COME PIERINO DISSE ALL’INSEGNANTE:
« FA LA LUCE IL MI’ BABBO: E NE FA TANTE » ***
«Tra le cose miglior della Gargini
– dice il Landi – c’è stata la serata
interamente a Dante dedicata:
prodighi e avari, alé! Grandi e piccini».Alla Rocca cinquanta cittadini
a godersi la bella chiacchierata:
ma era tutto nel bujo. Ahimè, scordata
s’eran la luce e tutti i lampioncini.Allora a star con Dante eran gli avari
ch’han risparmiato i dindi della luce
per un “corto braccìn” che non ha pari?Paréva troppo, il buio, infino al Duce,
concittadìn di quei geniacci rari:
ma taci, lingua mia, che taglia e cuce!Stàttene zitta e puce!
La notte illuminar potéano a mille,
di Montaletto usando le faìlle.Si sa che, nelle ville,
quando qualcuno ’un c’ha nulla da fare,
chi sega le catén, può illuminare.E, tanto per parlare:
non è che il Landi voglia far da bàlia.
Ma ’un fate Dante quando giòa l’Italia!
Faìlla da Montallètto
Tromboviolinista Provètto
*** – COME FUNZIONA L’ENEL
La maestra chiede a Pierino: «Che mestiere fa, tupà?»
E Pierino: «Mipà fa la luce…».
La maestra: «Come, fa la luce…? Ma cosa dici?».
E Pierino: «Sì, maestra. Tutte le sere sento che lui gli dice, a mimà: “Marisa, spengi la luce, che se ne fa un’altra!».