la maledizione dei politici. L’AVVENTURA DI UN POVERO ARCHITETTO. E ORA?

Il Tirreno, 28 febbraio 2012
Il Tirreno, 28 febbraio 2012

MONTALE. Adesso chi paga i danni? In momenti di pura follia in cui imperversa il quesito referendario d’autunno per fare finta di cambiare la Costituzione senza cambiare un bel nulla, la storia che stiamo per narrarvi (vedi 00-Il fatto e 02-Tirreno 2012.02.28) potrebbe apparire ben piccola cosa poiché riguarda una dipendente del Comune di Montale: e i capoccioni che si sono avvicendati in questi anni e che pervicacemente hanno inteso difendere non gli interessi della Comunità che avrebbero dovuto rappresentare senza alimentare le trombonate contro una propria dipendente, mettendo a repentaglio la sua salute, la sua integrità professionale e il suo buon nome.

Partiamo dal finale di questa vicenda: dopo più di un decennio di dispute, licenziamenti, impugnazioni e tanto altro ancora, la Cassazione con poche e stringate righe, con sentenza in data 17 febbraio 2016, “annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il fatto non sussiste, con ciò definitivamente sancendo che l’architetto Damiana Sozio ha pienamente ragione (vedi 03-La sentenza).

La domanda che sorge spontanea è se un essere umano può per più di dieci anni subire le violenze relative alla propria attività lavorativa, svenarsi in avvocati e conseguenze psicofisiche di ogni genere per poi, dopo più di dieci anni, vedersi riconosciute le proprie buone ragioni. Perché il fatto non sussiste, avete capito?

Piero Razzoli
Piero Razzoli, ex Sindaco di Montale

Questa vicenda che assume un po’ i contorni del caso Nesti-Goduto in quel di Agliana, ripropone l’arroganza e soprattutto l’incapacità di quei politici sbatacchiati su un seggiolone con tanto di fascia tricolore che, alla prova dei fatti, dimostrano di non valere una mazza.

E lo dimostrano scassettando, attraverso il principio di farsi difendere con soldi pubblici, per comportamenti che si rivelano omissivi, non regolari e, alla fin fine, chiaramente persecutori.

Stiamo parlando della costruzione di una cucina centralizzata “pensata” da questi intelligentoni del Comune di Montale nell’anno 2002 e affidata… nel 2008 con delibera di giunta, con nomina all’architetto Sozio quale Rup, cioè responsabile unico del procedimento (vedi 01-DG 42 del 5.3.2009 – all’epoca il Sindaco era Piero Razzoli).

Ma il Rup non può essere tale quando, come nel nostro caso, l’incarico veniva extra legem assegnato quando già il progetto era nella sua fase esecutiva e soprattutto da un organo “incompetente” quale la Giunta e non dal superiore dell’architetto medesimo.

Basterà dire che l’architetto presentò le sue giuste rimostranze facendo notare che il responsabile unico prevede l’effettuazione e il controllo dell’opera fin dalla sua progettualità iniziale. A ciò si aggiunga che le competenze dell’architetto, in seno al comparto tecnico del Comune di Montale, prevedevano ben altre mansioni.

Per farla breve, l’architetto fu licenziata e il tribunale ha riconosciuto in prima e seconda istanza l’atto illecito dell’amministrazione e l’ha reintegrata: i furbastri della politica, quelli che campano con i nostri soldi, hanno visto bene di prolungare il calvario ed hanno proposto appello, naturalmente avvalendosi di avvocati pagati con soldi pubblici.

Il Tirreno, 26 maggio 2016
Il Tirreno, 26 maggio 2016

A oggi la sentenza della Suprema Corte di Cassazione rimette ordine al tutto, ma alcune domande sorgono lecitamente:

  1. il Comune di Montale con quali denari ha intrapreso queste cause? Con denaro pubblico?
  2. la Corte dei Conti avrà la bontà di intervenire per quanto di sua competenza?
  3. perché questa volontà che, allo stato degli atti, può solo definirsi persecutoria?
  4. forse perché, trattandosi anche di una cucina… non tutte le ciambelle riescono col buco quando si trovano professionisti non disponibili a “obbedir tacendo”?
  5. vuoi vedere che fra gli avvocati del Comune di Montale compaiono “compagni” di provata fede?

Soprattutto, voi, signori delle opposizioni, cosa ci state a fare in Comune? Vorrete avere la bontà di ragguagliarci? Altrimenti chiederemo direttamente alla fonte…

Una cosa è certa, palese e inconfutabile: devono essere cambiati gli uomini italici democratici e antifascisti che sovrintendono alla cosa pubblica, e non le regole!

Ci siamo capiti, vero?

[Felice De Matteis]


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