PISTOIA. Da alcuni mesi è disponibile in Forteguerriana, donato direttamente dall’autore, il libro di don Romano Lotti, La mia vita di sacerdote.
Si tratta di un volume stampato nel 2011, scritto da don Romano in occasione del sessantesimo anniversario del proprio sacerdozio ed in omaggio alla bellezza di un’esperienza vissuta a servizio del Signore e del prossimo.
In più di 320 pagine la narrazione delle vicende biografiche, dall’infanzia e dall’ordinazione sacerdotale fino alle ultime attività parrocchiali, si alterna a numerose fotografie, ritagli di giornale, certificati e carte dell’archivio dell’autore che restituiscono un’immagine dei luoghi e dei contesti sociali incontrati nel corso del magistero. Da Treppio, prima destinazione di Don Romano, presso la parrocchia di San Michele Arcangelo, passando per San Miniato a Calamecca ed il lungo periodo a Santa Maria di Piteccio fino alla nomina a canonico della Cattedrale di San Zeno, dove svolge attualmente, il ruolo di amministratore.
Il libro presenta anche un significativo valore storico perché offre uno spaccato della vita di una provincia italiana, prevalentemente rurale, dagli anni precedenti la seconda Guerra Mondiale fino alla modernità ipertecnologica della società liquida: un arco temporale breve ma con cambiamenti radicali e imprevedibili nel costume e nella vita individuale. Vengono riportati aneddoti e cronache, tra cui l’inaugurazione della stazione di Castagno di Piteccio, con benedizione del parroco. Per andare a celebrare la messa alla chiesetta di Castagno don Romano doveva andare a piedi, almeno fino al 1966, quando cioè venne realizzata la strada comunale.
Il legame con la valle dell’Ombrone e gli abitanti di Piteccio è stato ed è profondo. Nel 1985 si segnala un episodio eclatante, almeno per le consuete dinamiche dei rapporti tra poteri pistoiesi, addirittura con risvolti giudiziari. Era di dominio pubblico la volontà della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia di chiudere la sede di Piteccio: la proteste paesane si accesero e furono forti e ad oltranza. I vertici della Cassa di Risparmio dovettero scrivere e dire personalmente a don Romano di rassicurare la popolazione circa il mantenimento della sede: tuttavia, ottenuto lo stop delle agitazioni chiusero ugualmente lo sportello bancario.
Allora don Lotti presentò un esposto denuncia alla Procura di Pistoia, uno personale per l’offesa alla propria onorabilità, di cui si era servita la banca per ottenere i propri interessi, ed uno collettivo con la gente di Piteccio. Furono diffusi in città volantini con la scritta “Non è degna di fiducia una banca che non mantiene le assicurazione fatte dal suo Direttore” ed il Vescovo di allora, Mosignor Simone Scatizzi, auspicava che il conflitto non andasse per vie giudiziarie con il coinvolgimento della parrocchia. Invece don Romano, minacciando di non desistere, ottenne dalla Cassa di Risparmio la riapertura della filiale e 90 milioni, per lo smacco all’onorabilità, con cui sostenne i lavori della chiesa parrocchiale.
Il rapporto con Scatizzi rimase comunque improntato alla fiducia: fu lui autore della nomina di canonico, di amministratore della Cattedrale e avrebbe voluto don Romano anche nell’amministrazione della Curia.
I lavori eseguiti sul patrimonio del Capitolo sotto l’amministrazione di don Lotti meriterebbero una pubblicazione apposita: dalla metanizzazione dei complessi e dal rifacimento di tutti gli impianti tecnici fino al restauro dei tesori artistici e architettonici, come il chiostro dei canonici, il Battistero, la Cattedrale, l’arazzo Millefiori, i corredi lignei, l’altare argenteo di S. Jacopo, le collezioni pittoriche e scultoree, e al patrimonio archivistico e bibliotecario, Biblioteca Leoniana e archivio Capitolare.
Il libro passa in rassegna anche le vicende personali, come i problemi fisici affrontati e superati presso gli ospedali di Castelnuovo Garfagnana e di Barga, e la quotidianità, dagli impegni al capitolo e al Monastero della Visitazione, oasi di pace, silenzio, preghiera ed intensa spiritualità, alla più intima atmosfera di casa, assicurata anche dalle collaboratrici domestiche, le “pie donne”, che seguivano ed assistevano Gesù.
Una storia in definitiva, quella di Don Romano Lotti e del suo sacerdozio, ricca di umanità, incontri, passione, tutta da raccontare e condividere.