
SAN MARCELLO-MONTAGNA. In Montagna è in atto una corsa al cupio dissolvi impressionante. Un suicidio di massa.
Da Lanciole, transitando per Crespole, Calamecca, Prunetta, Prataccio, Piteglio, Mammiano, San Marcello, Maresca, Gavinana, La Lima, Popiglio, Cutigliano, Il Melo, Pianosinatico, Pian di Novello, Rivoreta, Abetone, è uno sfacelo, e sicuramente ho dimenticato qualche località, come Le Piastre, Pontepetri e Campotizzoro.
Oltre ai servizi “dovuti” dallo Stato e non concessi, a cominciare dalla Sanità, dalla viabilità e da tutti quegli essenziali per una popolazione sempre più anziana e abbandonata, assistiamo a un “cedere le armi” di attività storiche nel campo della ristorazione e della ricezione turistica.
Non ce la fanno più, ma sembra che a nessuno importi un fico secco.
Le meningi dei primi cittadini di questi Comuni, presto fusi in un calderone indefinito e indefinibile, si dimostrano atrofizzate e nessuno pensa minimamente a gettare lo sguardo al di là dei propri confini, in attesa del Comunone-Dynamone che verrà, dei milioni di euro che raccatta e che, scioccamente per alcuni, viene proposto come la prossima futura resurrezione della Montagna.
Ma quando finiranno le “forcate di concio”, visto che i rubinetti dei quattrini saranno temporanei e poi verranno chiusi e bloccati?
Il Dynamone-Comunone diventerà l’Eden e Manes il suo profeta ([con] onorario).
Per il momento l’unico Eden che, concedendolo “il capo”, offre segni di produttività concreta è il Dynamo Camp, quella struttura che generosamente offre ristoro medico e ludico a piccoli pazienti sofferenti e che, per questo, deve essere solamente benedetta.
Non deve essere benedetto, invece, il giro impressionante di milioni di euro che questo social-business comporta e che l’intero comprensorio montano non avverte quasi per niente in benefici che si riverberano sul territorio e sulle attività connesse: solum nobis, insomma – solo per la proprietà…
La Smi produceva proiettili, la Kme produce pomodori e a nostro modestissimo parere, produce utili in vile moneta che sorvolano tutto il territorio montano, si camuffano in ipotetiche Social Valley con sospette, tempestive e puntuali associazioni locali che si spintonano per entrare a farne parte: ma “lilleri”, zero.
Qualcuno dice che verranno anche quelli; al momento permetteteci di dire che “il banco” è saldamente in mano a persone terze ed ai loro sodali in loco.
Pazza idea: in attesa del laico salvatore Vincenzo Manes, considerando che tutte le parrocchie (leggi Comuni) sono in mano ai seguaci (volenti o nolenti) del Bomba-Renzi, una bella legge che preveda per quattro-cinque anni sgravi fiscali, anzi, nessuna tassa, per coloro che hanno, mantengono o rinnovano una attività sul territorio?
Impossibile, i Comuni non reggerebbero nel poter offrire servizi ai cittadini ed i Sindaci non sono legislatori.
Risposta: i servizi dei cittadini sono pagati dai medesimi e facendo un conto fra gli introiti derivanti dalle attività commerciali e dalla loro cessazione, probabilmente il disavanzo sarebbe minimo, sostenibile: e il ritorno sul territorio, notevole.
In aggiunta, i Sindaci sono legislatori solo quando, da perfette “mammane”, pubblicizzano, organizzano e accettano tutte “le fregne” di provenienza regionale: come la fusione dei loro Comuni.
Abbiamo scritto per fare un paragone e basta, sia chiaro.
Resta il fatto che, avvicinandosi il voto referendario con tutte le promesse che prima delle elezioni sono sempre state fatte da tutti e di tutte le parrocchie politiche, forse, questa potrebbe essere una carta da giocare e da pretendere che non si tramuti nel solito acchiappacitrulli.
Forse è già tardi, ma forse, no. Pazzia ? Utopia?
Potrebbe però accadere che, lo dice uno scrittore famoso, “cessando di essere pazzo, diventò stupido”.
Potrete scusare mai un pazzo che per amore acconsente anche a divenire stupido?
Scusatemi: fondamentalmente il rapporto fra tradizione e coscienza critica del momento, per l’uomo normale è il cercare di controbattere la realtà (in)accettata.
[Felice De Matteis]