la battutaccia. QUANTI DANNI HA FATTO IL COVID ANCHE AL POVERO BARDELLI? SOCCORETELO, FRATELLI, ALTRIMENTI SARÀ UN CRAC

È una vita che Luigi Egidio pìola e chiede la limòsina. Da un po’ di tempo è costretto a condividere certi donativi pubblici con i neretti di Vicofaro, anch’essi cari alle sinistre regionali, da Rossi in giù. Ma ora, visto che il virus maledetto lo sta riducendo sul lastrico, come un Orlando a Roncisvalle don Manone suona il suo Olifante e minaccia tutti di azioni da ribellione civile…



 

Pistoia in metafora

 

Ma è un po’ come la storia del pastorello che gridava al lupo al lupo! Luigi non è persona fuor di binario: le sue sono tutte mosse come quelle di Ninì tirabusciò. Servono ad attirare clienti. E lui il modo di attrarli ce l’ha: la sua Tvl, presso cui ospita tutti (quelli che gli pare e piace). Pubblici ministeri, prefetti, questori, censori, evasori, roditori, calle, calende e calori…

Ha le mani dappertutto e più “corna di incompatibilità” di un corbello di lumache. Lo sanno tutti. Fu rilevato, anni fa, anche da quelle brave persone dell’ordine dei giornalisti di Firenze, con allora Carlo Bartoli in testa come presidente.

Si parlava di quel povero gaudente di Berlusconi con le sue televisioni: ma Bardellòpulos di Pistoia fa più con una piccola tv che tutta Mediaset con tutti i canali che ha. Intendo dire – per chi fosse un po’ chiòrbo – che il paragone è in percentuale: una prova statistica certa di quelle che tanto piacciono, in quanto significative, al Pm Coletta. Lo ha detto lui, davanti al microfono di Canto al Balì. Riguardàtelo.

È logico che Luigi, a forza di parlare della “Tv dell’Aias e di tutti i pistoiesi”, sia arrivato a possederla e, con essa, a reclamizzare le proprie attività professional-produttive? Io non credo: e non credeva – ai tempi che Berta filava – neppure l’attuale presidente nazionale dell’ordine dei giornalisti Carlo Bartoli.

Dalla sua, però, Luigione ha il passe-partout giusto. Offre a tutti i pavoni, che amano andare in tv, la possibilità di fare la ruota.

Così perfino la prefetta Licia Donatella Messina confonde servizio di stato e gite in supernavi da crociera prenotate da “maic dire maic”. Il sostituto Curreli, poi, fino a qualche giorno fa, ci compariva, su Tvl, ogni tre per due. Amico del Bardelli, il sostituto-scout indaga sui maltrattamenti ai ragazzi della Maria Assunta in Cielo, senza nessun problema di temuta incompatibilità fra la sua funzione giudiziaria e la «prossimità sociale» con Luigi Egidio.

Ora in crisi di astinenza perché l’azienda Maic è sotto di 400 mila euro, Luigi alza la voce e grida aiuto! E gli scudi di tutti s’alzano a proteggerlo: è solo questione di tempo.

Giani, l’ex-dc suo compare di partito, farà il miracolo rivolgendosi alla Madonna di Montenero? E gli farà scaricare un monte di dindi dal cielo? Io credo che sia solo  questione di trovare il modo.

Lo avete mai visto Bardelli veramente in crisi? Io no. Eppure lo conosco fino agli anni 60-70. L’ultima crisi (senza strascichi) l’ha passata quando s’è preso – senza che la procura fiatasse – perfino il codice fiscale dell’Aias per stringere accordi con quell’ondivago di Enrico Rossi, fortunatamente trombato alle ultime politiche.

È una vita che Luigione fa lo slalom gigante e resta comunque in piedi. Restò in piedi anche sotto il regno di Giuseppe Manchia, quando Giampaolo Pagliai, allora alla guida del Consorzio Sociosanitario, denunciò pubblicamente che Luigione curava (e soprattutto: riscuoteva) anche i morti con prestazioni fantasma. Delle prove è bene al corrente anche il giudice Luca Gaspari, attraverso una sua famosa sentenza che mi assolse dalla persecuzione ossessiva che Luigione nutriva per me.

«Anche a traversare la strada ci vuole culo», ha detto una volta Vittorio Feltri. Luigi Egidio ha battuto tutti: ha avuto culo perfino a traversare tutta la vita. Non è mai rimasto schiacciato da nessun Tir.

Probabilmente sarà stato grazie all’intervento di Cristo, un nome un programma. Cristo viene, infatti, dal verbo greco chrhìo, che significa ungere. Luigi va spedito che par’unto. E l’unto (altra metafora per dinero), a lui – diciamolo –, non gli è mai mancato.

Per un valore aggiunto di Sarcofago City come lui, s’impegna pure la destra con Alessandro Capecchi, perché se non presta la sua opera in nomine domini et civitatis, chi ce lo chiama più (Alessandro) a Tvl?

Al sostituto Giuseppe Grieco, che ebbe la faccia tosta di chiedermi, in aula, perché non mi fossi iscritto a Fratelli d’Italia, do un’altra prova della mia equilibrata saggezza; virtù, a mio giudizio, perlopiù assente in procura: non si può né iscriversi né votare un partito che esprima e sostenga rappresentanti degli interessi del popolo che, una volta seduti, rappresentano se stessi in nomine domini Bardelli et civitatis Pistoriae.

Prega, Bardelli! Luigi Egidio, prega! E chiedi aiuto all’elemosiniere del papa. I miracoli non ti sono mai mancati, ne arriverà anche un altro!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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