la battutaccia. LA “IENA RIDENS IRRIDENS RIDICULA” CHE STRINGE LA MANO AL NEROZZI, CI FA TORNARE IN MENTE UN EGNAZIO FAMOSO PERCULÀTO DAL POETA LATINO CATULLO…

«Sul ponte di Bassano ci siam dati la mano, però, caro Alfredo Fabrizio, lo hai messo il disco orario quando hai parcheggiato davanti al Comune?», così ci ha scritto un lettore rompiscatole stamattina alle 7:29…



NUMERI A GOVERNAR? L’UNO ED IL SETTE?

TOCCATEVI I ‘GEMELLI’ OPPUR LE TÈTTE!


 

Iena ridens, iena irridens, iena ridicula

 

Tvl scrive: «Il sindaco ha di nuovo i numeri per governare». È il caso di dire: speriamo che non siano l’uno e il sette (17) in fila!

Ed ecco il carme 39 di un poeta latino certamente – secondo la Michela Murgia e Roberto Saviano – di fede democratica, dato che Catullo professò sempre uno sfegatato anti-cesarismo in nome del regime repubblicano di Roma, poi craccato da Giulio conquistatore delle Gallie e della Britannia.

Leggete, vi fa bene:


Egnatius, quod candidos habet dentes,

renidet usque quaque. Si ad rei ventum est

subsellium, cum orator excitat fletum,

renidet ille; si ad pii rogum fili

lugetur, orba cum flet unicum mater,

renidet ille. Quidquid est, ubicumque est,

quodcumque agit, renidet: hunc habet morbum,

neque elegantem, ut arbitror, neque urbanum.

Quare monendum est te mihi, bone Egnati.

Si urbanus esses aut Sabinus aut Tiburs

aut pinguis Umber aut obesus Etruscus

aut Lanuvinus ater atque dentatus

aut Transpadanus, ut meos quoque attingam,

aut quilubet, qui puriter lavit dentes,

tamen renidere usque quaque te nollem:

nam risu inepto res ineptior nulla est.

nunc Celtiber es: Celtiberia in terra,

quod quisque minxit, hoc sibi solet mane

dentem atque russam defricare gingivam,

ut quo iste vester expolitior dens est,

hoc te amplius bibisse praedicet loti.

Egnazio, poiché candidi ha i denti,

sorride sempre. Se siamo giunti dinanzi al banco del reo,

mentre l’avvocato cerca di far piangere,

lui ride; dinanzi alla pira di un amoroso figlio

tutti in lacrime, mentre la madre, sola, piange l’unico figlio,

lui ride. Qualunque cosa sia, dovunque sia,

qualsiasi cosa faccia, ride: ha questo morbo,

non elegante, penso, né civile.

Così devo avvertirti, o buon Egnazio.

Se tu fossi uno bene educato o un Sabino o uno di Tivoli

o un Umbro tondo od un Etrusco obeso

o un Lanuvino abbronzato e coi dentoni

o un Transpadano, per dire anche dei miei concittadini,

o chiunque, che si lava i denti in modo pulito,

pur con ciò non vorrei tu sorridessi di continuo:

infatti non c’è niente di più stupido del ridere da stupidi.

Ma ora tu sei di Spagna: e in terra ispanica,

quel che ciascun pisciò, suole con esso, all’alba,

sciacquarsi il dente e la gengiva rossa,

sicché quanto più bianco è il vostro dente,

tanto più ci dirà che hai usato piscio.


 

«Il Signore disse: “Orsù, prendiamo del fango. Orsù, impastiamolo. Poi ci sputò sopra, e nacque Adamo. E Adamo, asciugandosi il viso, disse: ‘Cominciamo bene!’» (da G. Covatta, Parola di Giobbe). Ed è a questo che Bibì-Benesperi dovrebbe pensare.

Fresca fresca dalla Sardegna, l’ottima bottarga di blatte grattugiata

Nerozzi sarà davvero l’Open Arms vista anche l’assenza inspiegata del signor Maurizio Ciottoli, alias segatura, alias agnellone, alias cianchettatore, alias abbacchio, alias bottargatore, alias schiaffeggiatore di via dell’impero (per citare un film con Totò e Fabrizi)?

Dov’era mai il falso testimone molto apprezzato dal giudice Luca Gaspari, quando Ner of Oz ha fatto il suo ingresso a palazzo e, qual Cenerentola, ha iniziato a danzare il valzer?

E quando l’orologio della politica suonerà la mezzanotte e qualcuno perderà la scarpetta di cristallo sullo scalone, dove sarà Maurizio?

Lo ritroveremo in Sardegna – è una sua meta fissa – ad acquistare chili e chili di bottarga di grilli, blatte e millepiedi insieme al suo senatore agricolo?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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