LA BREDA SE NE VA. DOCUMENTI

FIM-CISL. ANSALDO, DECISA LA CESSIONE

AVVIARE CONFRONTO SUL PIANO INDUSTRIALE

 

Breda venduta. Il Tirreno 25 febbraio 2015
Breda venduta. Il Tirreno, 25 febbraio 2015

In una dichiarazione congiunta il segretario nazionale Fim Cisl Michele Zanocco e il coordinatore nazionale Fim Cisl gruppo Finmeccanica Carlo Anelli chiedono che sia garantita la presenza, lo sviluppo tecnologico e l’occupazione in Italia

ROMA. Nelle prime ore d ieri mattina i Cda di Finmeccanica e di Hitachi riuniti contemporaneamente a Roma e Tokio hanno preso la decisione del passaggio di proprietà Ansaldo Breda e Ansaldo Sts al gruppo giapponese. La decisione comporterà un processo di passaggio del 100% delle azioni Finmeccanica di Ansaldo Breda e del 40% di quelle Ansaldo Sts che durerà alcuni mesi, mentre il restante 60% di Sts dovrà essere acquistato dalla borsa.

Hitachi è un gruppo con circa 330.000 addetti con un fatturato complessivo intorno ai 74 mld.

La divisione Social Infrastructor che contiene il settore trasporti di Hitachi, ha circa 11 mld di fatturato: all’interno della divisione, il ferroviario concentra il suo quartier generale a Londra e ha una produzione in Europa che rappresenta 1,2 mld di fatturato e 2.900 addetti. Con le acquisizioni italiane nel settore ferroviario e del segnalamento, Hitachi raddoppia volumi e occupati, acquisisce tecnologia e mercati tali da diventare uno dei primi leader mondiali di settore. Entro poche settimane saranno promossi due incontri con i coordinamenti nazionali di Ansaldo Breda e Ansaldo Sts per un primo esame del piano industriale e delle soluzioni occupazionali.

Gli stabilimenti interessati saranno gli attuali con l’esclusione dello stabilimento di Ansaldo Breda di Palermo relativamente al quale sono già in corso incontri anche in sede ministeriale, funzionali a trovare soluzioni industriali ed occupazionali per i lavoratori di Carini. Si ipotizza un ulteriore criticità per circa 130 lavoratori della ex-controllata di Finmeccanica, rispetto ai quali va aperto un confronto per evitare situazioni traumatiche.

La decisione di vendere il settore trasporti da parte di Finmeccanica è stata assunta già nel 2013 con l’avvallo sia del Ministero delle Finanze, che del Ministero dello Sviluppo Economico e non rispondeva a scelte industriali, ma alla necessità di “fare cassa” per ripianare i debiti della holding generati da una gestione dissennata che ha prodotto la situazione drammatica a cui oggi sia come Paese che come organizzazioni sindacali siamo chiamati a rispondere.

Oggi dopo il risanamento, l’amara decisione di vendere Ansaldo Breda e Ansaldo Sts ai giapponesi dell’Hitachi risponde ad una scelta di carattere industriale, con maggiori opportunità di prospettiva e di penetrazione nei mercati grazie alla possibilità di investimento che la Holding italiana non sarebbe stata in grado di garantire.

La Fim Cisl considera indispensabile avviare sin da subito il confronto sul piano industriale del Gruppo per verificarne la garanzia della permanenza nel nostro Paese delle competenze ingegneristiche e la solidità di prospettiva attraverso il potenziamento delle capacità tecnologiche, produttive e commerciali. Riteniamo necessario infine comprendere le eventuali ripercussioni sull’indotto qualificato che ha consentito lo sviluppo delle realtà italiane e che va salvaguardato per evitare di spostare fuori del perimetro Ansaldo Breda e Ansaldo Sts il prezzo di questa operazione.

Ufficio Stampa Fim Cisl

 

LA CESSIONE DI ANSALDOBREDA, ROSSI:

«OPERAZIONE DI INVESTIMENTO,

PRONTI A INCONTRARE HITACHI»

 

Breda venduta. La Nazione, 25 febbraio 2015-1
Breda venduta. La Nazione, 25 febbraio 2015-1

«Sia io – continua Rossi – che il sindaco di Pistoia, con cui stamane mi sono sentito telefonicamente, siamo interessati quanto prima ad incontrare la dirigenza di Hitachi»

FIRENZE. “Finmeccanica ha concluso l’accordo con Hitachi per la cessione del ramo ferroviario. Le prime notizie relative al valore dell’acquisto, fanno pensare ad una positiva operazione d’investimento per rafforzare la presenza del colosso giapponese nel settore della mobilità su ferro a livello mondiale e, in particolare in Europa, come competitore con altri players. Ovviamente i contenuti dell’accordo dovranno essere specificati nei prossimi tempi. Alla Regione preme in particolare conoscere il piano industriale e il ruolo che si intende attribuire allo stabilimento di Pistoia, in una regione dove la presenza di imprese e competenze nel settore ferroviario è forte e consolidata”. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, commenta così la vendita della AnsaldoBreda.

