la mamma degli imbecilli. AGRÙMIA, IL PAESE DEL GRANDE MAGNINO, FARO DELLA SINISTRA, DOVE GLI ANONIMI SONO QUASI QUANTI I CITTADINI

La «mano nera/pera» spuntò anche in tribunale, quando il fu comandante Andrea Alessandro Nesti dovette ammettere dinanzi al giudice che la denuncia anonima contro l’ispettrice Turelli (denuncia già mandata al macero da Canessa), la aveva scritta proprio lui…

 

INTELLIGENZA DIVINA. Quando non sa come fare, Agliana-Agrùmia ha la sua via di fuga: inizia a sparare lettere anonime, denunce anonime e non, cumuli di spazzatura da ricoprire Linea Libera per liberarsene. E alla fine, miracolo, anche la procura applaude

 

SE AD AGRÙMIA È SOL MELLETTA

BEL FUTURO CHE CI ASPETTA!

 


BRAVI COGLIONI! La paura fa novanta? Con una bella lettera anonima si cerca di esorcizzarla. Peccato che i topi di fogna tali sono e tali restano a prescindere dai loro sostenitori anche istituzionali…

 

«CARO PROFESSORE, non vorrei essere nel culo di qualcuno, quando tutto questo casino sarà finito». Così mi disse un avvocato quando mi ritrovai a dover subire – i motivi me li dovranno spiegare i signori magistrati che si sono dedicati a questa vicenda anima e còre – 104 giorni di arresti domiciliari illeciti: fatto su cui, fra tutti i giornalisti della Toscana, solo Mauro Banchini ha avuto la cortesia e il buonsenso di esprimersi.

L’Ordine, praticamente asservito al Pd e alle sue ragioni, non ha visto l’ora che mi levassi di culo: e anche in questo ha mostrato di non capire una mazza, perché, dal momento che ho sostenuto e passato l’esame di stato da giornalista, per me vale il principio del semel sacerdos, semper sacerdos.

Non chiedete chiarimenti a Luca Pedrito Benesperi, perché – pur laureato in giurisprudenza – non sa cosa significa. E non chiedetelo nemmeno alla procura: perché non risponderà mai, dato che mostra di voler portare avanti il suo discorso a prescindere dalla giustezza dei presupposti logico-giuridici di base.

Agrùmia, regno descritto dalla Blimunda, moglie letterata del fu comandante Andrea Alessandro Nesti, deposto dal Consiglio di Stato – vittima certo, ma solo di sé –, più che essere il regno della polvere estiva e della melletta autunno-invernale come si dice nelle cronache stilate da MMC/Blimunda, è il paese degli anonimi.

Appena nasce un problema, a Agliana spunta l’anonimo. L’anonimo è spuntato nella posta elettronica della signora Paola Aveta che, pure a conoscenza di tutti i porcai aglianesi, se n’è guardata bene dall’aprire le dovute indagini e segnalarne i casi alla signora procura di Canessa prima e di Coletta poi: Cu è surdu, orbu e taci, campa cent’anni ’n paci.

L’anonimo spuntò anche in tribunale, quando il fu comandante Andrea Alessandro Nesti dovette ammettere dinanzi al giudice che la denuncia anonima contro l’ispettrice Turelli (denuncia già mandata al macero da Canessa), la aveva scritta proprio lui: complimenti per un ufficiale anche di polizia giudiziaria ed ex vicepretore onorario di qualche anno prima!

Stefano Marini così negli anni 90 [foto Roberto Rapezzi]
Se sbaglio chiedo venia, perché non rammento perfettamente, data la mia età: ma mi pare che «fammi crescere i denti davanti» gli avesse salvato il popò in extremis, facendolo confessare in aula. Il Nesti se la cavò con un pizzicotto su una gota e una pacchetta sulla spalluccia così oberata e incurvata da tanto lavoro in comando…

Se dunque gli anonimi pullulano in Agliana, come le rane e i vermi del Calice nell’iconografia di Agrùmia, è bene che così sia: e la colpa è di quella stessa signora procura che si fa grossa coi nessuno e permissiva coi comandanti deposti dal Consiglio di Stato.

I dati sono questi: che la procura voglia o no. Se li ripassi bene, prima di rinviare a giudizio, quasi ogni giorno, chi li espone al popolo sovrano.

E proprio grazie a questa impunità istituzionale gentilmente concessa a chi dovrebbe essere più bastonato degli altri (un pretendente comandante di vigili è più responsabile di un usciere-telefonista comunale); proprio grazie alla permissività accoglientista della giustizia penale pistoiese (forte coi deboli e debole coi forti), anche in questi giorni che precedono il maxi-processo nei confronti di chi scrive, identificato e colpito e perseguitato oggetto di stalking giudiziario come un Totò Riina redivivo, l’anonimo ha rifatto la sua comparsa: ma qui siamo ad Agrùmia, gente. Non siamo a Venezia dove l’anonimo veneziano va di moda.

Questa giunta ha problemi interni ed esterni. Di fatto il Comune è in mano al Pd e alla segretaria comunale, ammirata perché «donna decisionista» che si impone alla perfetta inefficienza degli assessori e dei gruppi consiliari. E nessuno vede niente

Una bellissima lettera di insulti e spregio bullistico a volontà contro Linea Libera e i suoi uomini. Personalmente ne ringrazio la procura che considero quale «infetto alfa» tipo quello che ha trasmesso il Covid in questo stato in cui c’è tanto rispetto delle leggi quanto ve n’è in Cina o fra i turchi di Erdoğan o nel campo di Auschwitz.

La mamma degli imbecilli è sempre incinta, scriveva il sindaco Marini a Quarrata all’epoca del primo compromesso storico con la giunta Dc-Pci, 1990.

Oserei aggiungere, in piena libertà di parola, e con la massima scorrettezza politica possibile a favore di chi ancora riesce a pensare: anche la mamma degli stronzi – nuovo esercito della repubblica che poggia su questa giustizia deviata.

Anonimo Veneziano? No:
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Print Friendly, PDF & Email