PISTOIA. Non ci sono nemmeno più i trattori a colorare il 1° maggio. È rimasta la banda, che intona le solite canzoni e lo spiegamento compatto di quadri politici, amministrativi e sindacali. Sì, pensionati ce ne sono, ma non quelli che percepiscono meno di 700 euro al mese e non sanno come fare per arrivare a far quadrare i conti.
Nemmeno la tregua atmosferica ha suggerito alla città di riversarsi in piazza del Duomo per festeggiare il primo maggio. Ma la tangibile latitanza non corrisponde ad una presa di coscienza: è solo una questione numerica. I disoccupati, che le stime di questi giorni fissano al 13% dell’intera popolazione, rischiano di diventare, in un’ipotetica prevedibile letale escalation, la maggioranza delle persone comprese nella forbice anagrafica 20-65.
E stamattina, 1° maggio, i tanti, troppi pistoiesi disoccupati, cassintegrati e con pochissime prospettive di poter riacquistare, quanto prima, dignità e lavoro, di festeggiare, non ne avevano alcuna voglia.
fragole & sangue