LA CELEBRE TERAPEUTA EVA PATTIS ZOJA A PISTOIA

Martedì 7 gennaio alle ore 19,15 al Cinema Roma presenta il documentario “Un milione di granelli di sabbia”

PISTOIA. Sarà una proiezione speciale al cinema Roma di Pistoia ad ospitare domani martedì 7 gennaio (ore 19.15) una nuova tappa del tour di Un milione di granelli di sabbia, documentario d’autore che vede come protagonista principale la celebre psicoterapeuta Eva Pattis Zoja insieme alle possibilità offerte dalla terapia non verbale da lei sviluppata, chiamata Sandwork Espressivo. Grazie a questo metodo, in Italia conosciuto come Terapia della sabbia, bambini ucraini, yazidi e cinesi hanno elaborato il proprio trauma psichico e sono riusciti ad esprimere ciò che il dolore aveva reso indicibile.

A moderare l’incontro con la protagonista del film sarà Carla Beatrice Lomi (Ricercatrice Arpa – Associazione Ricerca Psicologia Analitica). All’appuntamento hanno già aderito, tra gli altri: Associazione Crescere, Libera Associazioni, nomi e numeri contro le mafie. Pistoia, Auser Quarrata, Casa Famiglia Sant’Anna, Casa Solidarietà Quarrata, FIDAPA sezione di Pistoia, Pax Christi e Spazio Zero Arte Contemporanea.

Scrive Andrea Deaglio nelle note di regia:

Eva Pattis Zoja,

“Durante una guerra o una calamità naturale si contano morti, feriti e ricoverati in ospedale. I “feriti dentro”, i traumatizzati, non vengono considerati. Eppure i disturbi possono essere di estrema gravità: impossibilità di nutrirsi, dormire, provare sentimenti. Quando mi sono imbattuto nella storia della popolazione Yazida, nel 2014 brutalmente massacrata dai miliziani dell’Isis che lasciavano sopravvivere soltanto donne e bambini dopo torture e atrocità inenarrabili, una domanda era diventata urgente: come potranno tornare alla vita? Come si può superare un trauma così grande da essere in-immaginabile? È stato a quel punto che ho conosciuto la dottoressa Eva Pattis Zoja, psicoterapeuta che proprio con gli Yazidi metteva in pratica un approccio terapeutico innovativo, basato sulla sabbia, il silenzio e il gioco. E soprattutto sulle immagini, perché la Sandwork Therapy è una sorta di cinema in miniatura. La sabbia si comporta come un apparecchio di ricezione molto sensibile, che registra il minimo movimento con precisione, come se milioni di granellini fossero pronti a “origliare”. Attraverso le mani e gli oggetti in miniatura si dà al nostro inconscio ferito la possibilità di creare un’immagine. Ed è proprio quella a dare accesso a quel luogo interiore dove risiede il nostro maledetto trauma”.

La guerra in Ucraina, la persecuzione contro gli Yazidi da parte dell’Isis e il devastante terremoto in Cina sono soltanto alcuni tra i contesti in cui il Sandwork Espressivo è applicato: questo metodo è infatti diffuso anche in Italia e in molti altri paesi del mondo con bambini che hanno perso i loro cari a causa di calamità naturali, o con bisogni educativi speciali o disturbo da stress post-traumatico.

Un milione di granelli di sabbia include inoltre materiali d’archivio provenienti da diversi fondi, tra cui quello di Andy Rocchelli, fotoreporter e fotografo italiano ucciso nel 2014 in Ucraina insieme all’interprete e attivista Andrei Mironov mentre documentava le condizioni dei civili nel Donbass.

Il film ha vinto il Premio Libero Bizzarri e il Mercurius Prize. È stato scritto da Andrea Deaglio e Stefano Zoja, prodotto da Matteo Tortone ed Enrico Giovannone per Malfé Film. Ha ottenuto contributi da IDM Film Commission Südtirol, Provincia Autonoma di Bolzano, Film Commission Torino Piemonte, International Association for Analytical Psychology, International Association for Expressive Sandwork, casa editrice Moretti & Vitali, Südtiroler Bildungszentrum. Gode inoltre del patrocinio della ong Soleterre.

Print Friendly, PDF & Email

Lascia un commento