Consola vedere come l’ItaGlia non funziona una beata minchia. Soprattutto se chi dovrebbe difenderci e guidare il bene comune sulla retta via, altro non fa che tirare la sua paga per il lesso e sempre contro il cittadino fesso!
METTITI IN FILA PER PRENDERE IL RANCIO:
C’È UN NUOVO DEBITO EXTRA-BILANCIO…
Oggetto: cause e liti – procedura esecutiva – compensazione del credito nei confronti di “..omissis1..” e “… omissis2…” a seguito di sentenza di condanna n. 297/22 emessa dal tribunale di Pistoia nell’ambito del procedimento penale n. 3506/19 r.g.n.r. e sentenza del Tar Toscana n. 01115/2024 – n. 873 – Impegno di spesa e liquidazione – Provvedimenti.
Con questo oggetto la signora Giuseppina Chiaroni ha assunto la determina n. 11 del 10-01-2025 (n. 11/AG), con cui la giunta-travicello del Bimbominkia ha deciso di fare le fiche (cito Dante, ignorantoni della procura e del tribunale di Pistoia) al Tar della Toscana.
Per la cronaca la signora predetta è colei che, investita della funzione di dirigenza per gli affari generali e la segreteria (compreso il protocollo: quello da cui Madama Aveta trae le lettere riservate e personali a lei dirette, e le mette in mano al mai-comandante Nesti senza avvertire il controinteressato, che sarebbe chi scrive: tanto lei fa come beata minchia vuole e, essendo figlia d’arte, si permette di questo e d’altro); per la cronaca la signora predetta, dicevo, è colei che «crede, obbedisce e combatte».
Se Bene-Minkia Luca-Speri fosse stato davvero un sindaco cum pilis (complemento di unione, qui cum+ablativo plurale, ma non da pilus = pelo, avvocata Giunti; ma da pila = palla…), si sarebbe incazzato con l’Aveta, dato che, a fare il casino che ha fatto – consegnando lettere riservate al Nesti in violazione dei diritti di chi scrive, e rifiutandosi di rilasciare documenti soggetti alla legge 241/1990 a Alessandro Romiti – era stata proprio e soltanto costei.
E dato il debito fuori-bilancio, di cui si occupò la Torresi al primo con[s]iglio, lo aveva causato Madama (non la Marchesa, ma la Segretaria), le avrebbe fatto una trattenuta sui compensi per danno al Comune: e i cazzi amari non li avrebbe fatti appoggiare alle spalle dei suoi concittadini. Chiaro, Chiaroni?
Tutti questi personaggi, che fanno danni e non pagano mai, costituiscono quella marea di ossi di seppia (stavolta cito Montale, ignorantoni della procura e del tribunale di Pistoia) che la Gip Patrizia Martucci, bontà sua, definisce «autorità costituite», cui il popolo ’gnorante e ciùho e tenuto a tributare ossequio assoluto a prescindere.
Ed ecco che la giunta di Bene-Minkia/Fascio-Ciottolo, proprio essa, brillante simbolo dei tempi nuovi e del cambiamento, compie un nuovo scivolone da neo-debito extra-bilancio. Assume – per una cosa che poteva fare Madama Aveta – l’avvocata Erica Rossi. Sarà amica del Bimbominkia?
Parlo della giunta dei Fratellini d’ItaGlia che tengono il loro congresso in mezzo ai comunisti di ieri e di oggi; quella in cui il sedicente sindaco si proclama, pur non essendolo, «avvocato»: e il Coletta, il Curreli, il Grieco, la Contesini, informati dei fatti, fanno finta di essere, anch’essi, vittime di ruminazioni notturne, sprizzi diarroici e guasti intestinali come il falso & calunniatore che s’apparenta con l’ItaGlia Viva dell’Anpi, e che, se gli fossero applicati i parametri della figura femminile secondo il santo francescano Ubertino da Casale (vedi Nome della Rosa), potrebbe propriamente essere definito, anche in senso proprio, un «contenitore di féci», visto che dice – ma solo calunniosamente – di essere affetto dal “mal dell’anatra”.
