«LA CRISI DI MONTECATINI? TUTTA COLPA DI AFRODISIAKA!»

Giada Nardini, Ilaria Michelucci, Paolo Pucci, Marco Spinelli
Giada Nardini, Ilaria Michelucci, Paolo Pucci, Marco Spinelli

MONTECATINI. A Montecatini, finalmente, si è scoperto il responsabile del declino della fu gloriosa città termale, il virus che ha fatto sì che le Terme del Tettuccio cadessero in un selvaggio anonimato, che la delinquenza si impossessasse della città, giorno e notte, in special modo alle due stazioni ferroviarie; che la piscina comunale, sfoggio e fiore all’occhiello di varie amministrazioni, non sia ancora pronta e che dai tredici milioni di euro iniziali, il costo per la sua messa in opera sia, nel frattempo, lievitato a cinquanta, senza avere la benché minima certezza che un giorno vedrà la luce e che la cittadina, di notte, ma anche di giorno, sia, in realtà, un mercato del sesso a pagamento, senza criteri, controlli e la benché minima regola.

Il responsabile c’è; e seppur non abbia ancora confessato, corre voce che sia sul punto di vuotare il sacco: Afrodisiaka, questo carnevale erotico che, anche se durato solo quattro giorni e quattro notti al chiuso del teatro Verdi, con tanto di ingresso riservato ai maggiorenni, si è presto rivelato la pietra dello scandalo di Montecatini, che ora, finalmente, saprà a chi chiedere gli interessi per la sua decadenza.

Scherzano, ma nemmeno troppo, quelli di Fratelli d’Italia della Valdinievole che ieri, con la cittadina in festa per la prima domenica di primavera e le strade piene di gente, hanno di proposito posto un gazebo nel bel mezzo del centro, davanti al Bar Biondi esponendo un cartello che riassume quanto esposto in principio.

“La vergogna non è Afrodisiaka, ma tutto il resto che non funziona, dalla sicurezza alle Terme, da una dilagante prostituzione ventiquattro ore al giorno, alla piscina comunale che lievita, lievita e non è ancora finita, da stazioni ferroviarie trasformate in dormitori alle piscine della città scambiate per docce”.

Li abbiamo incontrati proprio fuori il teatro Verdi quattro rappresentanti di Fratelli d’Italia, ieri, nel pomeriggio dell’ultimo e quarto giorno di fiera erotica, una location non certo additabile come una delle cose più interessanti prodotte in città, ma che non può certo attirare e convogliare le false scuse di un’Amministrazione che non riesce a uscire dalle sabbie mobili nelle quali è finita e che ha trovato nella fiera erotica il mostro da sbattere in prima pagina, il nemico che si è impossessato della debolezza della carne degli amministratori per gettare il panico e la dissoluzione in Palazzo.

“È demagogia bella e buona, questa dell’Amministrazione, che accusa Afrodiasiaka come il responsabile del declino della città – ammonisce Giada Nardini, una delle quattro rappresentanti di Fratelli d’Italia della Valdinievole –. Non ci sono andata e forse non ci andrò, ma non si può certo criminalizzare un festival che si svolge al chiuso di una struttura nella quale, l’accesso, a pagamento, è riservato a chi ha compiuto la maggiore età”.

“Stanotte (sabato sera – n.d.r.), qualche fastidio da Afrodiasiaka è arrivato – aggiunge Ilaria Michelucci –, ma si è trattato solo della musica a volume esagerato che usciva dal teatro e arrivava fino alle finestre della mia abitazione, posta poco distante dal Verdi. Il resto non lo so, non lo voglio sapere e non mi interessa saperlo, ma nessuno è stato costretto ad entrare a teatro, in questi quattro giorni; né rapito e obbligato ad assistere agli spettacoli che si sono svolti al suo interno; e soprattutto fuori dal Verdi non ho visto code di passione e desiderio, non consumate all’interno, trovare dimora e consolazione lungo il viale”.

Tutti e quattro, inoltre, riconoscono la bontà delle due tavole rotonde allestite durante la fiera: quella contro la omo-transofobia e quella del sesso per i diversamente abili, due problemi che non fanno notizia e voti, ma sui quali è opportuno intavolare discussioni serie, tanto che a parlare sono stati invitati Assessori dell’amministrazione, che ha poi crocefisso il carnevale erotico.

“Sarà meglio non continuare a nascondersi dietro un filo d’erba – aggiungono, insieme, Paolo Pucci e Marco Spinelli –. Che stavolta si chiama Afrodisiaka e che altrimenti avrebbero potuto avere un qualsiasi altro nome. La città sta scivolando nel baratro, dopo una serie di occasioni perse e una miriade di tanti, troppi, errori commessi, a ripetizione, nel corso degli ultimi anni. Abbiano la netta impressione che anche mercoledì 25 marzo, Montecatini boccheggiasse come un pesce ormai lontano dalle acque. E delle porno dive di Afrodisiaka non se ne intravedesse ancora nemmeno l’ombra”.

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