Tra le imprese più grandi della procura pistoiese spicca il bellissimo arresto di un Gatto in mezzo al mare; in giro su una barca, in ferie – così dicono – dalle parti della Calabria…
Ve li immaginate tre Pm in aula solo per parlare del sequestro di Linea Libera? Qualcosa non va. In proporzione a Norimberga c’erano in giro meno accusatori…
PISTOIA A FUFFE E MUFFE SOLO AVVEZZA
SAPPI CHE DEL DOMÀN NON HAI CERTEZZA!
L’uso dell’analogia è quel procedimento, che non tutti sono in grado di usare a dovere, funzionale all’accostare e all’avvicinare due cose, due fatti e due persone per una qualche loro somiglianza.
L’analogia sta anche alla base del processo logico (vedi Aristotele), utilmente fondamentale per generare paradossi, ironia e satira – elementi che la procura di Pistoia ignora in assoluto.
Oggi gli occhi mi si sono aperti di primo mattino su due o tre immagini della Sarcofago City affidata alle cure del procuratore Tommaso Coletta. E fino a questo momento il pensiero involontario non ha fatto altro che passare di tempesta in tempesta.
IL DOTTOR NO
Il primo lampo analogico si è acceso su una mia memoria lontanissima nel tempo: la figura del “Dr. No” in Agente 007 Licenza di uccidere, primo film di James Bond.
Quando arrivò a Pistoia (regalo di Natale del Csm per i discendenti di Vanni), una delle prime cose che Coletta disse – ovviamente poi disattesa a mo’ del fare dei politici – fu il «no alla giustizia del caso mediatico». Dunque anche la degna tana di Dante ha il suo “Dr. No”.
In quasi quattro anni del suo tribunato delle plebe cosa abbiamo potuto vedere se non interpretazioni stravaganti sia del codice penale (esaminate l’invenzione dello stalking giornalistico nel maxi-processo mediatico anti Linea Libera) che della legge 241 del 1990, per valorizzare la quale Coletta si è inventato, di sana pianta, una famosa circolare, la numero 574 del 14/3/22, con cui il magistrato nega l’accesso e l’estrazione di copia dei fascicoli che i suoi sostituti desiderano mandare all’archivio (cioè al cestino della carta straccia)?
Un esempio eclatante è quello della decisione della sostituta Gambassi che, dopo essersi gingillata per anni dietro ai problemi serissimi dell’inceneritore di Montale, ha dichiarato di volerla chiudere lì. E nessuno ha potuto mettere il naso nel bugliolo.
CAMBIO CANESSA-COLETTA
Coletta è arrivato a Pistoia dando il cambio al famoso Pm del processo Pacciani. Venivano dallo stesso luogo, ma si sono dis-analogicamente scambiati le parti.
Il Canessa ha portato avanti da solo un processo che ha fatto epoca. Al contrario il Coletta ha mosso sempre tre o quattro suoi sostituti (spesso in coppia: De Gaudio-Serranti; Curreli-Grieco; ma anche in tre: lui, Curreli e la Contesini) per questioni – a mio parere, art. 21 Cost. – di modestissima rilevanza.
Tra il mostro di Firenze, infatti, e me, dipinto da Curreli e Grieco come il mostro di Lecceto, tormentatore e aggressivo a tal punto da convincere il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi a piazzare uno squasso di telecamere intorno alla sua casa, credo che non sfugga neppure alla famosa Cieca di Sorrento che c’è la sua bella differenza. O no?
PER LA “GENTE COMUNE”
Fu la prima dichiarazione di questo Pm. Anche su questo, Coletta si è dimostrato un vero e proprio “Dr. No”.
Tra le imprese più grandi del suo tribunato della plebe, spicca il bellissimo arresto di un Gatto in mezzo al mare; in giro su una barca, in ferie – così mi dicono – dalle parti della Calabria.
Il Gatto di Montecatini arrestato dal duo De Gaudio-Serranti, con una operazione costata sai quanto, tanto non pagano loro, ma il popolo italiano.
O di 18 mila pagine di intercettazioni del processo Turelli-Vilucchi, ne vogliamo parlare o no? Orazio – Ars poetica, 139 – ci direbbe che la montagna ha muggito di doglie, ma solo per partorire un misero topolino.
Timeo Danaos et dona ferentes: ho paura dei greci, soprattutto quando si presentano con dei doni.
PERSECUZIONE DELLA STAMPA
Domani c’è una bella manfrina dell’ordine dei giornalisti sulla castrazione automatica della cronaca. Ma come al solito i giornalisti, guidati da un presidente che parteggia senza pudore per il pensiero unico toscano (= leggi Pd o comunque sinistra), hanno saputo dare il loro meglio lasciando da parte i due più illustri e fini conoscitori dei veri valori del giornalismo montanelliano, i sostituti Curreli e Grieco.
Il primo in conclamata incompatibilità a Pistoia, sede nella quale lavora con la moglie e in vergognoso conflitto d’interessi perché riceve lo stipendio dal popolo, ma favorisce i clandestini di don Biancalani; il secondo impelagato, di recente, nella morte della signora di Monsummano rovinata dalla sanità toscana ridotta al lumicino da Enrico Rossi.
Un sostituto, Grieco, che appena sente parlare di Usl, scatta sugli attenti e preferisce parlare di responsabilità delle Rsa, i lebbrosari supplenti finalizzati alla soppressione degli anziani.
TIMEO DANAOS
Allora ho ragione se dico timeo Danaos et dona ferentes?
Lo vogliamo considerare quanto costa al popolo la procura di Pistoia e solo per svolgere un lavoro tutto sommato piuttosto modesto?
O preferiamo arrestare i giornalisti veri; perseguitarli e chiudere Linea Libera perché, come un certo maresciallo della guardia di finanza caro a Coletta, non si fermano neppure dinanzi alla sorella di un procuratore aggiunto di Firenze?
Che ne dice, Dr. No? È o non è, questa, roba da… Turchi?
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
L’Italia non è una repubblica democratica e non è affatto fondata sul lavoro