«LA MIA CRITICA ONESTA A MATTEO RENZI»

Matteo Renzi, non leader ma simbolo
Matteo Renzi

QUARRATA. Giacomo Marcou, imprenditore ma anche scrittore quarratino, ha composto una lettera aperta al presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi. La lettera è stata pubblicata anche su http://blog.yooop.net/, curato dallo stesso Marcou.

Questo il testo:

Ciao Matteo,
chi scrive non è mai riuscito a schierarsi politicamente, e non solo in questa confusa Italia. Nel mezzo di codesto caos interiore, ho deciso di riporre la mia fiducia in te. Forse perché fiorentino e quindi a me geograficamente vicino? Forse perché giovane e nuovo? Forse per tutte le parole in cui spesso mi sono riconosciuto? Scrivo questa lettera aperta proprio in ragione di quella vicinanza appena sopra citata, mi sentissi estraneo al tuo modo di condurre il paese, sarebbe compromessa la mia credibilità, persa nella scarsa obbiettività.

Questa lettera è un modo per presentarti una critica, onesta, che giunge da chi, se avesse potuto, (non ho cittadinanza italiana) ti avrebbe votato. Mi piace questo permettermi di scrivere dopo averne giustificato il diritto a farlo. In questi giorni ci siamo dovuti confrontare con l’ennesimo scandalo di corruzione. Fenomeno mondiale, storica piaga di ogni regime, sia esso democratico o dittatoriale.

L’insopportabilità del fenomeno in Italia, non è tanto nel suo accadimento singolare, quanto nella quantità che soprattutto la politica ci propone ormai da decenni. Davanti ad un microfono e telecamere, ti ho sentito dire “Chi commette questo tipo di reato dovrebbe essere indagato per alto tradimento, ma è anche vero che non si può parlare di regole ogni volta che accade un episodio di questo genere, le regole ci sono, il problema non sono le regole, il problema sono i ladri” Matteo in casa mia, abito a Quarrata, i ladri sono entrati tre volte, ed ogni volta sono intervenuto prendendo una decisione che potesse rendere più difficile la prossima visita dei ladri.

Non saprei dirti se grazie a questi interventi o ad altro, ma da un po’ di tempo non si sono più visti. Hai ragione quando sostieni che ha poco senso parlare ogni volta di regole da scrivere o applicare, anche io mi fossi limitato a parlarne avrei risolto ben poco, le regole occorre farle, più che parlarne. Concordo con te: chi commette questo reato dovrebbe essere indagato per alto tradimento. In effetti un funzionario della pubblica amministrazione, dal bidello nelle scuole, al presidente della repubblica, è soggetto che gode della fiducia che la pubblica amministrazione ha riposto in lui, pertanto deve rispondere là dove questa fiducia viene tradita.

Scrivere le regole forse potrebbe voler dire lanciare un messaggio preciso che da ora in poi chi questa fiducia la tradisce sarà punito. Come? Fra rottamatori e costruttori ho sempre scelto i secondi, quindi elenchiamo una serie di probabili soluzioni? Ma sì, proviamoci.

Giacomo Marcou
Giacomo Marcou

Eviterei di parlare di carcere, metodo punitivo primitivo, costoso, e inefficace, soprattutto poi per reati di corruzione. Se si è indagati per corruzione, e si è dipendenti della pubblica amministrazione, si applica la misura cautelativa della sospensione dello stipendio. Ciò impone al sistema giudiziario un termine per andare in sentenza di primo grado.

Se il soggetto in sentenza di primo grado dovesse essere condannato, dovrà cautelativamente restituire tutto il percepito storico dalla pubblica amministrazione, in attesa della sentenza definitiva. Per tutto si intende il lecito stipendio ed anche il presunto ricavo illecito ottenuto in funzione dell’incarico affidato. Non finisce qui, (mi perdoni Draghi per la frase in prestito senza aver avuto il permesso) in base alla gravità del danno provocato alla pubblica amministrazione, il soggetto sarà aggredito da Equitalia, pensa Matteo, lo condanniamo a subire la stessa vergogna che deve subire un normale cittadino, peggio se imprenditore, quando il postino bussa alla porta con tutte quelle raccomandate da firmare.

Attacco frontale a tutti i mobili ed immobili del soggetto, intestati a lui o a quelle persone a lui collegate e che direttamente o indirettamente hanno goduto del benessere riconducibile all’alto tradimento commesso. Restituzione del danno oggettivo e soggettivo patito dalla pubblica amministrazione. Che ne pensi Matteo potrebbe essere una proposta efficace? Forse sì, forse no. A saperlo.

Resta il fatto che in un paese così lacerato e distrutto economicamente come il nostro dall’inarrestabile cancro della corruzione, dove un condannato per questo danno causato, continua a costarci per dover essere detenuto, e continua a percepire uno stipendio pensionistico da quella pubblica amministrazione che il danno lo ha subito, resta il fatto, Matteo, che in simili circostanze è disorientante ascoltarti e sentire che non si può ogni volta parlare di regole.

Matteo le regole vanno fatte, subito, affinché si capisca subito il cambio di direzione che questo paese intende darsi. subito. Matteo buon lavoro. Suppongo che Papa Francesco ogni mattina preghi affinché tu possa non deluderci, io da buon buddista recito con il medesimo obbiettivo del Pontefice. Nell’antichità i governi si affidavano al potere mistico delle religioni per poter governare nel migliore dei modi, potesse funzionare… Confido che tu, fra qualche anno, possa raderti la mattina davanti allo specchio, fiero d’aver condotto questo paese fuori dal gran caos e disordine di regole che lo ha invece governato da decenni. Grazie Matteo ed ancora buon lavoro.

Giacomo Marcou

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