Lo scrittore Roberto Saviano, dopo aver saputo delle vicende di Agliana-Agrumia, iperprotetta dai Pm pistoiesi, presenta anche lui delle patologie causate dai giornali-stalker. E nasce una nuova sindrome, la «savian-benespAri-agnellonite»
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SE QUALCUN TI ATTACCA SPESSO
COSA FAI, SCAPPI NEL CESSO?
E SE POI TI ATTACCA TROPPO
AL VUCCÌ CORRI AL GALOPPO?
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PISTOIA-AGLIANA. Sembra che Roberto Saviano sia stato colpito da una nuova gravissima patologia, fino a poco fa ignota, ma tipica dei politicanti politically correct, denominata sindrome savian-benespAri-agnellonica, descritta in chiaro nelle querele (poi perfino notificate in modo errato a persone estranee ai fatti – complimenti signor Curreli!) e rivolte al nostro giornale dal Sindaco di Agliana, uno che – nella precedente vita – si definiva liberista, liberale e libertario (ci sta bene una pennellata di Marco Pannella). Ma in questa, sostanzialmente, un liberticida.
Un caso di grande interesse scientifico – considerato l’alto numero dei politici catto-com e comunque, politicamente corretti – che si sono mostrati sempre più attivi nell’ultimo lustro.
Anche Roberto Saviano è stato colpito da coliche, che non sono esattamente le “epigastriti” (spasmi colitici) lamentate dal sindaco di Agliana, ma che in comune con esse hanno la stessa causa scatenante: gli attacchi dei giornali con delle critiche impietose nei confronti delle loro attività pubbliche.
Perché questo è il pensiero unico (evidentemente condiviso anche dal signor Claudio Curreli): i politicamente corretti hanno di per sé ragione e tutti quelli che li criticano sono delinquenti abituali e, come tali, degni di essere definiti colpevoli prima ancora di un qualsiasi giudizio. Anzi: prima ancora che siano state svolte analisi serie e indagini ineccepibili sui fatti e i personaggi che strillano di essere molestati dai giornalisti, con toni isterici simili a quelli delle brave donnine del Mee too.
Saviano, non ha dubbi e accusa la stampa di centro destra che lo tratta male e lo deride: che ingrati. Ora, aspettiamo che il Roberto più scortato d“Italia venga presto ad Agliana e si associ al BenespAri per una strategia legale condivisa, e magari in un più spietato intervento collegiale dei loro avvocati, tutti rigorosamente inveleniti contro di noi e contro Linea Libera, il pericolosissimo giornale gratta-rogne.
Si rivolgeranno a una magistratura compiacente per una serie di nuove querele, cercando di dimostrare le pericolose minacce alla loro spiccata sensibilità psico-fisica e la cattiveria e spregiudicatezza della stampa non addormentata, non strutturata, non attovagliata, non appecorata, non lecchinante come piace alla sinistra che ci ha rovinati tutti?
Speriamo che il sindaco BenespAri non ripeta e non rinforzi le sue calunnie presentate come verità rivelate da dio nella Sacra Bibbia dei mentitori seriali!
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Anche l’assessore agnellone/panettone potrà testimoniare sul punto, dopo la sua conversione ai catto-com/diccì. Del resto un individuo che, invece di mostrare rispetto istituzionale per un collega di consiglio – il dottor Fabrizio Nerozzi, che con la crisi della giunta Mangoni gli aprì la strada al potere –, lo sbeffeggia e lo tratta come una pezza da piedi, con la delicatezza di un ippopotamo infuriato sulla riva del fiume, è giusto – non è vero, signor Curreli? – che trovi rifugio fra le dolci e rassicuranti braccia di un magistrato.
Ciottoli/panettone, scherzosamente definito anche segatura per il contenuto della sua zucca, le ha esposto, signor Curreli, nelle sue denunce, tutta la verità oppure si è limitato (come del resto gli altri 15 accusatori seriali che fanno da plinto – ma sabbia! – al suo elaborato impianto accusatorio), si è limitato a esporre frasi estrapolate a cavolo? Ma questo lo vedremo in aula – se mai ci arriveremo.
L’immagine che lo rappresenta mutato da lupo in agnello è fantastica e soprattutto emblematica dopo gli episodi trattati da perfetto democristiano (vedasi i casi Lucilla Di Renzo e la donazione Caritas San Piero): chiederanno insieme ai Pm di esercitare l’azione penale con il massimo rigore e celerità, magari marciando al passo… dell’oca?
Ciottoli di recente in consiglio comunale – c’è la registrazione – ha affermato che “a Pasqua si contano pecore e agnelli”.
Voleva dire, chiaramente, che a Pasqua, come lui ha sempre sostenuto, un solerte Pm ci metterà in galera e magari ci farà condannare a pagare cifre milionarie in sede di risarcimenti civili. Chissà. Potrebbe darsi.
Ma Ciottoli, noto anche come “segatura”, non tiene presente che a Pasqua pure gli agnelli – o gli agnelloni e i castrati – posso diventare abbacchi, costolette e spezzatini.Come Putin al signor Bidet, noi gli auguriamo «multa sanitate», dicono in Romania. In altri termini – traduciamo per la procura – «salute e figli maschi»!
O è un’offesa anche questa…?