“Sia io – continua Rossi – che il sindaco di Pistoia, con cui stamane mi sono sentito telefonicamente, siamo interessati quanto prima ad incontrare la dirigenza di Hitachi. La Regione è disponibile a fare investimenti in valore aggiunto e a sostegno del processo formativo. Sosterremo ogni progetto che punta alla qualità del prodotto e dell’occupazione. Lo faremo anzitutto attraverso i fondi europei. Siamo pronti a fare tutto quello che si rendesse necessario a questo scopo. L’auspicio è che, così come è avvenuto con multinazionali come la General Electric, analoghi rapporti di collaborazione, costruttivi e durevoli, possano maturare con il colosso nipponico”.

“Questo investimento – conclude il presidente – non fa che confermare la rinnovata capacità da parte del paese di fornire un quadro di certezze in grado di attrarre gli interessi dei grandi gruppi industriali e dei grandi flussi finanziari. Siamo certi che con l’impegno e il lavoro di tutti potranno essere conseguiti risultati sempre migliori per l’occupazione e per la capacità produttiva della Toscana”.

In Toscana, caso unico nel panorama nazionale, è stato da tempo costituito un distretto ferroviario (Ditechser – Distretto per le Tecnologie Ferroviarie, l’Alta Velocità e la Sicurezza delle Reti, che raggruppa già oltre 100 imprese e 4 Università e numerosi laboratori pubblici e privati) e stabilito la partecipazione al pacchetto azionario della società per le prove della sicurezza e certificazione del materiale rotabile (Italcertifer.Spa: titolare di un investimento da 100 milioni ad opera del Gruppo FS), compresi i futuri treni ad Alta Velocità. Anche Hitachi attraverso Ansaldo Breda potrà avvalersi delle imprese presenti nel distretto e delle infrastrutture tecnologiche di Italcertifer.

[scritto da remo fattorini, martedì 24 febbraio 2015]

 

LE RIFLESSIONI DEL SINDACO BERTINELLI

SULLA VENDITA DI ANSALDOBREDA A HITACHI

 

 

Breda venduta. Il Tirreno 25 febbraio 2015-1
Breda venduta. Il Tirreno, 25 febbraio 2015-1

Il primo cittadino ha ribadito «l’importanza prioritaria di un forte radicamento sul territorio dell’azienda dal punto di vista produttivo e occupazionale»

Gentile redazione,
il Sindaco di Pistoia Samuele Bertinelli ha affidato ad un messaggio video le sue riflessioni sulla notizia della vendita di AnsaldoBreda a Hitachi, ribadendo l’importanza prioritaria di un forte radicamento sul territorio dell’azienda dal punto di vista produttivo e occupazionale, sottolineando come le istituzioni locali siano intenzionate a vigilare su questa operazione e sui suoi dettagli ed ha annunciato la volontà, condivisa con il Presidente della Regione Enrico Rossi, di incontrare i vertici di Hitachi.

Cliccando qui è possibile visualizzare il messaggio del sindaco.

Marta Quilici, Portavoce del Sindaco

 

LA BREDA SE NE VA. NUDO & CRUDO

 

Breda venduta. La Nazione, 25 febbraio 2015
Breda venduta. La Nazione, 25 febbraio 2015

STAMATTINA, mentre è tutto uno squillar di campane sulla vendita della Breda, noi, Bastiani contrari per antonomàsia, suoneremo – per tornare a una storica metafora – le nostre trombe.

E cominceremo da lontanissimo, dai tempi di Quarrata/news quando scrivevamo che la Breda sarebbe stata venduta (certo: allora dicevamo General Electric, perché allora c’era davvero l’opzione Usa; ed era più che concreta), ma tutti gli altri ci sparavano addosso dandoci degli emeriti imbecilli e sostenendo, col fervore della preghiera che s’alza in Duomo quando fuori c’è la peste, che quel mostro che ha sempre dato il pane a Pistoia (ma soprattutto al Pci etc. etc.) non sarebbe mai stato messo in mano allo straniero. Tutte le pie donne del Partito, i fedelissimi della fede democratica, suonavano e cantavano il Piave: Non passa lo straniero! Per chi non crede a quello che diciamo, c’è sempre Quarrata/news da spulciare: altro che ciance!

