LA “MEDICINA NARRATIVA” ENTRA IN CORSIA

Abati, Nucci e Raffaelli al Teatro Pacini di Pescia
Abati, Nucci e Raffaelli al Teatro Pacini di Pescia

PISTOIA. Entra nelle corsie degli ospedali, ma non solo, la “medicina narrativa”, il racconto delle “storie di malattia” da parte degli operatori sanitari ma anche, e soprattutto, dei pazienti.

Le testimonianze degli ammalati, ma anche dei loro familiari e dei professionisti, quotidianamente a contatto con molteplici realtà di cura e assistenza, saranno narrate, ascoltate, “raccolte” e diventeranno anche preziose testimonianze, che potranno servire per migliorare ulteriormente i percorsi assistenziali e terapeutici.

n particolare, l’obiettivo, è quello di restituire maggiore dignità ai pazienti che, in una sanità sempre più tecnologica, sono curati al meglio ma nell’attuale pratica clinico-assistenziale “soffrono”, come diceva Florence Nightingale, “anche di cose ben diverse da quelle indicate sulla loro cartella clinica”.

Ed è proprio prendendo spunto dalle profetiche parole della fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna che quest’anno in occasione della Giornata Mondiale degli Infermieri della Ausl3 – che si è svolta giovedì scorso al Teatro Pacini di Pescia – è stata posta attenzione sul fatto che per curare i pazienti servono anche parole e ascolto.

Un atto dovuto e, per metterlo in pratica, la direzione infermieristica della Ausl3 in collaborazione con il Collegio provinciale Ipasvi, ha presentato una mozione finale: un documento di intenti che prevede l’istituzione, di laboratori di “medicina narrativa”, un innovativo percorso formativo, che coinvolgerà non solo gli infermieri ma tutti i professionisti sanitari, al fine di migliorare la relazione con i pazienti per ottenere ricadute positive sui processi diagnostici, di cura e terapia.

Per il direttore generale della Ausl3, intervenuto al convegno, si tratta di un interessante punto di svolta nella sanità in quanto, ha sottolineato, va restituita da parte degli operatori, importanza alla dimensione dell’ascolto e della vicinanza al paziente e alla sua famiglia, nel momento della malattia.

Il presidente del Collegio Infermieri Ip.As.Vi e il direttore delle Professioni Infermieristiche ed Ostetriche dell’Ausl3, hanno evidenziato la necessità di recuperare nella pratica assistenziale la dimensione relazionale sottolineando che “anche prestare ascolto ad un paziente è un atto terapeutico”.

[ponticelli – asl 3]

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