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PISTOIA. Un lettore, Piero Giovannelli, ci scrive una serie di argute considerazioni al vetriolo che fanno riflettere su diversi aspetti della percezione delle realtà in Toscana. Il fatto riguarda la richiesta, a Riccardo Nencini, di restituzione di 450 mila euro al Parlamento Europeo (vedi qui).
Innanzitutto dobbiamo sottolineare la timidezza, più o meno voluta, con cui gli organi di stampa locali hanno accolto la notizia, che in molti casi non è neanche pervenuta. Un aspetto macroscopico che meriterebbe approfondimenti è invece l’atteggiamento della galassia renziana locale, quella per intendersi che ogni tre per due proclama la necessità di “cambiare verso”, dai parlamentari fino ai tanti militanti ed elettori animati dalle aspettative e dal fervore ideale, ma che in sostanza accetta silenziosamente il permanere delle stesse persone e degli stessi meccanismi all’interno dei processi di decisione finale.
Ecco il testo:
È del 19/6 u.s. la conferma di un fatto che circola da tempo sottotraccia, in circuiti solo in teoria accessibili a tutti, ma mai resa veramente pubblica in maniera che anche un lettore o ascoltatore di Tg appena normale ne possa essere concretamente ed esaurientemente informato. È rimasta in effetti sempre una notizia per pochi intimi quella legata ad una bella valanga di soldi pubblici indebitamente percepiti che Riccardo Nencini, Viceministro alle infrastrutture del Governo Renzi e segretario del P.S.I (P.S.I quale? Che roba è? A che serve? Chi lo tiene in vita?) deve restituire alla UE.
Per chi ancora non lo sapesse, si tratta di euro 46.550 a titolo di indennità di viaggio da e per Bruxelles (ad un normale funzionario pubblico occorrono più di due anni per guadagnarli, al netto delle tasse [sotto questo aspetto guardate qui]) e 409.352 a titolo di “indennità di assistenza di segreteria” (al funzionario di cui sopra occorrono quasi venti anni per guadagnarli, sempre al netto).
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Il tutto senza che fosse dato sapere di quante unità e di quali nominativi fosse composto questo personale di segreteria, né quali fossero gli specifici compiti di ciascuno, come una norma chiarissima ed ineludibile prevede affinché si possa erogare a quel titolo qualsiasi somma.
Ed allora, ferma restando, fingendo di essere in campo penale, la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, non si può continuare a nascondersi dietro un dito con questo personaggio: qui siamo di fronte ad una gravissima responsabilità politica, che fa di Nencini un elemento inaffidabile che in un Paese civile non disporrebbe neppure di un decimo del potere che, invece, in Italia, gli è stato consegnato; evidentemente ciò significa che la tanto decantata rottamazione è solo una operazione di facciata e di potere, e chi dovrebbe davvero essere rottamato senza tanti complimenti è più saldo in sella di prima.
E sarebbe ora che, in Toscana, Nencini e le sue “imprese”, venissero prese in considerazione come si deve dagli organi di informazione che vanno per la maggiore, in modo che la gente apra davvero gli occhi; questo, se la stampa e la Tv vogliono seriamente accreditare l’idea di servizio pubblico e non essere ostaggio e strumento di poteri e di “cordate” che con gli interessi dei cittadini e della verità dei fatti niente hanno a che vedere.
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Purtroppo, invece, Nencini continua ad essere un personaggio potente, a cui troppi, per piacere o per necessità, devono rivolgersi ed inchinarsi; molto probabilmente, per dirne una, saremo costretti a ringraziare lui se, come sembra, sul nostro territorio arriveranno i duecentoventi ventilati milioni utili al raddoppio (non so per quale tratto) della linea ferroviaria Pistoia-Viareggio, oltre a qualche spicciolo, già che ci siamo, in favore della linea Porrettana, ignominiosamente fuori uso ormai dal 5/1 u.s per una banalissima frana che nel solito Paese civile sarebbe stata riparata in quindici giorni.
Nel solito Paese civile, in cui si pagano le tasse che si pagano in Italia (chi le paga!) l’arrivo di questi soldi sarebbe sacrosantamente dovuto da chissà quanto tempo, in virtù della giustezza e liceità della loro destinazione… Altro che doversi rivolgere a qualche potentato di natura oscura e discutibile per poterli avere, chissà quando ed a quali condizioni.
Piero Giovannelli