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PRATO. Leggo sulle colonne del quotidiano Il Tirreno di Prato la replica alla mia nota sull’esito della gara Tpl da parte dell’Assessore regionale ai trasporti Ceccarelli.
Ebbene, ai termini “farsa grottesca” mi vedo costretto ad aggiungere anche “oltre al danno la beffa”.
Ripeto che l’amministrazione da me guidata e soprattutto l’Assessore Caverni, hanno fortemente criticato il bando Tpl.
Credo che nella fretta di rispondere alla mia nota, l’Assessore regionale abbia dimenticato che il trasporto pubblico ed in particolare la gara con lotto unico, siano di esclusivo ambito della Regione Toscana e delle province.
Difatti al momento del bando Regione chiamò e Provincia di Prato rispose sì: ieri come oggi, Firenze (o Roma) ordina e Prato obbedisce. Come con l’aeroporto, l’ospedale, il Metastasio, la Prefettura e la Questura.
Ricordo a Ceccarelli che solo i Comuni di Prato, Lucca e Livorno erano contrari, mentre tutti gli altri allineati. E difatti il bando fu fatto.
A quel punto cosa avrebbero dovuto fare i Comuni “ribelli”? Fare a loro volta bandi indipendenti che avrebbero assegnato il trasporto pubblico ad aziende che non avrebbero potuto varcare i confini comunali?
Le ricordo che il bando parla di trasporto pubblico integrato ferro-gomma. Cosa avrebbe potuto integrare, da solo, il Comune di Prato? È chiaro che ci siamo dovuti adeguare.
Siamo veramente alla beffa caro Assessore Ceccarelli, pretendete addirittura di scaricare sulla mia amministrazione la vostra sciagurata responsabilità.
Si preoccupi piuttosto di rifondere a Cap i 25 milioni di euro che la Regione le deve. Per il bene di un’azienda e per il bene di Prato.
Che a voi, mi pare non interessi molto.
Roberto Cenni
Consigliere comunale
Capogruppo “Prato con Cenni”