“LA MONTAGNA, LA SUA ECONOMIA E LE SUE AZIENDE, I SUOI ABITANTI MERITANO RISPETTO”

Andrea Formento (Federfuni Italia) si appella al neo presidente del consiglio dei Ministri Draghi contro il rinvio della riapertura degli impianti sciistici in zona gialla: “Sarebbe un atto ingiustificato”

Andrea Formento

ABETONE —CUTIGLIANO. Andrea Formento, direttore generale del comprensorio sciistico Val di Luce  interviene pubblicamente sulla annunciata decisione di prorogare ancora la chiusura degli impianti nelle regioni gialle e nell’annunciare di avere convocato per mercoledì prossimo a Roma il consiglio nazionale di Federfuni , l’associazione Italiana delle Aziende ed Enti Proprietari e/o Esercenti il Trasporto a Fune in concessione sul territorio Nazionale in accordo con i rappresentanti regionali, ha rivolto un accorato appello al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi e ai ministri Maria Stella Gelmini (Affari regionali e autonomie), Massimo Garavaglia (Turismo) e Roberto Speranza (Salute).

Ecco il suo intervento:

Nel dibattito odierno ma non solo noto la mancanza di tanti soggetti, istituzionali e non; Solo una montagna unita può combattere battaglie come queste. Qualcuno forse non se ne è ancora reso conto ma in questi giorni, in questi mesi si sta giocando il futuro dello sci alpino, nelle sue diverse espressioni e categorie, non solo il futuro degli impianti di risalita.

Si sta giocando il futuro economico e sociale delle nostre montagne. E intorno a noi sento un gran vuoto, un gran silenzio, anche da parte di soggetti direttamente interessati al mantenimento in vita della pratica dello sci nella sua forma più tradizionale.

Stiamo parlando di posti di lavoro, di famiglie, di professioni di…montagna e montanari.

Beh io credo che noi Federfuni la parte degli impiantisti l’abbiamo fatta ma ora è il momento in cui anche gli altri devono farsi avanti. Noi ci siamo e non vogliamo essere i primi ma più volte abbiamo lanciato appelli alle altre categorie, alle rappresentanze dei lavoratori ma sono stati inviti caduti nel nulla e nel silenzio.

Oggi la partita è di quelle senza ritorno o senza riavuta, come si dice giocando a carte, e l’assenza di molte voci sarebbe una responsabilità molto alta come salire sul famoso carro da ultimo o per forza per prendere meriti ingiustificati.

Ci sono molti sciatori, e non solo, che dicono vabbè se non scio quest’anno scierò l’anno prossimo! 

Ebbene a coloro li invito a prenotare l’acquisto di un bel paio di sci per scialpinismo, con delle pelli di foca, in modo da poter risalire le piste da loro preferite perchè difficilmente lo potranno ancora fare con gli impianti di risalita.

E concludo con una considerazione sui famigerati assembramenti e con una richiesta di una risposta scientifica: questo inverno i contagi sono aumentati, cosi come di autunno e, se non mi sbaglio, gli impianti di risalita erano chiusi, le piste da sci deserte, le località sciistiche praticamente vuote.

Allora la domanda sorge spontanea. Ma non erano gli assembramenti sulle piste da sci e sugli impianti colpevoli di tanti contagi lo scorso anno? Se cosi fosse stato oggi i contagi sarebbero praticamente spariti ed il sacrificio economico di una intera filiera economica avrebbe contribuito fattivamente ad evitare molti morti, un tracollo della situazione sanitaria ed oggi avvierebbe l’Italia verso una normalizzazione.

Sarei stato quasi più contento che fosse stato cosi. Invece nonostante gli impianti chiusi, la sanità in molte zone è al collasso. I morti che non accennano a diminuire, i contagiati in aumento quasi esponenziale ecc. ecc.

Qualcuno allora dovrebbe chiedere scusa e darci la possibilità di lavorare, L A V O R A R E, perchè se poi dovessero anche avvenire degli assembramenti, ma non dovrebbe succedere, sarebbero gli stessi che ci sono sulle metropolitane, sugli autobus, nei centri commerciali, nei supermercati ecc. ecc. e sui quali c’è il silenzio più assoluto.

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