PISTOIA. Pubblichiamo la lettera di Massimo Baldi sulla cena elettorale da lui organizzata
Caro direttore,
mi decido a scrivere sulla vicenda della mia cena elettorale a Cantagrillo dopo aver letto per settimane commenti di ogni sorta sul tema.
Come mio costume, sarò breve e perspicuo nell’espressione della mia opinione su questo grottesco argomento.
In primo luogo, è bene precisare che la competizione regionale ha visto sul campo schieramenti politici diversi da quelli presenti ad altri diversi livelli istituzionali. I socialisti, all’opposizione in alcuni comuni della provincia, erano nostri alleati; il Ncd, nostro alleato a livello nazionale, era nostro avversario; Sel e Comunisti, purtroppo – mia opinione – ancora nostri alleati in molte realtà istituzionali, erano nostri oppositori. Non c’è dunque nulla, ma proprio nulla di strano nel fatto che l’esponente di una lista civica abbia scelto di sostenere il Partito democratico e segnatamente la mia candidatura al consiglio. Su questo vorrei che, nel nome della logica e della verità, si ponesse la parola fine.
In secondo luogo – e di conseguenza – non c’è stato nulla di strano e di anomalo nel fatto che il consigliere Bolognini, una persona perbene che io, pur nella diversità di alcune opinioni, rispetto e stimo, abbia partecipato ad alcuni miei appuntamenti elettorali, tra cui la cena a Cantagrillo oggetto di questa surreale querelle. Preciso inoltre che durante quella cena non si è costituito alcun tavolo di presidenza, essendo queste usanze gerarchiche – tipiche di certa sinistra passata se Dio vuole di moda – sempre sgradite quando mi occupo di organizzare un evento politico.
Infine, non comprendo le pressioni rivolte a Catalano perché prenda distanze non ho capito bene da cosa. Il consigliere Catalano è stato un mio fermo sostenitore all’interno del Pd di Serravalle. E in qualità di consigliere, pur esercitando il suo legittimo esercizio critico, ha sempre tenuto atteggiamento leale rispetto al gruppo. Per questa ragione io lo sostengo con forza e rinnovata ammirazione nella scelta di respingere al mittente una richiesta di chiarimento di cui non si comprendono le ragioni e le finalità, se non quella di metterne immotivatamente in dubbio la correttezza e la lealtà politiche.
Un carissimo saluto,
Massimo Baldi