LA FLORIDA COMUNITÀ DEI TOPI DI VIA BUONFANTI

Signor Topo in via Buonfanti
Il Signor Topo di via Buonfanti

PISTOIA. La storia, mista a leggenda, racconta che lì, al civico 17 di via Buonfanti, chissà quanti anni fa, vivesse un certo Nadì (Nadir, forse, il vero nome), di origini rom, ma affatto accertate, che sopravvivesse commerciando in chincaglieria. La sua specialità, raccontano quelli che ne hanno memoria, pare fossero i bottoni che i militari della Caserma Marini, ai tempi della naia, gettavano nella Brana in segno scaramantico. Bottoni che lui andava a recuperare e che poi vendeva o barattava con qualcosa che potesse consentirgli di sopravvivere.

Nemmeno i vecchi di via Buonfanti giurerebbero sulla veridicità di queste storie, ma oggi, tutti quelli di via Buonfanti, vecchi e giovani, sanno perfettamente cosa nasconda quella vecchia casa fatiscente e malmessa: una fertile e robusta comunità di topi. E stavolta, la leggenda, non c’entra assolutamente, nemmeno Nadì: stavolta è cosa di sporcizia; in parole poverissime, ma strasintomatiche, è una storia di cacca!

L’unico imputato infatti, in questa occasione, è il totale degrado nel quale versa l’unica arteria pedonale e stradale che congiunge la parte nord-est della città con il suo centro storico. Sì, perché il problema dei topi, del quale ne parlammo, un mese fa circa, con un vigile urbano a guardia della chiusura al traffico, si aggiunge ad un altro irritante problema irrisolto della viuzza, il ponteggio fantasma.

E al cospetto dei topi, non occorrono provvedimenti straordinari per il loro debellamento così come pare serva invece fare per liberare la strada dai ferri sostenitori di un rudere abbandonato: è sufficiente una semplice e routinaria igienizzazione, ancor maggiore visto e considerato che ci troviamo a pochi passi dalla perla del centro storico, che presto sarà chiusa totalmente al traffico 24 ore su 24.

Confidiamo nell’eventuale e auspicabile flusso turistico a Pistoia nei prossimi giorni perché il problema, poco folkloristico e parecchio grave, venga affrontato e risolto. Speriamo davvero che sia una decorosa immagine da offrire ai visitatori la molla che induca l’Amministrazione ad impugnare un provvedimento che dovrebbe essere, anzi, è, semplicemente, normale.

Confidiamo nei turisti perché la stragrande maggioranza dei residenti di via Buonfanti è brava gente, anziana, che ne ha passate tante e per questo abituata alla più biblica rassegnazione, convinta ormai che i loro diritti, sistematicamente calpestati, non siano più nemmeno rivendicabili.

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