; gente, come chi scrive, che è ricaduta sulla terra da un viaggio spaziale di 70 anni, e si ritrova, come Charlton Heston, sul Pianeta delle scimmie (1968).

I due eventi a cui ho accennato, in cui il Gip, del quale vi ho detto, aveva già deciso tutto prima ancora di attraversare quella buffonata falso-garantista-acchiappacitrulli che è la cosiddetta Camera di Consiglio, non mi riguardano direttamente.

Quindi vorrei tranquillizzare tutti quel malpensanti della levatura dei sudditi di sua maestà britannica che costrinsero il re a istituire il famoso “ordine della giarrettiera”. Leggetevene la storia: è utile a comprendere quanti infami pettegoli ci siano in questo mondo di ladri.

Anche la forma è sostanza. Ma a Pistoia più che la sostanza sembrano contare i nomi e i cognomi; le «prossimità sociali» e le convenienze politico-fideistiche; le affinità elettive e… tutto fuorché l’onestà di servire il cittadino, datore di lavoro della magistratura, ma dalla stessa, e non in poche occasioni, preso in giro con impietoso-vergognoso cinismo.

Di striscio, voglio ricordare anche un giudice che in aula, dopo essersi ritirato per non più di 3 minuti 3, rientrò con un papiro di sentenza di 4 o 5 fogli e lo lesse.

Perché… questi sì che sono magistrati, se sono capaci di battere, in velocità, persino Speedy Gonzales!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


 

C’è un solo modo per far tornare nella gente la fiducia che si deve al terzo potere: che il terzo potere – anche grazie al silenzio di Mattarella – la smetta di autoproteggersi, garantendosi, di fatto, un’immunità che passa dal motto «lupo non mangia lupo».

Oggi, purtroppo, in Italia, abbiamo una giustizia non di rado ingiusta e per questo poco attendibile, non autorevole e disonorata.


Print Friendly, PDF & Email