Oggi Bertinelli parla dalla sua turris eburnea e lo fa in video, come un Fidel quando non compariva di persona ma in ‘apparizione’. Forse, però, insieme al suo confamulo Rossi, prima ortodosso e poi renziano, meglio farebbe a ricordare a tutti gli operai della Breda, quando in Breda, lui, Bertinelli, ci portò Rossi, Fassina, il Vescovo e non ricordo quanti altri signori in passerella, a predicare, come Paoli di Tarso, che mai e poi mai “sarebbe passato lo straniero”.

Peccato che le leggi del mercato (selvaggio) della globalizzazione, quelle stesse sostenute, oggi, a spada tratta da quel loro Partito [in]Democratico – e in specie, ora, dal Renzi democristiano, a cui stanno a cuore solo i quattrini: ma i suoi! –, tirino, come il famoso «pelo», più di una coppia di buoi in salita e verso l’affarismo senza limitismo e a totale spregio del popolo bue, al quale è stato detto – ingiustamente – di tutto e di più.

Dal «pelo» che tira in salita, ecco che ora i campioni della promessa (mancata) Bertinelli-Rossi, passano a un’altra metafora da favola esopico-fedriana: quella delle «mosche cocchiere», le mosche, appunto, che mentre un carro è in salita, si piazzano sulle chiappe dei cavalli (o meglio dei buoi, se pensiamo al famoso «pelo») e credono, o danno a credere, di essere lì loro a spingere sul culo di chi, davvero, si consuma i muscoli tirando.

Da Marchi Travagli rompipalle quali siamo nel nostro umile piccolo, pensate, ora, pistoiesi della Breda e non, a vedere, con la fantasia, un tiro di buoi come l’Hitachi in salita: due culatte di vitelli chianini da fare spavento per la loro ampiezza e il loro sviluppo muscolare, e invidia per la loro maestosa potenza. Poi cercate di immaginare due «nei», Bertinelli e Rossi, appoggiati uno di qua e uno di là su quei chiapponi poderosi.

Poi pensate ai signori sorridenti del Sol Levante dagli occhi a mandorla e al loro bisogno vitale di quattrini: una sete inesausta come ce l’ha Dracula di sangue. E immaginate, infine, quanto potranno contare, queste due povere mosche cocchiere nostrali, nel contrattare, come stanno dicendo, il tema del: «lasciateci cantare con questa Breda in mano» favorendo l’occupazione e l’indotto locale.

Nudo & crudo: è semplicemente una scena (tragica) da circo equestre. Hitachi farà quel che vuole: come fanno i padroni una volta odiati e oggi amati e baciopantofolati dal Pd.

E non azzardatevi a dire di no, se non volete ricoprirvi di ridicolo – a meno che non vogliate passare da stupidi.

Edoardo Bianchini

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3 thoughts on “LA BREDA SE NE VA. DOCUMENTI

  1. Ieri, il Rossi “bersaniano” diceva: «…. il governo possiede la golden share di Finmeccanica e deve svolgere il suo ruolo di proprietario di Finmeccanica, predisporre il rilancio produttivo del comparto ferroviario che è un settore moderno, strategico per far ripartire l’economia
    sia a livello regionale che nazionale. Altro che vendita! Quindi basta con le promesse, con dichiarazioni generiche….». «Breda non si vende dovranno passarci sopra».

    Oggi, il Rossi “renziano” sembra avere cambiato idea.
    Chissà che non siano i Toscani fra qualche tempo a passarglici sopra. Lo spero ardentemente.

    Sulle istituzioni locali pistoiesi, sui rappresentanti politici pistoiesi dei vari partiti governisti (tutti, di ogni colore e sfumature varie) stendiamo un velo pietoso. La loro ipocrisia e la loro pochezza è sotto gli occhi di tutti. Parlano i fatti.

    Ma le cose ovviamente non vanno meglio a Roma.
    È veramente preoccupante la strategia che fa da sfondo all’operazione di vendita di AnsaldoBreda.
    L’Amministratore Delegato di Finmeccanica, Mauro Moretti (che, come Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato è tristemente conosciuto dagli italiani per avere completato l’opera di distruzione del Trasporto ferroviario, e ancor più tristemente ricordato dagli abitanti di Viareggio per quella strage del 2009), ha chiaramente fatto intendere che AnsaldoBreda è stata sacrificata sull’altare dei profitti di guerra.
    Dice che: «la vendita del business relativo al trasporto ferroviario rappresenta una tappa importante nella realizzazione del nostro Piano Industriale che mira a focalizzare e a rafforzare il gruppo nel core business hi-tech Aerospaziale, Difesa e Sicurezza».

    Nel Piano Industriale dell’Italia non c’è spazio e non sono previsiti investimenti nella tecnologia civile. Largo e investimenti nella tecnologia di guerra.

    Questa è la classe dirigente politica della borghesia italiana.

    mario capecchi

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