«LA FAUNA SELVATICA NON È DEI CACCIATORI MA DEI CITTADINI»

Cinghiali
Cinghiali

FIRENZE. La proposta di legge obiettivo n. 27 della regione Toscana per l’uccisione di centinaia di migliaia di ungulati (cinghiali, daini, caprioli, cervi, mufloni) con formula 3su4 durante tre anni ininterrotti di caccia viola molte leggi nazionali ed europee compreso l’art. 117 della Costituzione.

“Saevitia in bruta est tirocinium crudelitatis in homines”, la crudeltà nei confronti degli animali è il primo gradino di quella contro gli uomini. La caccia al cinghiale, la mistificazione su cui si fonda una pratica crudele.

Ma qual’è l’entroterra “culturale” della caccia? Perché restiamo ancorati a una visione antropocentrica dell’universo quando la vita, in tutte le sue forme, ci induce ad abbracciare il biocentrismo per non restare incentrati in un mondo asettico, prefabbricato, artificiale, incapaci di percepire la poesia, la bellezza, l’empatia?

Quali sono i motivi di tanta violenza contro gli animali?

Eccoli: onteressi insaziabili, ipocrisie mascherate, obiettivi larvati, prepotenze connaturate, privilegi illegittimi, illegalità consolidate, sadismo, rozzezza, incontinenza… tradotti ed elencati nell’esposizione che segue.

La Toscana è la prima regione italiana per numero di cacciatori. L’Umanesimo e il Rinascimento con la nuova percezione dell’uomo e del mondo è ormai trapassato remoto, pozzo buio e profondo, un’immagine da sfruttare perché il medioevo del ristagno culturale, tra la grandezza dell’età classica e la rinascita umanistica, si ripresenta in uno dei tanti corsi e ricorsi della storia.

Per continuare leggi Caccia al cinghiale per legge obiettivo.

[gabbie vuote – comunicato]

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One thought on “«LA FAUNA SELVATICA NON È DEI CACCIATORI MA DEI CITTADINI»

  1. Buon giorno!….io starei un pochino più terra-terra. Questo è un problema che si origina a metà degli anni 50, quando le associazioni venatorie importarono dall’est qualche centinaio di cinghiali, per poterseli cacciare alla bisogna. Contemporaneamente vennero sterminati i loro predatori naturali: i lupi. Questo poteva essere, non scusato, ma capito, in un’epoca, dove non c’era la minima consapevolezza di concetti, quali: ecosistema, equilibrio ambientale ecc…oggi però cadono le braccia se pensiamo che in 30 anni non si è fatto niente e si pensa di ovviare con uno sterminio legalizzato per 3 anni. Pur da vegetariano e con dispiacere, penso che si potrebbe attuare una caccia di selezione sugli esemplari in precarie condizioni, poi, visto che abbiamo ancora una forestale, magari attuare una campagna a tappeto di sterilizzazione. Costa è vero, ma non è che devono sempre pagare gli inermi per i nostri errori. D’altro canto la montagna è in abbandono e non possiamo pensare che lo spazio ceduto non venga rioccupato dalla fauna selvatica. Sulla caccia in genere posso dire solo tutto il male possibile: oggi, cessate le esigenze legate alla sopravvivenza, cosa è se non un “divertimento” malato?
    Massimo Scalas

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