Non arricci il naso S.E. Giuseppe Grieco, perché – e lo sa bene – anche lui, forse, un tempo, ha rivogato false dichiarazioni a pubblici ufficiali, e non ha proprio di che scandalizzarsi se, nel parlare di Bimbo-Speri Bene-Minkia, satiricamente lo appelliamo (onore a Gaspari, il giudice che giudica senza riconoscere la verità squadernata – cito di nuovo Dante – per tabulas) come lo definisce il volgo crudele: cacaiola.
Con questa mossa della Chiaroni, o agrumiési tonti e coglioni, aprite subito il portafoglio. Correte in massa e con orgoglio, ai piè dell’Ambra, la traditora: e fuor cacciate, cacciate fòra, ben lieti tutti, con forte slancio, quattrìn pe’ debiti fuori-bilancio.
Altri mill’euro e ancora e cento, che voleranno via come il vento, visto che il Mìnkiolin, canoso e ostile, pieno è di ràbbïa, cieco è di bile, pur di non cedere, ma far del male a chi chi nutrìalo, Pasqua e Natale, in casa propria, a pranzo e cena, con l’altro bischero che facéa pena.
Or che si crede un minkiavvocato, idea geniale ha sì cacato…
In altre parole, per gli ignorantoni pistojesi e per i mellettósi abitanti d’Agrùmia, allegramente insultati dalla Blimunda, coniuge del mai-comandante Nesti, questa giunta di mamme senz’arte né parte, di meccanici che aggrediscono la gente per via, nell’atrio del Comune e in sala con[s]iliare, di brave bimbe come la Torresi, che s’è venduta l’anima al diavolo nero per qualche dollaro in più; questa giunta, dicevo, procede – iussu Avetae, che significa (per chi non sa il latino come l’avvocata Elena Giunti) per ordine dell’Aveta – ad affittare l’avvocata Erica Rossi.
Il 1° luglio 2019, quando si insediò l’amministrazione di centrodestra, il vicesindaco Fabrizio Baroncelli, in con[s]iglio prese per il culo i comunisti dei 75 anni di cacca precedente, dicendo che il Comune avrebbe guadagnato di più se, al posto del mai-comandante, che ardeva del sacro fuoco del ricorrere al giudice, avesse assunto “l’avvocato Topolino”. Su trenta cause nestiane, venne fuori che almeno 28 erano state perse. Testuali parole.
Oggi Agliana è andata oltre la cacca di tre quarti di secolo rosso. Grazie, anche, al filoinciucismo democristianoide del senatore La Pietra, che ha fatto credere, a questi quattro ranocchi del Ponte dei Bini, di essere dei geni politici stile Richelieu o Mazzarino.
Ed èccoli tutti qua in fila, petto in fuori, pancia in dentro, agli ordini di un’Aveta che viola sistematicamente la legge; di una comunista anpigiana che s’appaja con un fascista come il Ciottoli; con in presenza, ancora, di un mai-comandante usurpatore che, se se ne è stato in quel posto, lo ha fatto opportunamente protetto e coperto dalla deregolamentata procura di Pistoja.
Una realtà in cui chi può contare sulle «prossimità sociali» di cui ci parla Coletta, ha la via spianata. Mentre chi chiede la legalità, finisce, come noi di Linea Libera, agli arresti e allo spiedo di continue onde di marea messe in piedi e scatenate da legalitari del tenore di un Claudio Curreli.
Che merdajo, Agliana, mia cara e inettissima opposizione di Del Fante & C., i cui unici interessi veri sono quelli di continuare a nuotare, come alle recenti Olimpiadi francesi, nelle acque luride non della Senna, ma dell’Ombrone.
Fiume più adatto a un popolo coglione.
Edoardo Bianchini
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