Con questa cattivissima battuta, degna di un intervento dei più cinici del cinico per eccellenza Vittorio Feltri, stamani è il caso di commentare e corroborare la tesi – espressa già ieri nel pezzo riguardante Vicofaro – circa l’omertà e l’inefficienza che domina nella città della ex-Breda, oggi giapponesissimo-napoletana Hitachi…
CHI SI ASPETTA LA LEGGE DAL PREFETTO
È MEGLIO CHE STIA CALDO DENTRO IL LETTO!
De minimis non curat praetor, dicevano in latini. La prefetta non ha tempo: è troppo impegnata a leggere José Saramago.
Traduco per un’inaffidabile Elena Giunti, avvocata del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, che così tornerà dal luogotenente Salvatore Maricchiolo a presentare la 78esima querela contro di me; e con il pieno favore di Curreli-Coletta-Grieco che, a mio avviso, fanno un tutt’uno con quel prezioso Ctu del tribunale di Pistoja. Si conoscono, forse, tutti come con Andrea Alessandro Nesti e la di lui mogliera Cappellini…?
La prefetta, che potrebbe fare degna pariglia con la Cappellini stessa (docti sumus, direbbe Orazio: traduzione per la Giunti «siamo entrambe donne letterate… Io lettrice poetica, tu scrittrice di catafrottole su Agrùmia»); la prefetta molto avvezza a frequentare la realtà della Maria Assunta in Cielo, ma per il resto convitata di pietra come la sfinge di Giza, non ha tempo per star dietro a quelle che un altro poeta (nostro, e premio Nobel: Montale) definiva «le cure meschine di ogni giorno».
«Se avete da dire qualcosa – sentenziò solenne ad Alessandro Romiti – salite le scale!», con ciò indicando che la via per avere i propri diritti passa solo dall’ufficio di Coletta, Terzo Piano.
Quanti Pilati in questa Italia! Se aspettiamo giustizia da chi giustizia è tenuto a dare per Costituzione, moriremo tutti vergini, proprio come la Maria Assunta in Cielo!
Aldilà del ricominciare il viaggio, sempre – come ci invita a fare Licia Donatella Messina –, c’è solo la presa in giro.
E ce lo fa vedere anche quel pensiero debole del Nerozzi che, stampella per tre delinquentes in senso etimologico (gente, cioè, che abbandona la via della legalità ogni tre per due), Benesperi-Aveta-Ciottoli, s’è lasciato inculare (questo verbo lo capiscono anche i deficienti) da una segretaria generale che è una vergogna del genere umano.
Pensate che non ha ancora pagato il debito fuori bilancio per aver perso la causa al Tar dopo aver negato una risposta a chi ne aveva diritto. Il diritto, infatti, non è il forte dell’Aveta. O non avrebbe tanto vergognosamente protetto il mai comandante Andrea Alessandro Nesti. Eppure Donna Paola continua fare i cazzi propri a totale spregio delle norme e delle regole, anche con il consigliere Fabrizio Nerozzi. Somiglia assai a un agente segreto infiltrato del Kgb/Pd e collegàti.
Se Nerozzi fosse stato più intelligente e sveglio, non avrebbe permesso a Benesperi, falso epigastràlgico e calunniatore, di trascinare in tribunale sia noi di Linea Libera, che lo avevamo messo in sella, sia la ex-comandante Lara Turelli, moglie del Nerozzi, malvista sin da sùbito dall’Aveta favoreggiatrice nestiana. E tutto questo, cari Pm e sostituti, è agli atti e già perfin passato in giudicato. Sia chiaro.
Viviamo, caro Coletta delle «prossimità sociali» che non le fanno neppure un baffo, in una provincia così: un vero e proprio inceneritore di Montale atto a cenerificare la legge e la sua piena e completa applicazione. Infatti osate fare i puri nonostante La Lucia Turco e altre innominabili, ma note, vicende di malagiustizia mafiosa.
In altre parole il Nerozzi, se avesse ascoltato i consigli non stupidi che gli erano stati dati, non avrebbe mai accompagnato il Benesperi, burattino sciocco e zucca vuota del genio di Patrizio La Pietra, all’altare con la vergognosa avvocata Ambra Torresi, facendo finta di nulla.
Ma scaltri e politici si nasce o si diventa: non si è solo perché si prendono voti a vanvera in una campagna elettorale. E per la famosa Legge del Menga, si può perciò dire: «Nerozzi, l’hai vorsùto tu!».
Tutto il resto è noia. Dalla corruzione dilagante in Pistoja; all’inefficienza delle istituzioni patrie tanto care alla Gip Patrizia Martucci, che arresta la gente con la stessa facilità con cui Benesperi suka un caffè, mentre quel fascistone del Ciottoli tenta di fare cianchetta a Romiti e adotta (lo sanno tutti) sistemi squadristici per raddrizzare le gambe ai cani: tubate e cazzotti o strizza-collo al povero Buono…
Mi sono spiegato?
Edoardo Bianchini
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