la battutaccia. AGLIANESI, TRANQUILLI! PEDRITO VEGLIA SU DI VOI E VI DIFENDE DAL MALE

Quattro salti in padella sulla polemica Benesperi/Donati, la violenza sessuale e la sicurezza ad Agrùmia. Analisi e commento letterale delle dichiarazioni del cronista del Tirreno preferito dalla procura


Arsenico e vecchi merletti (di foto)

ANGELO DI DIO, CHE SEI IL MIO CUSTODE…


 

La diatriba fra Benesperi e Donati. Opinioni e fatti a confronto: ma noi ci fidiamo di più del giornalista che del sindachino, perché Luca rùmina troppo, come ha scritto il dottor Dalle Luche

 

La foto del Tirreno è vecchia: è un po’ di tempo, infatti, che l’albero rinsecchito di destra non c’è più, dopo che il nostro Alessandro Romiti ha perso la voce a forza di segnalarlo come pericoloso all’inerte Comune di Agliana.

Agliana è il paesone spaesato di quel sindaco falso epigastràlgico e calunniatore – Luca Pedrito bimbominkia Benesperi, appellato, come dice il giudice Gaspari, cacaiola –, che si è fatto certificare diarròico e perseguitato da questo nostro giornale: l’unico quotidiano – caro Massimo Donati del Tirreno – in grado di raccontare quello che in realtà accade a Pistoia, fra arresti “a cazzo di cane” e puttanate diffuse dalle fonti (talpones) della procura di Pistoia.

Sulla sinistra della foto tirrenica si vede, appunto, il complesso edilizio in cui abita anche il Romiti. Fatto segno, in questo democratico Comune della Piana, di 1, 2, 3, 4 o X segnalazioni di abusi edilizi da parte chissà di chi o anonimi. Ma si è mosso un ufficio tecnico e mezzo per inchiodare (Palermo è un fiore, rispetto alla mafia di qua, credetemi!) chi ha favorito l’ascesa al trono (rigorosamente a forma di WC) del sindaco più politicamente stupido, supponente e squinternato della Toscana. Ancorché difeso dall’avvocata Elena Augustin, tema cui dedicherò, prossimamente, un capitolo a sé stante.

Se non fosse fortunatamente chiaro e provato che il Romiti era in giro e assai lontano, quasi quasi ci si potrebbe aspettare che, con il livore presuntuoso con cui lavora l’ineccepibile procura di Pistoia, proprio lui venisse indicato e incolpato di aver commesso il fatto… Ma era altrove.

Finite le battute (un po’ stronze e di testa contro il muro), si fa, anche noi, come il codino a succhiello del maiale che, gira e gira, ma sta sempre lì, inamovibile, tra le chiappe suiniche destinate a diventare prosciutti finalizzati a nutrire una sostanzialmente infima umanità.

Anche stavolta Donati-Tirreno batte giornalisti/Nazione. O lui è troppo più bravo a scavare cunicoli insieme ai talpones della procura, o quelli della Nazione sono meno appetibili dall’esercito del capo Tommaso Coletta.

È un dato di fatto; è statistico e, come afferma Coletta al Canto al Balì, perciò stesso è scientifico e attendibile. Per cui niente posso farci: Il Tirreno c’ha lo stupro, La Nazione no. Se poi andate a leggere la precisazione del Donati dopo la polemica accesa da bimbominkia, ve ne rendete perfettamente conto. La cosa è trasparente.

Certi particolari sono ovviamente stati omessi – scrive la “volpe argentata” – n.d.r. – per tutelare la vittima e per non renderla riconoscibile. L’articolo si basa sul racconto fatto dalla donna e dai testimoni ai carabinieri. Tutto poi confermato in una querela in base alla quale, unitamente ad altre prove raccolte, comprese le registrazioni video delle telecamere di sorveglianza, un giudice ha disposto la più restrittiva delle misure cautelari nei confronti dell’indagato. Che, è bene ribadirlo, rimane un presunto innocente fino…

La delineazione metodologica della stesura dell’articolo da parte del Donati, è un peàna (da non confondere con il pène, anche se si resterebbe comunque in argomento) alla nostra ipotesi di favoreggiamento talponico-procurale nei confronti del giornalista prediletto dal terzo piano.

Pedrito non sembra molto turbato… È più facile che sia un calunniatore. E lo dimostreremo nonostante la sua Mèntora Elena Augustin…

Fate attenzione: si parla di «racconto della donna e dei testimoni« e (si noti) di una «querela in base alla quale, unitamente ad altre prove raccolte, comprese le registrazioni video delle telecamere di sorveglianza, un giudice ha disposto la più restrittiva delle misure cautelari nei confronti dell’indagato», il carcere.

Se le cose stanno come la volpe argentata ci spiega, è evidente che il giudice che ha disposto le misure restrittive (o chi per lui: il talpone procurale) deve aver fatto quantomeno adocchiare le carte al Massimo argentato

Altrimenti, siamo logici: come avrebbe potuto realizzare il suo articolo con perfetta cognizione di causa nei puri termini di quel giornalismo montanelliano che tanto è gradito ai sostituti Curreli e Grieco?

E dunque la procura di Pistoia più che terra di Coletta è, in sé, un vero e proprio colétto, strumento più noto in italiano/toscano nella forma di colìno.

Indagato in carcere, ma «è bene ribadirlo – scrive il Donati – n.d.r. –, rimane un presunto innocente fino…» e Linea Libera liberamente conclude «fino a quando il gip e la procura non fanno decidere il tribunale a propendere per la condanna» con quello scarto felice del solo (!) 23% di errori (vantato da Coletta) che, se riscontrato in una semplice azienda a conduzione familiare sana, farebbe licenziare in tronco tutti i solerti signori, vincitori di un concorso in magistratura, garantiti indiscriminatamente, qualsiasi orrore venga da loro commesso.

Non si aspettava altro che bimbominkia a scendere in campo per correggere il caffè con la Sambuca, a merenda, alla Ferruccia. Lui che non sa neppure rispondere da solo a una domanda semplice tipo «che tempo fa?».

Il falso epigastràlgico, infatti, placa la tempesta come Cristo sul mare di Tiberiade, scrivendo:

++ Episodio di violenza e furto – Precisazioni ++


Senza volerne sminuire la gravità, i fatti, come riportati stamani da un organo di stampa, non corrispondono esattamente al vero.
Tengo a precisarlo affinché non si crei un allarme ingiustificato, fermo restando che occorre non abbassare mai la guardia davanti a fenomeni di violenza, in qualsiasi contesto si verifichino.

Similitudini

E qui ha ragione. Non si deve abbassare la guardia. Neppure per l’episodio – a cui lui stesso assisté – un giorno d’agosto nel suo Comune di Agrùmia. Quando il suo assessore-squadrista Ciottoli cercò di assalire Alessandro Romiti.

E se non ci fosse stata Lara Turelli, la comandante bastonata per 20 mesi con il loro volenteroso apporto, avrebbero smesso – sia bimbominkia che Ciottoli – di fare i bischeri istituzionali col beneplacito del senatore La Pietra e i livori di Maricchiolo, del mai-comandate Nesti, della Sonia Caramelli, della Traversi spodestata (dice lei) di una chiavA nel silenzio omertoso complice anche della discutibilissima segretaria generale Paola Aveta.

Bisogno che qualcuno queste cose abbia il coraggio di dirle: o altrimenti fra procura e forze politiche di sinistra, di destra e di centro, ci mangiano vivi o fanno, di noi, un bel mucchio di farina di grilli…

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Credo quia absurdum (San Tommaso). Scribo quia necessarium (E. Bianchini)


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