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FIRENZE. In Italia gli omicidi ai danni delle donne (volgarmente chiamati femminicidi) sono in costante calo da vent’anni, e siamo uno dei Paesi in Europa col minor numero di donne ammazzate. Alla faccia della novità.
Eppure il coro molesto, intonato sulle note del politicamente corretto, se la ride e se la canta avvertendoci che in questa parte di mondo, e a maggior ragione in Italia, le cose devono cambiare: l’uomo bianco occidentale è diventato un bracconiere di femmine. Non bastavano le minchiate dette e ripetute sul caso Weinstein, il porco chiamato orco. No, dopo di lui pure Brizzi, e i regolamenti sul lavoro e lo spionaggio e il nuovo regime neopuritano.
Ma non basta neppure questo, l’intrusione guardona e perversa nelle vite degli altri, partendo dal presupposto che un uomo è a prescindere colpevole: di molestie, di battute, di attenzioni o di sguardi. Oggi, a detta di qualche folle, anche l’arte deve essere setacciata dalla fitta rete del femminismo ad oltranza, intransigente e totalitario.
Il pazzo di cui parliamo si chiama Dario Nardella, sindaco di Firenze, il quale ha partorito la seguente idea: cambiare finale alla Carmen (un’opéra-comique) poiché nella versione originale, per altro tratta da una novella, la suddetta Carmen muore ammazzata da un uomo. Dovrebbe consistere, questa variante, in un messaggio sociale contro la violenza sulle donne.
Pensavamo di aver toccato il fondo del barile dell’ideologismo militante con Pietro Grasso che si scusava da parte di tutti gli uomini per ‘sta benedetta violenza di genere. E invece no. Tutto è violenza e tutto è contro l’emisfero femminile. Da qui, l’esigenza che una pletora di benpensanti cali su tutti noi una cappa per limitare la nostra coscienza e la nostra capacità di ragionamento. Insomma: tutti fermi e tutti zitti, questa è la priorità indiscussa.
Come dimenticare però l’uscita elegante di Renzi, tipica del leccaculo privo di idee, con cui ha espresso
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la sua solidarietà a Lucia Annibali, donna sfregiata con l’acido, perché Travaglio ha scritto che “questa legislatura andrebbe sciolta nell’acido”. La congettura è la seguente: l’acido è un prodotto che causa anche sofferenze, dunque non può essere utilizzato per comporre frasi evidentemente ironiche.
Poco ci importa che la Annibali si sia sentita offesa: sfregiata o no che sia, la stupidaggine del gesto ci pare oggettiva. Il dramma vero però riguarda l’appiattimento generale su temi che non prevedono un normale contraddittorio, perché sono creati ad hoc proprio per sbattere fuori dal perimetro della dignità chicchessia, rendendo costui inascoltabile se non addirittura imbavagliabile.
L’unica soluzione è darsi al gender e trasformarsi in donne, perché in questo mondo malandato avere i coglioni è diventata un’ammissione di colpa. E Travaglio dovrà cambiare cognome per rispettare pienamente le donne morte durante il Travaglio.
[Lorenzo Zuppini]