la battutaccia. SULL’INCENERITORE CÀMPANO TUTTI, SALVO POI ESSERE INCENERITI DALL’ARIA

«Sostituto Curreli e sostituto Grieco, il giornalismo montanelliano è questo, non il falso buonismo che apre ai clandestini perché finiscano schiacciati sotto un cantiere di merda a Firenze!»


È una condanna che tanti politici ci vogliano così tanto bene per poi farsi gli affaracci loro anche avvelenandoci l’aria che respiriamo. E con il basso profilo della procura!


L’OKKIÓNE S’È IMPEGNATO PER LA VITA

A FAR PER IL PIDDÌ L’ARCHIMANDRÌTA


E pensare che con quattro prìncipi così non si riesce a fare un solo diploma di scuola superiore! Che scienza, eh, per quasi trentamila abitanti…

 

«Dove il camino fuma, non c’è miseria» era la famosa battuta del podestà fascista di Quarrata, il conte Gazzola.

Il quale, in buona sostanza, affermava un noto proverbio che recita «Dove c’è fumo, c’è arrosto»: detto interpretabile in più direzioni.

La direzione che voglio prendere, a mo’ di Andreotti e del pensar male, è quella che tutti – cari cittadini della Piana – vi fanno la corte, ma poi immancabilmente vi vanno nello Zipèppe.

Sono tutti consumati dalla sacra fiamma del fare il bene al popolo, magari facendolo vaccinare a forza perché muoia, così non si pagano pensioni e si fanno lavorare i clandestini, anche se pluripregiudicati, a sottocosto, con i subappalti liberalizzati dall’Europa che, nello Zipèppe, c’è andata già a tutti. Ovviamente in maniera democratica e antifascista.

Il Betti – un sindaco particolarmente antipatico (posso esprimere una mia opinione?) in linea linea col carattere del partito che se lo porta sulle spalle – soffre perché non può vivere senza politicare, magari cambiando le carte in viaggio come ha fatto con il Carbonizzo di Fognano, pur se Leonardo De Gaudio gli ha ricucito l’imene stracciato rinverginandolo. Ma lui è un sindaco e per giunta del Pd.

Si tira di nuovo dietro Alessandro Galardini, quello che dètte di fascisti alle forze dell’ordine. Se Betti, che tifa inceneritore, passerà come passerà, si ripiglia Galardini come assessore: ma gli dica di parlare meno, che sarà meglio per lui. Èviti di querelare la gente perbene per poi fare una immane figura di merda costretto a ritirare la querela.

Don Ferdinando soffre per la voglia di farsi il terzo mandato e s’offre per farselo. È pieno di vita e di entusiasmi. Dove c’è fumo c’è arrosto e dove c’è arrosto se magna: «Franza o Spagna, purché se magna». Fanno tutti politica per il bene comune: ma si vede com’è ridotta l’Italia.

A Sud, dopo aver sorvolato la testa (vuota) di Benesperi d’Agliana, c’è il Mazzanti, tre passi indietro e uno solo avanti.

Anche lui soffriva perché non poteva fare il terzo mandato. E s’offriva per diventare il presidente del con[s]iglio comunale. Sennò chi l’avrebbe fatto il sindaco a Quarrata? Il «mastro di chiavi e guardia di porta» della ex Cra Vignole?

Anche l’Okkióne, consapevole che dove c’è fumo si mangia (lui è un perfetto batti-ganascia e lo ha insegnato bene anche al suo Paggio Fernando del Santonovo), è lì a spingere, manovrando da dietro o da sotto come nel teatro dei burattini.

Mazzanti te la ricordi questa furbata che la procura dei bassi profili ti perdonò perché i sindaci (specie se Pd) non si toccano?

Ne manovra tre. Il suo sindaco di nome (Gabrielino), il suo vicesindaco Mearello e, infine, il suo assessore abusivista Simone Niccolai, nato da un suo (di Mazzanti) rapporto concubino con Italia Viva; e prima ancora con il preside Luca Gaggioli, fervente cattolico e già assessore all’abuso.

La monarchia in Italia fu mandata a spasso, ma, come dicevano i greci, non per liberarsi di un re: per far posto a tanti piccoli monarchi che si appropriano del potere e fanno fumare i loro camini.

Se Betti è incatenato all’inceneritore perché fuma, il Mazzanti, come un Promèteo inchiodato al Caucaso, all’inceneritore aderisce come una sanguisuga.

Per lui, che è un archimandrìta, l’inceneritore è stato ed è l’albero della vita. E vi spiego perché.

Lo ricordate che il Pm capo di Pistoia, all’epoca Paolo Canessa, lo aveva indagato per voto di scambio? E rammentate per quale motivo? Perché il Cis dell’inceneritore del Betti gli assumeva i suoi raccomandati di partito. Ci fu un casino dell’80 anni fa.

Ma la procura di Pistoia non tocca mai politici, amministratori e Usl. È talmente terza e imparziale, che se la prende solo con chi non obbedisce agli ordini dei Pm e con chi, libero come chi scrive, scrive quello che vede e dice pane al pane e vino al vino, chiamando le cose con il loro nome.

Sì, sostituto Curreli e sostituto Grieco. Il giornalismo montanelliano è questo, non il falso buonismo che apre ai clandestini perché finiscano schiacciati sotto un cantiere di merda a Firenze!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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