LA PESTE TRA MEDICINA E LETTERATURA

libro Peste, flagello di Dio

FIRENZE. Ha decimato popoli, sconvolto civiltà, terrorizzato generazioni, fino ad essere considerata una delle più grandi catastrofi per l’umanità.

La peste ha causato giganteschi traumi nella storia del mondo e ha lasciato, con il suo alone di paura e disperazione, innumerevoli tracce nell’immaginario collettivo e nelle arti.

La storia della più pericolosa epidemia mai conosciuta è ripercorsa da un epidemiologo e da una italianista nell’imponente saggio La peste. Il ‘flagello di Dio’ fra letteratura e scienza (Polistampa, «Biblioteca di Medicina & Storia» 13, pp. 656, euro 32).

Costanza Geddes da Filicaia insegna Letteratura italiana e Lingua letteraria e linguaggi settoriali presso l’Università di Macerata. Il padre Marco, medico epidemiologo, è stato direttore sanitario dell’Istituto Nazionale Tumori di Genova e vice presidente del Consiglio Superiore di Sanità (1997-2003).

Il loro lavoro ricostruisce la storia letteraria e quella medico-scientifica della peste, partendo dall’epidemia che devastò Atene nel V secolo a.C. fino al contagio che si diffuse a San Francisco nel primo decennio del ventesimo secolo.

Un’ampia sezione antologica prende in esame oltre venti autori, da Tucidide a John Hatcher passando per Giovanni Boccaccio e Alessandro Manzoni, che si sono confrontati con il “flagello di Dio” nelle loro opere, siano esse capolavori di chiara fama o testi ancora sconosciuti ai più.

Oltre alle schede analitiche per ogni singolo scrittore, l’opera contiene saggi introduttivi di carattere storico-medico sulle pesti classiche e sulle tre pandemie pestilenziali: la prima dal 541 d.C. al 747 d.C. nota come peste di Giustiniano, quindi l’ondata iniziata con la “Morte nera” nel 1346 e proseguita fino al 1840, infine quella insorta in Asia nel 1894.

Grazie anche all’ampio apparato iconografico e alle ricche e aggiornate indicazioni bibliografiche, il saggio si presenta come uno strumento originale e innovativo per conoscere i molteplici volti della peste e per ricostruire nel contempo, attraverso la storia del morbo, la storia dell’umanità.

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