la contestazione. IL COLLETTIVO IMPEDISCE AD ALLAM DI PRESENTARE “IO E ORIANA”

Magdi Cristiano Allam

FIRENZE. I poliziotti del pensiero unico, profeti questa mattina dell’islamicamente corretto, hanno impedito a Magdi Cristiano Allam di presentare il suo ultimo libro “Io e Oriana” alla libreria universitaria di Novoli, a Firenze.

Hanno affisso uno striscione fuori dall’edificio con su scritto “Chi professa odio, razzismo e guerra non è il benvenuto”, firmato collettivo politico, collettivo universitario. Per intenderci, l’estrema sinistra universitaria; per intenderci, i compagnucci dei bontemponi bolognesi che, per protestare contro i tornelli posti all’entrata della biblioteca universitaria, occuparono la stanza devastandola.

Eravamo intenzionati a partecipare all’evento, sia perché interessante per definizione (l’opinione altrui lo è sempre), sia perché l’autore avrebbe parlato del suo travagliato rapporto con Oriana Fallaci, il tutto condito dall’aria fiorentina riscaldata dalla prima primavera. Proprio la Firenze della Fallaci.

Sarebbe stato bello riportarvi, poi, quanto detto e quanto appreso, ma purtroppo è stato impossibile per la contestazione inscenata dai barbuti del collettivo. In effetti qualcosa in comune coi figli d’Allah ce l’hanno: la barba in stile profeta.

Magdi Cristiano Allam vive sotto scorta per le ripetute minacce e condanne a morte subite da Hamas, i terroristi palestinesi che fungono da braccio armato dei Fratelli Musulmani, la più grande organizzazione islamica del mondo, da quando si è scagliato contro l’estremismo e il terrorismo islamico e perché, nel 2008, divenne cristiano. “È un apostata e nemico dell’Islam” tuonavano i figli di Allah dall’Italia e dal Medio Oriente, e proprio per questi motivi Magdi vive con la scorta.

Vivendo con la scorta a causa di queste minacce, il livello d’attenzione per la sua incolumità è decisamente più alto rispetto a quello di ognuno di noi, e per questo gli uomini della sua scorta hanno ritenuto opportuno annullare l’evento.

Quattro islamici sono entrati nella libreria con l’intenzione, dichiarata da loro stessi, di opporsi alla diffamazione dell’Islam. Due ragazzi coi riccioli imbrattati di gel e due ragazze che, con somma sorpresa, erano sprovviste di hijab, il velo che copre il capo mantenendo scoperto il viso.

Ce lo siamo sognati noi che le donne islamiche devono, per legge, girare con almeno la testa coperta? Dunque sono musulmane per davvero o a intermittenza, magari quando c’è l’opportunità di rompere i cabbasisi?

Il posto riservato a Magdi Cristiano Allam inesorabilmente vuoto

Non hanno avuto bisogno di usare violenza fisica, essendogli bastata l’assurda contestazione contro il libro e le idee di un uomo libero. Se le forze dell’ordine potevano intervenire? Forse sì, forse no. Il punto è che un ambiente universitario è difficilmente presidiabile, essendo popolato da giovani almeno all’apparenza innocui.

Una volta data la notizia dell’annullamento dell’evento, i compagni hanno riso e battuto le mani, schernendo gli altri e dicendo “dai, andiamo a dar fuoco a qualche crocifisso”.

Uno di loro, il più brutto, si è addirittura esibito in una sfilza di bestemmie e invettive contro il Papa, volendo forse così dimostrare la propria contrarietà a quel cristianesimo che ci circonda, che rende affascinante Firenze e che spinse Oriana Fallaci a definirsi un’atea cristiana.

Risulta del tutto irrilevante discutere di Islam e di multiculturalismo con persone che negano il diritto di parola agli altri.

Ed è quest’ultimo punto il più importante: non poter discutere liberamente esponendo le proprie idee, anche se contrarie a quelle altrui, è il segnale che qualcosa non va, che la strada intrapresa è assai brutta, pericolosa, e tale da far tornare in mente periodi bui della nostra storia.

E in effetti è questa la seconda caratteristica che loro hanno in comune con i terroristi di Hamas.

[Lorenzo Zuppini]

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