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PISTOIA. Domani sabato 27 agosto ricorre un anno dalla morte di Luca Iozzelli, ex presidente di Fondazione Caript.
Ecco il ricordo dell’attuale presidente Lorenzo Zogheri a nome di tutta la Fondazione
“Un anno fa, il 27 agosto 2021, la Fondazione Caript ha vissuto uno dei giorni più tristi della sua storia: il giorno della morte di Luca Iozzelli. Un evento che ci ha profondamente addolorati e che il tempo non sbiadisce nel ricordo, suscitando una commozione che oggi si rinnova con particolare forza. Per noi, e credo per tutta la comunità pistoiese, è doveroso onorare con un momento di riflessione questa ricorrenza. Non voglio ricordare Luca per quello che in un anno con la sua assenza ci è venuto a mancare, ma per quanto, nella nostra opera, lo abbiamo sentito vicino e per quanto il suo lascito ci è prezioso.
Lorenzo Zogheri
Personalmente devo a lui il ruolo che attualmente assolvo, perché è stato Luca a motivarmi nella scelta non semplice, dal punto di vista umano e professionale, di diventare presidente. La sua guida è stata insostituibile in tutti gli anni che abbiamo condiviso in Fondazione e lo è tuttora nelle tante e complesse scelte che comporta la responsabilità di operare in un ente di così grande rilievo per il territorio pistoiese. Ma quello che Luca ha dato e continua a dare va ben oltre il dato personale e riguarda, quotidianamente, l’intera vita della Fondazione.
Al suo impegno dobbiamo importanti iniziative di cui il territorio continua a beneficiare, a partire dall’ambito della cultura che particolarmente lo avvinceva; al suo esempio e a quello che ha realizzato per la Fondazione, dobbiamo la spinta a non adagiarsi mai su quanto fatto, ma a cercare costantemente di migliorarci, sperimentando nuove vie per rendere le nostre attività sempre più efficaci e funzionali nel dare impulso alla crescita della nostra comunità. Grazie a Luca, infatti, la Fondazione da un lato ha consolidato e accresciuto i propri risultati patrimoniali che costituiscono una base solida per guardare positivamente al futuro, dall’altro ha elaborato una piena consapevolezza della necessità di pensare e programmare nel lungo periodo, affinché le generazioni a venire possano continuare a beneficiare del nostro apporto. Si tratta di elementi molto concreti e dei quali dobbiamo essergli grati, in particolare pensando al contesto che stiamo vivendo, ancora contrassegnato da emergenze, instabilità e incertezze. È stato detto che ci sono due cose che possiamo lasciare in eredità ai nostri figli: le radici e le ali. Credo che Luca abbia lasciato entrambe, a chi opera nella Fondazione e a chi, di questa opera, condivide i frutti”.
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